Premessa: chi scrive 1) non ha mai tifato Ferrari, nemmeno da ragazzina (poster di un’altra macchina sopra il letto e grandi lotte in famiglia) e quando è iniziata l’avventura di F1 Racing all’inizio non è stato facile mettere da parte la passione ed essere imparziale; 2) non è l’avvocato difensore di nessuno (anche perché non ce n’è bisogno) e 3) non è pagata dalla Ferrari. Tanto per sgombrare il campo da facili illazioni.
Ma ieri, dopo il GP della Malesia, all’ennesimo attacco contro Stefano Domenicali (che è un amico, ma se fosse stato attaccato un altro team principal sarebbe stato lo stesso) ci sono girate e parecchio. Due GP, signori, sono passati due GP soltanto e c’è già la solita ridda di voci contro il team manager Ferrari. Ed eccolo il messaggio che ha dato il via a questo pezzo: “L’anno scorso mandarono a casa il capo dell’area tecnica, a fine anno Massa. Quando capiranno che devono lasciare a casa Domenicali? Quali ricatti può fare per essere inamovibile? 5 anni di gestione, 5 anni di figuracce. Eppure i media tacciono…”.
I media non tacciono, men che meno MotoriNoLimits, basandosi sui fatti e partendo dai numeri della “gestione Domenicali”, entrato in Ferrari nel 1991:
2007: 1° posto nel costruttori; Raikkonen 1° e Massa 4° (team manager)
2008: 1º posto nel costruttori; Massa 2º e Räikkönen 3º (team principal)
2009: 4º posto nel costruttori; Raikkonen 6º posto e Massa 11º
2010: 3º posto nel costruttori; Alonso 2º e Massa 6º
2011: 3º posto nel costruttori; Alonso 4º e Massa 6º
2012: 2º posto nel costruttori; Alonso 2º e Massa 7º
2013: 3º posto nel costruttori; Alonso 2º e Massa 8º.
Certo, il 2° e il 3° posto non sono il primo, ovvio, ma imputare tutte le colpe a un solo uomo non è mai corretto. D’accordo che gli italiani sono un popolo di navigatori, direttori tecnici e sportivi e telecronisti, ma a volte andare oltre la superficie non farebbe male. La Ferrari non è Domenicali, non è Alonso, non è Raikkonen, non era Massa e non erano nemmeno Schumacher e Todt. La Ferrari è un gruppo di persone e, come ha sempre detto il presidente Montezemolo, “si vince e si perde insieme“. E non sempre si vince, nella vita e nelle corse.
Andiamo a riguardarci le dichiarazioni pre-stagione, al termine dei test: per tutti i team la frase era la stessa, “Sarà fondamentale essere affidabili e portare a casa punti nei primi GP, che saranno determinanti a fine stagione”. E, fino a prova contraria, le F14 T a Melbourne e a Sepang sono state affidabili ed è la classifica a dirlo. Il gap da recuperare è evidente, specie sulla Mercedes, ma siamo solo al secondo di 19 GP, una stagione lunghissima.
Ovvio, qualunque tifoso avrebbe voluto vedere un pilota Ferrari sul gradino più alto in Australia e Malesia, ma cavolo, Roma non l’hanno mica fatta in un giorno e quasi tutti ci abbiamo messo 9 mesi prima di nascere!
Ma, visti gli attacchi, abbiamo voluto andare a fondo della questione per capire se in effetti Stefano Domenicali abbia delle responsabilità dirette nei primi due GP. E abbiamo scoperto quello che mai ci saremmo aspettati… Una notizia da far tremare i polsi e abbiamo riflettuto parecchio se fosse il caso di renderla nota o tacere. Eccola. Ieri a Sepang al volante della McLaren che ha speronato Raikkonen non c’era Kevin Magnussen, come tutti credevamo, bensì lui… Domenicali! Volendo a tutti i costi danneggiare la Ferrari, ha chiuso il povero danese in un motorhome, si è infilato tuta e casco ed è partito lancia in resta con un solo obiettivo: una Rossa! Ma non è stata una sua iniziativa – seconda notizia bomba – il mandante era infatti il presidente in persona, che però voleva che alla prima curva centrasse tutte e due le F14 T, e non solo Kimi! Sapendo di non aver portato a termine la missione, Domenicali è tornato al muretto, ha tentato in tutti i modi di boicottare il finlandese bloccandogli il DRS e, al pitstop, ha tirato fuori dalla Force India il povero Hulkenberg e, tornato in pista, le ha tentate tutte per bloccare Alonso. Ma gli è andata male, così adesso dovrà dare delle giustificazioni credibili al presidente… Insomma, una rogna che solo Ricciardo lo batte!
Chi, dopo due GP e 30 punti, spara sulla Ferrari e su Domenicali 1) non conosce davvero la Scuderia (nessuno è inamovibile se non è funzionale al team) e 2) non tiene davvero alla squadra perché il supporto conta e molto e va testimoniato in tutti i modi, specie nell’era dei social, in cui la comunicazione è diretta e immediata. Domenicali e tutta la famiglia Ferrari – piloti, ingegneri, meccanici, uomini e donne in pista e in fabbrica – si fanno un m***o tanto per dare il massimo, portare a casa risultati e vincere. Perché, nonostante quello che diceva De Coubertin, l’importante non è partecipare, mai – alzi la mano chi non vuole vincere nella vita.
L’unico dubbio adesso è: che manovre studieranno a Maranello per il Bahrain? A chi ruberà la macchina Domenicali? Oppure sarà più subdolo e cercherà di manomettere power unit e sensori? O metterà meno benzina nei serbatoi per far restare a piedi Fernando e Kimi? Stefano, impegnati… se toppi anche stavolta il presidente non te la farà passare liscia!
Prima di lasciarvi, un grazie ad Andrea, il cui messaggio ha dato il via a tutto questo. Qualcuno avrà da ridire su queste righe? Come diceva qualcuno, “parlino bene, parlino male, l’importante è che parlino”. Tanto c’è e ci sarà sempre chi parla, no? Quindi… avanti così, sempre! E difendiamola ogni tanto la nostra Italia…
Barbara Premoli