Sono stati 55 giri al cardiopalma quelli del GP di Abu Dhabi, 19° round del 2014, con Lewis Hamilton che ha vinto gara e secondo Titolo Piloti, dopo quello del 2008 con la McLaren. Hamilton è scattato dalla griglia con 17 punti di vantaggio sull’unico rivale, il compagno di squadra Nico Rosberg, bloccato nel suo tentativo di agguantare il Titolo subito al via, con la partenza a razzo di Lewis e poi da un problema all’ERS, che gli ha tolto velocità e potenza, facendolo scivolare fino alla 14° posizione finale, doppiato.
Ma diciamolo: onore a Nico che quando, a due giri dalla fine è stato richiamato ai box dal team per evitargli anche il doppiaggio, ha risposto: “I want to go to the end”, senza scappare. E poi è andato in saletta a complimentarsi con Lewis, quando avrebbe benissimo potuto farlo dopo, in separata sede. Da vero Uomo. Chapeau!
La gara, come detto, si è decisa subito allo spegnimento dei semafori, con Hamilton che ha preso il comando dalla 2° piazza, anche grazie a un eccessivo pattinamento delle ruote della W05 di Rosberg. Da quel punto, l’inglese ha gestito il vantaggio, tenendo dietro Rosberg, attaccato fino a circa metà gara, fino al problema all’energy recovery system (ERS) nel giro 24, che ha fatto crollare i suoi tempi. Il tedesco ha cercato in tutti i modi di gestire il problema, mostrando una freddezza incredibile, ma perdendo posizioni su posizioni, passato da tutti tranne Gutierrez, Sutil e Stevens.
Anche per Hamilton ci sono stati momenti da brivido a metà gara, anche se meno gravi di quelli del compagno di squadra, ma è poi riuscito a riprendersi, resistendo alla carica di un indiavolato Felipe Massa, che è anche stato al comando fino all’ultima sosta e a 2.5 secondi dal vincitore alla bandiera a scacchi,miglior risultato da quando è in Williams, in una giornata memorabile per il team di Sir Frank, sicuramente la rivelazione del 2014, sul podio anche con Vallteri Bottas (il sesto per il finlandese, che chiude il Campionato al 4° posto, e il terzo per il brasiliano, che oggi hanno regalato alla squadra il primo doppio podio dell’anno). Per uno strano gioco del destino, questa 11° vittoria di Hamilton priva proprio Massa di quel gradino più alto che gli manca dal GP del Brasile 2008, giorno in cui l’inglese conquistò il suo primo Titolo.
Grandissima conferma anche oggi Daniel Ricciardo, 4° al traguardo dopo essere partito dalla pitlane per la squalifica delle RB10 per l’irregolarità delle ali, che ha esaltato i tifosi con la sua ormai celebre “mossa Ricciardo”, mostrata in più occasioni nel corso della gara.
E bella prestazione per Jenson Button, 5°, in quello che sembra proprio poter essere il suo ultimo GP, , dopo 266 presenze e un Titolo, davanti alle due Force India di Nico Hulkenberg e Sergio Perez e alla seconda Red Bull di Sebastian Vettel, anche lui partito dai box e all’ultima gara con la RBR, il team che l’ha portato per quattro volte sul tetto del mondo.
E Vettel ci porta ovviamente a parlare di Ferrari, che ha occupato le ultime due posizioni della top 10 con Fernando Alonso e Kimi Raikkonen. Una Ferrari che oggi è stata lo specchio della stagione, con i due piloti partiti dalla quarta fila (anziché dalla quinta, grazie alla squalifica delle RBR) e che non hanno potuto fare di più, addirittura incapaci in una fase della gara di passare Rosberg che era privo dell’ERS.
Da domani inizia il nuovo corso, con Alonso che parte destinazione McLaren (anche se la cosa non sarà ufficializzata prima del 1° dicembre, chissà perché, visto che ormai è il segreto di Pulcinella… a meno che Ron Dennis ancora non sia convinto al 100%…) e, notizia dell’ultima ora non ancora ufficializzata, la partenza di Marco Mattiacci, con il ruolo di capo della Gestione Sportiva che sarà assunto da Maurizio Arrivabene, vice presidente di una delle divisioni della Philip Morris e da sempre con vicinissimo alla Scuderia. D’altronde si sapeva che Mattiacci avrebbe avuto un ruolo di traghettatore in una fase, in una stagione, molto difficile per il team di Maranello e con Arrivabene la rivoluzione potrebbe finalmente essere conclusa, almeno dal punto di vista “umano”.
Tornando alla gara, 11° la McLaren di Kevin Magnussen, protagonista di un contatto al primo giro con la Sauber di Esteban Gutierrez, costretto a un fuoripista da Hulkenberg (penalizzato con 5 secondi), davanti alla Toro Rosso di Jean-Eric Vergne, altro pilota che rischiamo di non vedere nel 2015, dato che da voci non ufficiali proprio oggi avrebbe avuto il ben servito dal team, secondo il quale “è vecchio per la Toro Rosso”. Signori, vecchio a 24 anni… E allora viene spontaneo fare una riflessione, anche polemica: Button e Magnussun, Vergne e Kvyat, Jenson e Jean-Eric portano i punti e i risultati alle squadre e vengono fatti fuori (nel caso di Button se tutto va bene è stato proprio Alonso a dettare la scelta in McLaren, meglio un giovane, con cui il confronto è più facile ed è più gestibile…), gli altri vanno avanti, vengono addirittura promossi, in una Formula 1 dove conta, a quanto pare, solo l’età, vedi Max Verstappen, e i soldi, checché ne dica la Caterham se Will Stevens non avesse portato un bello sponsor col cavolo che avrebbe avuto la superlicenza al volo e debutto qui ad Abu Dhabi.
Ritiro invece per la seconda Toro Rosso di Daniil Kvyat (nel 2015 compagno di Ricciardo in RBR), partito 5° e costretto al ritiro per problemi al motore. Mai come quelli pirotecnici di Pastor Maldonado, andato in fumo e fiamme, che ha scatenato l’ilarità dei meccanici nel box: il minimo dopo una stagione da dimenticare…
Lewis Hamilton Campione ci ha emozionati, nei donuts (ma difficile eguagliare Vettel in questo), quando incurante dei regolamenti ferrei di questa Formula 1 si è fatto dare la bandiera britannica e sul podio, con gli occhi lucidi e le lacrime.
Una grande soddisfazione, meritata, al termine di un Campionato in cui ha conquistato 7 pole e 11 vittorie (contro rispettivamente le 11 e 5 di Rosberg), 33 in carriera, e 72 prime file. Con una Mercedes che ricorderà a lungo questo 2014 da favola: Lewis è infatti il primo pilota delle Frecce d’Argento a conquistare il Titolo dopo Juan Manuel Fangio nel 1955, con Nico al secondo posto. Dopo 16 vittorie,18 pole position e 31 podii, tutto questo nella prima stagione della nuova era della Formula 1 ibrida.
E’ stato un bel Campionato… ma avremo modo di riparlarne…
Barbara Premoli
Formula One Abu Dhabi 2014 Document – 49 2014_19_UAE_F1_R0_Timing_DriversChampionship_V01 2014_19_UAE_F1_R0_Timing_ConstructorsChampionship_V01