Che sarebbero state qualifiche a sorpresa queste di Silverstone era prevedibile, visto o il meteo incerto. Si pensava a un’altra pole-choc, tipo quella di Massa in Austria e invece davanti quasi tutto nella norma ma il colpo di scena si è avuto subito, nel Q1 quando le due Ferrari non sono riuscite a passare il taglio, relegate così in 19° e 20° posizione.
Davanti a tutti partirà, per la quarta volta in questo 2014 (l’ottava in carriera) Nico Rosberg, che eguaglia il compagno di squadra Lewis Hamilton, oggi soltanto 6°. Prima fila per Sebastian Vettel, autore di uno splendido ultimo giro, che gli ha dato la pole provvisoria fino alla zampata del tedesco.
E splendido terzo tempo per Jenson Button con la McLaren (che ormai avrebbe deciso di farlo fuori…), nella gara di casa, la prima senza il papà John, ricordato col casco rosa, come le camicie che eravamo abituati a vedergli indossare.
Protagonista indiscussa di questa ora la pioggia intermittente, specie nel Q3, con Hamilton inizialmente davanti a tutti sulle medie. L’errore dell’inglese è stato pensare che il suo 1.39.232 fosse sufficiente, anche perché la pista era molto scivolosa, ma gli altri sono tornati per il secondo tentativo, abbassando i tempi, con la pista migliorata nelle fasi finali. Il giro di Rosberg è stato di 1”6 più veloce di quello di Vettel, autore di un solo run (il primo abortito per via della pioggia). E grande il giro di Button, che gli ha permesso di sopravanzare la Force India di Nico Hulkenberg.
Quinta la McLaren di Kevin Magnussen, davanti alla Mercedes di Hamilton, sempre più nervoso, come è ovvio che sia, visto che si sta vedendo sfuggire di mano il Campionato, a opera del compagno di squadra, che le azzecca tutte, merito probabilmente di una maggior freddezza. A chiudere la top 10 Sergio Perez, Daniel Ricciardo, Daniil Kvyat e Jean-Eric Vergne.
Undicesima la Lotus di Romain Grosjean (cambio di motore in vista nel 2015 per il team, da Renault a Mercedes) e poi la grande sorpresa positiva della parte centrale delle qualifiche, la Marussia, in Q2 grazie alla strategia, dopo aver deciso di passare dalle intermedie alle slick prima di tutti gli altri. Jules Bianchi e Max Chilton hanno quindi portato a casa la miglior prestazione del team dal suo arrivo in F1, chiudendo 12° (per il francese la miglior performance di sempre) e 13° (ma l’inglese perderà 5 posizioni per la sostituzione del cambio).
Quattordicesimo Esteban Gutierrez, a muro alla Luffield, seguito dalla Lotus di Pastor Maldonado, costretto al ritiro per un problema al motore, e dalla Sauber di Adrian Sutil, finito nella ghiaia ma entrato in Q2.
Una vera e propria Caporetto per Ferrari e Williams, fuori nel Q1 con entrambi i piloti. Il Q1 ha preso il via con pista umida e tutti sulle intermedie, ma quando i quattro hanno montato le medie non sono riusciti a fare dei tempi utili per passare il taglio. Bottas e Massa hanno chiuso 17° e 18° (per il brasiliano non il modo migliore per festeggiare domani il 200° GP), colpa anche di una pioggia leggera e delle bandiere gialle per l’uscita di Sutil. Ma non si può dare la colpa al meteo per quanto accaduto ad Alonso, 19° dopo un testacoda alla Brooklands che l’ha fatto finire nella via di fuga in quello che avrebbe potuto essere il suo miglior giro. Ventesimo Kimi Raikkonen, davanti solo alle Caterham di Marcus Ericsson e Kamui Kobayashi.
