A rovinare un bello spettacolo ci si mette un niente. Così, quella che fino agli istanti conclusivi era stata una splendida sessione di qualifica, sul circuito più caratteristico della stagione, ha lasciato l’amaro in bocca, ai protagonisti e agli spettatori. Stessa sensazione provata (da tifosa) quando l’Inter vinse (finalmente!) la Champions League e 10 minuti dopo tutti quegli “eroi” a dichiarare ai giornalisti: “Io me ne vado… io pure… io se mi danno di più vado”.
La pole di questo sesto round del 2014 se l’è aggiudicata Nico Rosberg, con un primo run mozzafiato nel Q3, che gli è valso un tempo di 1.15.989 (unico sotto l’1.16). La sesta in carriera, la seconda consecutiva qui a Monaco e anche la seconda della stagione, dopo quella in Bahrain.
Alle sue spalle, il compagno di squadra Lewis Hamilton, a 59 millesimi. Poi tutti sono rientrati ai box per cambiare pneumatici e, tornato in pista, Nico ha clamorosamente mancato il Mirabeau, ha frenato ed è entrato tranquillo come un papa nella via di fuga. Cosa che ha provocato l’esposizione delle bandiere gialle e ha obbligato tutti i colleghi in lotta per migliorare il tempo a sollevare il piede, congelando le posizioni.
Terzo tempo per Daniel Ricciardo, anche nel Principato più veloce di Vettel, con la terza fila occupata dalle Ferrari di Fernando Alonso e Kimi Raikkonen.
Ottimo 7° tempo per la Toro Rosso di Jean-Eric Vergne, davanti alla McLaren di Kevin Magnussen.
A chiudere la top 10, la vera rivelazione di queste qualifiche, il pilota della Toro Rosso Daniil Kvyat, che fino a giovedì non aveva mai girato a Montecarlo ma che è riuscito a tornare in pista dopo aver sbattuto e rotto l’ala nel Q1 alla chicane, aver pennellato i guard-rail nel Q2 ed entramdo quindi nel Q3, chiudendo 9§ davanti alla Force India di Sergio Perez.
Vittima di peso del Q2, Jenson Button, che a Monaco come ricorderete vinse nel 2009, 12° alle spalle della Force India di Nico Hulkenberg, seguito dalla Williams di Valtteri Bottas e dalle Lotus di Romain Grosjean e Pastor Maldonado in 14° e 15° posizione, con il team che sembra essere tornato nel gorgo dopo i segnali positivi mostrati in Spagna.
Sedicesimo, Felipe Massa, che in una frase ha riassunto al meglio il pomeriggio monegasco: “La parola giusta per me è sfiga”. Il brasiliano era infatti 10° quando lo svedese della Caterham Marcus Ericsson l’ha buttato fuori al Mirabeau, nonostante Massa si fosse spostato lasciandogli tutto lo spazio possibile per passare. L’incidente sarà investigato dai commissari, ma nulla cambierà il fatto che Felipe abbia chiuso 16° e ovviamente non abbia potuto prendere parte al Q2.
Alle sue spalle il duo della Sauber, con Esteban Gutierrez e Adrian Sutil 17° e 18°. In decima fila scatteranno domani le Marussia di Jules Bianchi e Max Chilton, con a chiudere lo schieramento le Caterham di Kamui Kobayashi ed Ericsson.
Tra gli episodi che i commissari dovranno esaminare, oltre al contatto tra Massa ed Ericsson, anche quelli tra Perez e Gutierrez e tra Maldonado e Kvyat. Ma noi lo diciamo senza mezzi termini. Il primo episodio da indagare è proprio quell’uscita di Rosberg a fine Q3. Impossibile dimenticare il processo alle intenzioni cui fu sottoposto Michael Schumacher 8 anni fa, quando rallentò alla Rascasse e fu retrocesso in ultima posizione. E nel caso odierno i fatti sono più che evidenti.
Nico Rosberg, il bravo ragazzo, ha fatto il furbo e l’ha fatto male, al punto di essere sgamato da tutti. Lasciato solo come un cane in pitlane, anche per la foto di rito Hamilton non ha neppure fatto finta di sorridere. E persino Daniel Ricciardo, noto per il suo sorriso smagliante sempre, anche nei momenti peggiori si è detto frustrato dalle qualifiche. Chiaro riferimento all’accaduto in pista, perché di motivi per essere soddisfatto ne avrebbe eccome, visto che ha nuovamente chiuso davanti a Sebastian Vettel e la Red Bull è in netto recupero di competitività.
C’è da scommettere che, se in Mercedes tra Lewis e Nico la situazione era già sul filo del rasoio, adesso a tregua è finita. Hamilton è cambiato, non è più il bad boy di un paio d’anni fa. Ma non è certo un fesso disposto a farsi fregare così da un pilota capace ma sicuramente inferiore e non certo con le carte di un Campione. Vabbè che in F1 abbiamo visto vincere Titoli persino a Jody Scheckter e a Damon Hill, ma che ne vinca uno Rosberg, con i colleghi in campo, è davvero molto improbabile… Ed è un peccato e fa rabbia, perché quel tempo di 1.15.989 era pazzesco e avrebbe anche persino potuto migliorarlo. Hamilton avrebbe potuto bruciarlo o anche no. Ma lottando in pista, non parcheggiando.
Saremo poco sportivi, ma ormai di sportivo in F1 è rimasto ben poco. Lewis domani farà sicuramente una gara intelligente per portare a casa più punti possibili e stare davanti al rivale numero 1 (da oggi più che mai). Ma quanto sarebbe bello se domani al via facesse volare il biondino direttamente sul balcone di casa… Sarebbe una standing ovation mondiale! Questo sull’onda della rabbia. Ritornando (a fatica) nei binari della ragione, per domani contiamo solo su una bella gara, non falsata da giochi sporchi. E se la pioggia non si fa vedere sarà anche meglio, perché tanto di spettacolo a Monaco ce ne sarà tanto comunque, con le Red Bull tornate in forma e vogliose di arrivare più avanti possibile e le Ferrari che sono lì (anche se le F14 T scodano da paura… ma Alonso e Raikkonen sanno come domarle).
Ultimo commento: ma l’avete visto il vuoto pneumatico sulle tribune del GP più glamour del Campionato? Imbarazzante…
Barbara Premoli
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