Le qualifiche del GP d’Ungheria si sono in pratica decise tutte nel Q1, quando Nico Rosberg si è ritrovato senza il rivale principale alla pole, il suo compagno di squadra Lewis Hamilton che con l’Hungaroring fino a oggi aveva sempre avuto feeling, viste le quattro pole e vittorie che vanta.
A tradire l’inglese proprio quella Mercedes W05 che ha portato Rosberg a fermare i cronometri sull’1.22.715 e alla sesta pole della stagione (quinta consecutiva negli ultimi 6 GP e decima in carriera) e che, in seguito a un incendio, l’ha costretto al ritiro relegandolo dall’altra parte della griglia, 21°, davanti solo a Maldonado.
Delusione, sconforto, rabbia, traspariva tutto attraverso quella visiera abbassata, mentre si allontanava dalla macchina, vedendo allontanarsi il Titolo. Anche perché era lui il favorito per la pole, dopo aver dominato tutte e tre le sessioni di prove libere.
In prima fila accanto a Rosberg partirà il ritrovato Sebastian Vettel, che si è ripreso la scena conquistando la pole provvisoria che, se si fosse concretizzata, sarebbe stata la prima del 2014. Seconda fila per la Williams di Vallteri Bottas e la Red Bull di Daniel Ricciardo.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo al Q1 e all’altra vittima eccellente, Kimi Raikkonen, 17°. Vista l’assenza di Hamilton e Maldonado, molti team hanno deciso di non rimandare in pista le monoposto per un secondo run, considerando che bastava restare davanti a Caterham e Marussia per passare al Q2. Raikkonen era l’ultimo dei “qualificati” e proprio sul finire della manche Bianchi ha fatto il 16° tempo, eliminando il finlandese per 7 centesimi.
Un evidente errore di valutazione del muretto Ferrari, che Raikkonen ha detto a chiare note ai microfoni della Rai “Io ero pronto a uscire… si è visto come è finita”. Un errore che brucia ancora di più considerando che a Raikkonen bastava fare un run con il secondo set di medie, quindi non avrebbe “bruciato” le preziose soft…
A giocarsi la pole nel Q3 sono stati Rosberg, le Williams, le Red Bull, le McLaren, Alonso, Vergne e Ricciardo (7 team nella top 10) ma a movimentare le cose ci ha pensato una leggera pioggerella che ha iniziato a cadere in alcune zone del circuito poco prima del semaforo verde. Rosberg è stato il prino a scendere in pista con le soft e nel primo giro lanciato è finito senza conseguenze nella via di fuga della curva 1. È andata decisamente peggio a Kevin Magnussen, che lo seguiva, e che è finito contro le barriere, causando la sospensione della sessione per una decina di minuti.
Alla ripresa, la Williams di Bottas ha temporaneamente occupato la prima posizione, subito ripresa da Rosberg che ha avuto come unico rivale Vettel che, a differenza del connazionale della Mercedes che ha usato un solo set di soft nel Q3, è rientrato ai box per cambiare gomme, conquistando così la leadership con un tempo di 1.23.201 che sembrava poter resistere fino all’1.22.715 (quasi mezzo secondo in meno!) di Nico.
In terza fila, alle spalle di Bottas e Ricciardo, partiranno gli ex-compagni di squadra Fernando Alonso e Felipe Massa, seguiti da Jenson Button e Jean-Eric Vergne. Nona la Force India di Nico Hulkenberg, con Magnussen classificato 10°, non avendo fatto alcun tempo prima dell’incidente.
A seguire, la Toro Rosso di Daniil Kvyat (11° dopo un testacoda nell’ultimo giro in Q2), la Sauber di Adrian Sutil e la Force India di Sergio Perez, costretto al ritiro per un problema idraulico. Quatordicesimo Esteban Gutierrez davanti alla Lotus di Romain Grosjean, seguito da Jules Bianchi, Raikkonen, dalla Caterham di Kamui Kobayashi, dalla seconda Marussia di Max Chilton (fermato da un problema di pressione carburante) e da Marcus Ericsson. A chiudere la griglia domani, come detto, Hamilton e Maldonado.
Che gara aspettarci? Difficile pensare a una rimonta di Hamilton come quella cui abbiamo assistito la scorsa settimana a Hockenheim, proprio per via delle caratteristiche del circuito, simile a un cittadino. Ma, se riuscirà ad archiviare la rabbia e lo sconforto, se Niki Lauda sarà riuscito a convincerlo che va tutto bene, l’inglese avrà sufficiente carica per fare miracoli e regalare spettacolo. Se riuscirà a difendere la prima posizione, Rosberg dovrà solo fare la sua gara. Il nemico più temibile è proprio la Mercedes W05: velocissima ma che continua ad avere problemi di affidabilità. E lui è il primo a essere consapevole del fatto che non possono colpire sempre Hamilton… Certo, lavorare in miniera o in fabbrica è sicuramente peggio, ma non dev’essere piacevole sapere di essere infilati in un missile che, da un momento all’altro, potrebbe prendere fuoco o non frenare. Perché oggi è rimasta in sospeso anche questa frase di Lewis via radio quando il muretto gli diceva in modo concitato di saltare fuori il più rapidamente possibile: “La macchina non si ferma”…
Intanto, mentre in Mercedes Toto Wollf si dice “devastato per Lewis”, aggiungendo che “stiamo lavorando al massimo per dare a entrambi i piloti la miglior macchina possibile e che una Mercedes in fiamme non è ciò che vogliamo mostrare al mondo”… intanto che in Ferrari ripensano all’ennesimo errore (la seconda eliminazione in Q1 in tre gare, e una in Q2) e magari qualcuno comincia a capire che si stava meglio quando si credeva di stare peggio, con l’aggravante che adesso non ci sono più parafulmini…
intanto che succede tutto questo rischia di passare in secondo piano che Vallteri è sempre lì davanti, nonostante avesse detto che l’Hungaroring non si adattava alle caratteristiche della Williams. E per fortuna!
Barbara Premoli
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