Il successo globale di Honda CR-V è stato confermato dai risultati di uno studio che ha rivelato che si tratta del SUV più venduto al mondo nel primo trimestre del 2014. I dati, forniti dalla società internazionale di consulenza nel settore automotive Focus2Move, evidenziano che le vendite mondiali di CR-V nel trimestre sono pari a 165.017 unità, in crescita rispetto alle 161.837 unità dello stesso periodo nel 2013.
La top 50 delle auto più vendute al mondo mette il CR-V alla undicesima posizione nel trimestre, al di sopra dei rivali tra cui Toyota RAV4, Volkswagen Tiguan e Nissan Qashqai. Una conferma ulteriore nell’analisi di questo successo arriva dal secondo trimestre, con CR-V che resta il SUV più popolare al mondo a maggio 2014, in ottava posizione nella classifica mensile con 63.241 unità vendute; superando anche le vendite della piccola best-seller mondiale di maggio, Ford Fiesta.
Le vendite totali di CR-V a livello globale dall’inizio dell’anno sono state di 286.685 unità. Gran parte del successo mondiale del CR-V può essere attribuito all’idea originale della vettura, che continua ad evidenziare il perfetto equilibrio tra l’efficienza e le prestazioni di una berlina e la praticità, versatilità e sicurezza di un SUV. Le vendite di CR-V in Europa sono aumentate negli ultimi mesi grazie all’introduzione della versione con il nuovo motore 1.6 i-DTEC che risponde alla crescente domanda in Europa di motori diesel a basse emissioni così come alla tendenza in aumento di SUV a due ruote motrici. I modelli a due ruote motrici ora rappresentano oltre il 25% del mercato di C-SUV in Europa.
- Milleottocento chilometri…attraversando Svizzera, Francia, e qualche centinaia di miglia, tra mare e entroterra britannico. Un viaggio per ripercorre la memoria storica a lungo e breve termine dell’automobile, passando dall’avventura di un uomo, alle capacità selettive, con le quali questo ha saputo cogliere costantemente le esigenze di una società in continua espansione… Armand Peugeot, simbolo della rivoluzione industriale francese, non solo uomo delle quattro ruote transalpine, ma soprattutto lungimirante imprenditore. Due secoli di storia e d’impresa, così come pochi altri hanno saputo fare. Con “licenza” di cronaca, e non per diritto, abbiamo scelto di raccontare una storia che ci vede fortunati protagonisti di un’epoca in cui diventa difficile compiere grandi imprese, non per mancanza di coraggio, ma per la preziosa tecnologia, che negli anni ha trasformato l’idea dell’auto, da empirica a pratica. Trentasei ore per raggiungere Southampton, partendo da Milano, non sono un limite temporale, ma quanto ci siamo imposti per arrivare a destinazione, senza abbandonare il desiderio di segnare comunque una tappa importante a Sochaux, laddove prende origine il “Leone” e dove si posano le radici dell’Azienda, il suo polo industriale, e il Musée de l’Aventure. Posizionata a metà, tra presente e passato, la nostra 205 GTI Guttman, diventa la perfetta congiunzione tra quello che siamo stati un tempo e ciò che stiamo diventando…l’esatto profilo estetico e meccanico di un prodotto che ha dato origine all’evoluzione del Marchio, contribuendo alla consacrazione di un mito. Con un po’ di nostalgia, chilometro dopo chilometro, il viaggio diventa un amarcord che ci accompagna al confine con l’oceano…in quella “manica” stretta, che dalla terra francese conduce in Inghilterra. Qui, oggi, si celebra il Marchio, la passione, l’evoluzione Peugeot. Il raduno internazionale de “l’Aventure” è da sempre un’occasione per poter toccare con mano il genio creativo dell’automobile: dall’antesignana Eclipse alla ricercatezza della Darl’mat. In ogni esemplare, custodito con cura e dedizione dai numerosi collezionisti, si nasconde un piccolo pezzo di storia sociale, di generazioni, di idee e progetti che hanno contribuito a mettere le ruote al mondo e che ancora oggi, sono capaci di tracciare linee marcate sull’automobile di domani. E’ più facile guardare che immaginare, perché il viaggio è lungo, ma come disse un celebre commediografo irlandese: “Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un solo passo”