La Formula 1 prepara il suo debutto in territorio russo, sulla nuovissima pista di Sochi, vicino al Mar Nero, sede delle Olimpiadi invernali 2014. Dopo quello di Austin, inaugurato nel 2012, questo è il circuito più nuovo della F1. Il tracciato è stato ultimato da poco, per cui non sono disponibili dati reali; tuttavia Pirelli, in collaborazione con i team, ha effettuato delle simulazioni computerizzate per prepararsi alle sollecitazioni della pista e definire le possibili strategie. Per il GP di Russia sono stati scelti il P Zero White medium e il P Zero Yellow soft, combinazione vista l’ultima volta a Spa.
Sochi è un circuito con velocità medie, diverse curve, tra cui una ispirata alla famosissima 8 dell’Istanbul Park, che scarica un’enorme quantità di energia sullo pneumatico anteriore destro. In totale ci sono 12 curve a destra e 6 a sinistra, con un rettilineo di 650 metri tra la prima e la seconda curva sul quale le monoposto possono raggiungere velocità massime prossime ai 320 km/h. La velocità media si aggira, invece, intorno ai 215 km/h. Il circuito è stato progettato dall’architetto tedesco Hermann Tilke.
Paul Hembery, Direttore Motorsport Pirelli: “La Russia è un territorio-chiave per Pirelli, come per tutte le principali aziende automotive del mondo; siamo, quindi, molto contenti di correre il primo GP di Russia che rappresenta una pietra miliare nella storia di questo sport. Dal punto di vista delle gomme, sarà una sfida interessante: c’è una grande varietà di curve che metteranno alla prova ogni aspetto delle prestazioni delle nostre mescole. Come per gli altri GP, anche qui ci aspettiamo tra i due e i tre pitstop, e la nostra scelta delle gomme è andata proprio in questa direzione. In termini di energia scaricata, il circuito russo è medio e le rilevazioni indicano anche un basso livello di abrasività dell’asfalto. Per quanto riguarda il meteo, si prevedono temperature miti.
Correre su un circuito nuovo è sempre emozionante; avremo un’idea di quello che ci aspetta solo lì, per questo le prove libere saranno ancora più importanti”.
Jean Alesi, consulente tecnico Pirelli: “Grazie alla tecnologia di simulazione disponibile oggi, rispetto ai miei tempi è molto più facile per i piloti, per i team e, ovviamente, per il fornitore di gomme prepararsi per un nuovo GP. Ma esiste sempre una grande differenza tra la realtà e il mondo virtuale: una simulazione non potrà mai replicare ogni cosa. Quindi, sarà importante per i piloti e per gli ingegneri ispezionare attentamente il circuito: per comprendere la natura della pista, devi toccarla e sentirla. Il primo giorno, in particolare, la pista sarà molto sporca e difficile da guidare; quindi, sarà complicato avere la giusta idea sul set-up delle vetture e sulle caratteristiche degli pneumatici”.
Il circuito dal punto di vista degli pneumatici
Sochi non assomiglia a nessun altro circuito, anche se ha qualcosa in comune con Valencia (tracciato in calendario fino al 2012); come Montreal e Melbourne, è una pista semi-permanente. In comune con Montreal ha un’altra cosa: è stata sede di un’edizione delle Olimpiadi invernali.
Il P Zero White medium è uno pneumatico “low working range”, in grado di raggiungere prestazioni ottimali anche a basse temperature. Il P Zero Yellow soft, invece, è uno pneumatico “high working range”, adatto a temperature più elevate.
In questo periodo dell’anno, le temperature ambientali si aggirano intorno ai 15-20°C.
Una delle ragioni per cui il nuovo asfalto è così scivoloso è che gli oli utilizzati per produrre il bitume tendono a emergere in superficie, creando quasi una pellicola invisibile sulla parte superiore del tracciato. Con il tempo, questi oli tenderanno a dissolversi e la superficie diventerà più abrasiva. Se dovesse piovere – possibilità non remota in questo periodo dell’anno – la pista sarà particolarmente insidiosa.
Con i suoi 5,853 km, il circuito di Sochi è il terzo in calendario per lunghezza, dopo Spa e Silverstone. Circa 1,7 di questi chilometri si snodano su strade cittadine; 53 i giri della gara.
Barbara Premoli