La sesta delle otto gare del FIA World Endurance Championship (WEC) si svolgerà il 2 novembre sul Circuito Internazionale di Shanghai. Ancora una volta, il team Porsche deve preparare la Porsche 919 Hybrid per una pista sconosciuta. Il software anziché l’hardware: sì, funziona così. Quando il team deve adattare ai diversi profili di circuito la strategia e il set-up della vettura ibrida, ricorre alla simulazione al computer. Per il set-up finale, tuttavia, il tempo sul giro nelle tre sessioni di prove libere a Shanghai ha un valore inestimabile.
Riflessioni prima della gara:
Fritz Enzinger, Vice Presidente LMP1: “Ogni circuito è una nuova sfida per il nostro giovane team con la Porsche 919 Hybrid. A Fuji siamo riusciti a gestire molto bene la situazione, con una curva di apprendimento molto impegnativa dai primi giri di prova fino alla gara. Speriamo di poter fare lo stesso a Shanghai, che è un circuito completamente diverso. Siamo contenti di questa corsa in calendario, considerando che la Cina è un mercato molto importante per Porsche. Vogliamo fare il meglio possibile rispetto ai nostri concorrenti agguerriti”.
Romain Dumas (36 anni, Francia): “Non ho mai visto il circuito, quindi cercherò di imparare il più possibile su questo tracciato prima di arrivare. Ma spero, soprattutto, che sia un altro buon weekend di gara, proprio come siamo riusciti a fare di recente in Giappone. Non abbiamo avuto alcun problema tecnico, abbiamo imparato molto ed è stata una buona corsa, con alcuni punti preziosi per Porsche“.
Neel Jani (30 anni, Svizzera): “Ho molti bei ricordi del circuito di Shanghai. Ho guidato lì una F1 nelle prove libere e ho vinto nella A1GP con il team Rebellion Racing. La pista distruggeva le gomme e posso immaginare che la gestione degli pneumatici sarà di nuovo il fattore chiave. Ultimamente, abbiamo imparato molto su questo aspetto a Fuji. La famosa curva del circuito, cosiddetta a chiocciola, è molto bella, ma non è possibile affrontarla con una vettura sottosterzante. Di sicuro sarà necessario un intenso lavoro di set-up“.
Marc Lieb (34 anni, Germania): “Il circuito è un tipico tracciato moderno di Formula Uno con grandi vie di fuga. Il lungo rettilineo richiede una buona velocità di punta e, a Shanghai, una macchina da corsa deve disporre di ottimi freni. Il circuito non ha molte curve veloci, ma in alcuni casi il raggio di curvatura è molto allungato. Questo vale, ad esempio, per la prima curva che diventa sempre più stretta, o per un’altra curva sul rettilineo posteriore che continua ad aprire sempre di più, ma alla fine chiude. È difficile bilanciare la macchina per angoli di questo tipo e, soprattutto sulla ruota anteriore sinistra, il carico è elevato“.
Timo Bernhard (33 anni, Germania): “A Shanghai vedrò un altro circuito per me nuovo. Per prepararmi, studio il materiale video e guido il simulatore di Weissach. Tuttavia, a nessuno di noi piloti servono mai più di dieci giri per raggiungere la velocità ottimale su una pista sconosciuta. Per la 919, quest’anno, ogni pista è nuova, quindi all’inizio di ogni weekend di gara il lavoro di set-up richiede molto tempo e dobbiamo sempre recuperare. Non è un compito facile, dal momento che la concorrenza in LMP1 è molto agguerrita. La nostra squadra fa un ottimo lavoro e nel 2015 tutto dovrebbe diventare un po’ più facile“.
Brendon Hartley (24 anni, Nuova Zelanda): “Non ho mai corso a Shanghai, ma Mark ha un atteggiamento molto positivo riguardo al circuito. Nemmeno io conoscevo Fuji prima di arrivare e mi sono sentito molto ben preparato per averlo percorso al simulatore. Sono sicuro che questo ci aiuterà molto anche questa volta. Abbiamo fatto una buona corsa in Giappone e ho la sensazione che tutti stiamo lavorando nella giusta direzione. Non vedo l’ora di affrontare la nostra prossima corsa e le nostre tappe successive“.
Mark Webber (38 anni, Australia): “Conosco la pista di Shanghai molto bene dai miei giorni in Formula Uno, ed è un grande circuito. Ha una prima curva veloce con apice stretto prima della discesa nella seconda curva, dove è fondamentale posizionare nel modo corretto l’auto per impostare la traiettoria per il settore centrale. Il mio tratto preferito della pista sono le curve cinque e sei, una sezione bella, fluida e molto veloce. Il circuito comprende anche due lunghi rettilinei, che danno al conducente un po’ di respiro e alla 919 la possibilità di allungare „le gambe“. Nella zona di frenata per il tornante verso la fine del giro ci sono alcune tribune dalle quali i fan si divertiranno a guardare i sorpassi“.
– La sei ore di Shanghai prenderà il via domenica 2 novembre alle 11 ora locale.
– La lunghezza del Circuito Internazionale di Shanghai è 5,451 km. Un giro è composto da 9 curve a destra e 7 a sinistra.
– Il rettilineo più lungo, tra la curva 13 e 14, è di 1,3 chilometri.
– La prima curva è tanto originale quanto difficile: si attorciglia sempre più stretta in un cerchio quasi completo come il guscio di una chiocciola.
– Il circuito visto dall’alto ha la forma del carattere cinese “Shang”, che significa “sopra” o “salire” ed è la radice del nome Shanghai
– La pista e le imponenti enormi strutture fuori della metropoli di Shanghai sono state costruite su terreni paludosi.