Non ci si è certo annoiati in questo nono round del Mondiale. Gli ingredienti ci sono stati tutti, a partire da un circuito sul quale piloti e monoposto escono allo scoperto e tirano fuori le qualità.
Eroe della giornata, acclamato dal suo pubblico, Lewis Hamilton, al secondo successo nel GP di Gran Bretagna, il 27° in carriera e il la quinta in questa stagione targata Mercedes, che riapre la lotta per il campionato (-4 punti), grazie al primo ritiro del 2014 di Nico Rosberg, al comando fino al giro 29, quando il cambio è rimasto bloccato in 6°.
Sul podio con Hamilton, un indiavolato Valtteri Bottas, da 14° a secondo (un gradino in più rispetto al risultato in Austria), con una Williams che a detta del team non era a suo agio a Silverstone (e per fortuna!) e la RBR di Daniel
Ricciardo, di nuovo davanti a Sebastian Vettel, 5° alle spalle di Jenson Button e protagonista di un duello spettacolare con Fernando Alonso, nel corso del quale i due non si sono risparmiati, con staccate e frenate al limite, tenendo d’occhio il famigerato track limit e… sull’orlo di una crisi di nervi (troppi piagnistei via radio da entrambe le parti…).
Ma andiamo di rewind, perché i colpi di scena in questo GP si sono avuti fin dal via, con Rosberg in testa dalla pole, seguito dalle due McLaren di Button e Magnussen e da Hamilton, che dalla terza fila ha passato la Force India di Hulkenberg e la RBR di Vettel, partito malissimo.
Cinque curve e poi la bandiera rossa, quando Kimi Raikkonen va largo alla Aintree, finisce nella via di fuga in asfalto e torna in pista, ma trova un avallamento, perde aderenza e sbatte contro il guard-rail, con Kobayashi che lo evita per un soffio, mentre Massa, coperto dal giapponese, lo vede all’ultimo e per evitarlo va in testacoda centrandolo col posteriore e prendendo poi una gomma persa dalla Ferrari.
Fortunatamente per il finlandese solo contusioni ed escoriazioni alla caviglia, che gli faranno saltare i test in programma nei prossimi giorni, ma poteva andare decisamente peggio. Per Massa ritiro, nel 200° GP in carriera. Dopo una lunga pausa per riparare il guard-rail (regolamento FIA sulla sicurezza: in caso di un altro urto, non avrebbe assorbito l’energia), la ripartenza alle 15.05 dietro la safety car con Rosberg davanti a tutti e Hamilton che ha passato prima Magnussen alla Copse e poi Button alla Brooklands.
In casa Mercedes si preannunciava una battaglia a colpi di strategia, con l’inglese che ha girato più di Rosberg sulle medie e ha montato le hard per il secondo stint, ma tutto è passato in secondo piano quando, dopo la prima sosta, il tedesco ha iniziato ad avere problemi al cambio. Una volta in testa, Hamilton è arrivato ad avere 41 secondi di vantaggio su Bottas a una decina di giri dalla fine, per cui si è pure concesso il lusso di fare una sosta supplementare per sicurezza e riuscendo comunque a chiudere con 28”9 su Bottas.
Daniel Ricciardo (partito 8°) e Jenson Button hanno effettuato una sola sosta, chiudendo 3° e 4°, ben distanti dai duellanti Sebastian Vettel (su gomme più
fresche e due soste) e Fernando Alonso, autore comunque di una gran rimonta, partito da 16° e rallentato da uno stop&go di 5 secondi, per essersi posizionato male sulla griglia al via (i commissari ci hanno messo un’ora e 25 minuti prima di prendere una decisione su un fatto evidente a chiunque…).
Settima la McLaren di Magnussen (una sola sosta) e, a chiudere la zona punti, la Force India di Hulkenberg e le due Toro Rosso di Kvyat e Vergne.
Barbara Premoli
2014_09_GBR_F1_R0_Timing_RacePreliminaryClassification_V01
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2014_09_GBR_F1_R0_Timing_ConstructorsChampionship_V01