Fin qui la cronaca. Se le qualifiche di Silverstone confermano la forma dominante della Mercedes e il recupero della Red Bull Racing, si stenta a credere al crollo verticale e inarrestabile della Scuderia. Chissà cosa si saranno detti Mattiacci e Fry sul muretto a fine Q1, probabilmente un “E adesso che cosa diciamo?”… E non ci è piaciuto quanto detto da Alonso ai microfoni di Sky, che suona un po’ come uno scaricabarile: “Se tutto va bene, sono solo elogi per la squadra, che ha fatto un grandissimo lavoro; se tutto andrà male, però, sarà un pomeriggio duro e un weekend in cui si diranno tutti gli errori che ha fatto la squadra, ma io sinceramente, 30 secondi prima o dopo, non è che possa prevedere quando arrivi la pioggia. È andata sicuramente non benissimo, 19° e 20° non sono le posizioni che pensavamo, ma domani vediamo di fare una bella rimonta, dobbiamo lottare perché ci sono tante possibilità, anche se con il tempo che cambia in questo modo dovremo cercare di recuperare. Lotteremo per qualche punto, purtroppo è così. Penso che in Austria abbiamo fatto la migliore gara dell’anno e siamo arrivati quinti. Quindi è così”.
Lontani i tempi del “si vince e si perde insieme”. Uno dei punti forti della Ferrari è sempre stato lo spirito di gruppo, svanito. Svanito nel momento in cui è uscito di scena Stefano Domenicali, il parafulmine, l’uomo che si addossava tutte le colpe difendendo il gruppo contro tutto e tutti. Adesso è un gioco al massacro, a chi addossa per primo le responsabilità agli altri. E sembra che il prossimo a pagare il dazio possa essere Luca Marmorini, il papà di quel V6 che in Ferrari veniva definito rivoluzionario prima dell’inizio della stagione. Come cambia in fretta il vento… Errori su errori, di presunzione e calcolo: l’uscita di Alonso con le slick è arrivata tardi, 30/40 secondi si è detto, un niente che in F1 si paga, e lui ci ha messo del suo girandosi (Gené aveva appena detto che in queste condizioni il pilota ha una grande importanza… poi ha cercato di metterci una pezza). A difesa di Fernando si può dire che come al solito ci ha provato, mentre Raikkonen è parso più in crisi di un debuttante. Un errore di strategia che può commettere un team di metà griglia, non la Ferrari: per un attimo abbiamo creduto di esserci abbioccati, aver perso il Q2 ed essere già all’ultimo run del Q3: sembrava l’attacco alla pole, non il Q1, dove si trattava solo di fare un tempo sufficiente a passare.
Cosa fa male? Leggere nel primo comunicato che la colpa è della pioggia inglese: “Entrambi i piloti sono infatti stati eliminati durante la prima fase per colpa dell’acqua che ha ripreso a cadere pesantemente proprio quando Alonso e Raikkonen cercavano di migliorarsi”. Ci si potrebbe credere se non avessimo visto le qualifiche…
“Bisogna lavorare il doppio degli altri su tutte le aree, naturalmente ci sono delle aree nelle quali gli altri sono più competitivi, nelle quali hanno iniziato a investire e a focalizzarsi molto prima di noi“, ha detto Marco Mattiacci ai microfoni si Sky. “Detto questo, siamo coscienti e stiamo mettendo giù una strategia, un piano per andare a colmare quel gap. Non voglio dare scadenze all’esterno perché poi si creano delle frustrazioni, delle illusioni e queste sono cose che fanno male ai tifosi e a noi stessi. Lavorare per Ferrari ed essere Ferrari ci obbliga a essere primi“. Appunto.
Anche se domani, come sempre, può succedere di tutto, anche di ritrovarsi una Rossa sul podio, se i commissari si mettono col centimetro a misurare le traiettorie! Oggi le vittime più illustri dei tempi cancellati sono stati Vettel e Button: ma come si può pretendere che la gente si appassioni a uno sport che dovrebbe offrire spettacolo e dove invece i piloti sono costretti da regole assurde a viaggiare su binari? Formula 1 o pista della Plaistil come quando eravamo bambini?!?
Barbara Premoli
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