Si trova in Asia, il suo nome comincia per “S” ed ha anche una grande ruota panoramica con vista sul tracciato. Le similitudini tra Singapore, dove si è disputato lo scorso Gran Premio di Formula 1, e Suzuka, dove domenica si correrà il prossimo, si fermano tuttavia qui.
Singapore, infatti, è un tracciato cittadino tortuoso e insidioso, mentre Suzuka è uno dei migliori esempi di circuito permanente, con curve da alta velocità mescolate ad alcune altre che sono peculiari, come l’infinito tornantino e la chicane conclusiva. “A Singapore le Mercedes probabilmente avevano un potenziale passo migliore di quello espresso, e per questo le qualifiche sono state più serrate del solito”, racconta a www.ferrari.com James Allison, Direttore Tecnico della Scuderia Ferrari. “Inoltre si trattava di una pista in cui la potenza del motore incideva meno rispetto a quasi tutte le piste di questa stagione, e questo può aver contribuito a mantenere le vetture più vicine l’una all’altra. Infine, credo che le curve di Singapore fossero piuttosto sensibili al grip meccanico che si ottiene dal pacchetto a disposizione, e questa è di sicuro un’area sulla quale la Ferrari ha lavorato molto ultimamente e che ha già portato a prestazioni migliori”.
In altre parole, il Gran Premio del Giappone probabilmente costituirà un test più probante per la F14 T: “Suzuka è un tracciato sul quale l’importanza dei cavalli a disposizione è leggermente inferiore rispetto alla media dei circuiti che affrontiamo durante la stagione, ma ciò non vuol dire che non incida sulla prestazione generale della vettura” – continua Allison – “È un circuito sul quale una buona maneggevolezza del telaio unitamente al carico aerodinamico può dare molti benefici. Le vetture che riescono ad essere equilibrate tra questi due aspetti saranno davanti, ma ci sarà spazio anche per quelle che privilegiano la maneggevolezza, sebbene con un minor carico aerodinamico. Suzuka è uno dei più grandiosi circuiti di tutti i tempi, con alcune delle curve più difficili della stagione ed è uno dei più impegnativi banchi di prova di tutto il campionato, perché la vettura non deve solo affrontare bene le esse veloci del primo settore, ma anche le curve lente e i lungi rettilinei, che possono mettere in luce i punti deboli e di forza di vetture e piloti. Per questo una squadra che a Suzuka ottiene un buon risultato, può essere sicura di disporre di un buon pacchetto”. La gestione delle gomme avrà come sempre un’importanza fondamentale: a causa della natura abrasiva dell’asfalto, delle lunghe curve e dei rapidi cambi di direzione che generano molta energia laterale, la Pirelli porterà le sue mescole più dure, le Hard e le Medium. Non una garanzia di difficoltà, ma è un fatto che la F14 T si comporta meglio con le mescole più morbide.
Per quanto riguarda gli obiettivi della Scuderia per il weekend, il Direttore Tecnico ne individua due: “Abbiamo lasciato Singapore con il conforto di vedere che il lavoro fatto sulla vettura, ad esempio quello per migliorare il grip meccanico, sta dando i suoi frutti” – conclude l’inglese – “Quindi affrontiamo la gara di Suzuka, così come i restanti appuntamenti del campionato, determinati a ridurre il distacco dalla Williams e, possibilmente, a superarla per il terzo posto tra i Costruttori. Intendiamo anche imparare quanto più possibile nell’ultima parte del campionato, in modo da poterne fare tesoro in funzione della prossima stagione”.
Redazione MotoriNoLimits
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