In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport il Direttore Tecnico di Ducati Corse parla a tutto tondo del progetto che sta portando avanti in chiave 2015 e dei piccoli passi che si stanno facendo a Borgo Panigale.
Arrivato in Ducati da soli 6 mesi, i primi frutti del lavoro svolto da Gigi Dall’Igna si sono già visti, tanto in pista quanto ai box. Vi è infatti una comunicazione diversa che aiuta tutto l’ambiente, dai piloti ai meccanici, agli ingegneri. E per la Casa di Borgo Panigale non è cosa da poco: all’unico Titolo vinto da Casey Stoner nel 2007, sono poi seguite stagioni difficili, compreso il passaggio dal telaio in carbonio a quello di alluminio e la parentesi deludente del 9 volte campione Valentino Rossi.
L’ing. Dall’Igna è stato capace di portare una ventata di positività nell’ambiente, a cominciare dalla fiducia che si avverte quando si ci avvicina al box delle rosse. Il Corriere dello Sport l’ha avvicinato a cavallo delle qualifiche e della gara di Assen, poi conclusasi con lo straordinario secondo posto di Andrea Dovizioso: miglior piazzamento degli ultimi 4 anni e tanto vicino a quella vittoria che in Ducati manca dall’ottobre del 2010 (sempre Casey Stoner, sul circuito di casa di Phillip Island).
Ma tradotto in concreto sulla pista, dove si possono vedere questi progressi? Dall’Igna risponde: “Nel GP di Catalunya abbiamo migliorato il nostro riferimento di 26”, dimezzando il gap; il punto è che anche i nostri avversari hanno fatto ovviamente un salto di altri 10 secondi rispetto al 2013”.
In Ducati hanno pronte le immediate contromosse, le prossime novità arriveranno infatti già a partire dalla prossima gara al Sachsenring: “Porteremo al debutto un nuovo software che abbiamo provato nei test di Barcellona, poi in quelli successivi al GP di Brno porteremo anche una nuova carenatura perché anche se nelle moto l’aerodinamica non ha la stessa importanza della F1, genera comunque carico”.
Quindi il 48enne di Thiene volge il pensiero alla moto che verrà, a quella GP15 chiamata a rappresentare la svolta per Borgo Panigale. Dopo 6 mesi di piccoli passi, tradotti nei progressi registrati dall’attuale Desmosedici (a tutti gli effetti una moto-laboratorio), il DT di Ducati Corse ha già in mente i futuri passaggi: “Il primo step sará il motore, speriamo di farcela per il test di Valencia successivo all’ultima gara della stagione. Sará sempre un 90 gradi ma di dimensioni più piccole di quello attuale, per permettere un assetto corretto e porter sfruttar al meglio le gomme”.
Proprio gli pneumatici sono l’altra grande incognita, che però non spaventa l’ingegnere, anzi; per lui il cambio del fornitore unico [Michelin, dal 2016] rappresenta un motivo di stimolo: “Con il ritorno ai cerchi da 17”, ci sarà un rimescolamento delle carte”. Ma restando sempre coi piedi per terra, sa bene che la sfida con i rivali sarà comunque ardua: “Honda e Yamaha sono le moto da battere, noi dobbiamo imparare da loro”.