Altro weekend da ricordare per il finlandese Valtteri Bottas che a Hockenheim, dopo lo strepitoso secondo posto in qualifica (solo Rosberg sulla Mercedes ha fatto meglio), ha conquistato il terzo podio consecutivo al termine di una gara gestita alla perfezione, con un secondo posto che ha un sapore ancora più speciale e che entra nella storia, visto che ha regalato alla Williams il 300° podio e il terzo posto nel Costruttori, davanti alla Ferrari.
A fine gara il giovane finlandese non ha nascosto la soddisfazione per il risultato ottenuto: “Sono molto felice per il terzo podio di fila, le Mercedes erano troppo veloci oggi ma sono molto contento di essere riuscito a tenerne dietro almeno una. Non è stato facile, gli ingegneri mi hanno dato un mare di informazioni sulle mappature del motore e io ho dovuto spingere al massimo. Ma voglio ringraziare anche tutti i tifosi, ho visto moltissime bandiere finlandesi qui”.
La Williams sta crescendo molto e lo dimostrano la sua adattabilità e competitività sui vari circuiti, l’affidabilità e soprattutto la velocità sul giro secco in qualifica e sul passo gara. Nel prossimo weekend Bottas dovrà affrontare il tortuoso tracciato dell’Hungaroring, una pista che si adatta meno alle caratteristiche della FW36, cosa di cui il 24enne è consapevole, anche se non dispera, visto che a Budapest arriveranno degli aggiornamenti.
Ma, se in questo momento Bottas ha il morale alle stelle e stenta quasi a credere che tutto questo sia vero (“L’anno scorso non avremmo mai immaginato di salire tre volte consecutive su podio”), non si può certo dire lo stesso del suo compagno di squadra Felipe Massa. A Silverstone l’incidente con Raikkonen, a Hockenheim il contatto con la McLaren di Kevin Magnussen alla prima curva che ha fatto decollare e ribaltare la FW36.
In conferenza stampa, Bottas ha solo accennato al compagno di squadra quando gli è stato chiesto se al momento il secondo posto sia il massimo per il team: “Vogliamo sempre di più, ma per ora siamo soddisfatti di questi punti. Purtroppo anche oggi siamo stati sfortunati con Felipe, ma penso che il secondo posto sia stato il massimo. Abbiamo fatto tutto alla perfezione, riuscendo a tener dietro Lewis fino alla fine, ma in futuro vogliamo decisamente di più e questo non è il massimo. Il pacchetto attuale lo dobbiamo a tanto duro lavoro e dobbiamo volere sempre di più”.
Idee chiare, il ragazzo. Pilota grintoso e capace, che non molla di un centimetro fino all’ultimo e sa gestire alla perfezione il pacchetto e le gomme, elemento sempre cruciale in questa Formula 1. Concreto, diretto, in perfetta sintonia con gli uomini del team. Loquace e sorridente, a differenza dei suoi connazionali. Soprattutto, con un atteggiamento da leader, anche fuori dalla pista.
Certo, cambiano in fretta le cose: lasciata la Ferrari, per Felipe Massa la Williams significava riscatto, la possibilità di dimostrare le sue capacità, senza essere imbrigliato nel ruolo di numero due. Esperienza, capacità, età: il numero uno del team di Sir Frank doveva e dovrebbe essere lui, che oggi si ritrova invece – per incidenti e problemi vari – con 30 punti (e tre ritiri in 10 gare e tre volte fuori dai punti) contro i 91 di un compagno di squadra (a punti in 9 gare su 10, le ultime tre a podio) che è solo alla sua seconda stagione in F1. Un osso duro, in casa. Per l’ennesima volta…
Evidentemente di questi tempi essere brasiliano e chiamarsi Felipe (vedi Scolari, fresco ex-allenatore della Nazionale di Calcio carioca) non è il massimo. Specie se c’è di mezzo la Germania…