Sepang sembra proprio la capitale degli ordini di squadra. Nel 2013 fu la volta del comando “Multi 21” della RBR e a Nico Rosberg fu detto di restare dietro a Lewis Hamilton. Nella gara di oggi, il caos è scoppiato non per le prime posizioni, ma per un 7° posto, quello di Felipe Massa.
Perentoria la comunicazione del muretto: “Ok Felipe, Valtteri (Bottas) is faster than you, do not hold him up”. Felipe deve aver visto rosso ripensando a quel così simile “Fernando is faster than you” di qualche anno fa, ma stavolta ha fatto finta di niente. Il team ci ha riprovato con un “Valtteri has better tyres, we need to let him go. Do not hold him up”. Ma niente ancora. La giustificazione? Il finlandese avrebbe potuto tentare l’attacco al 6° posto di Button.
Se nel comunicato la Williams non ha fatto alcun cenno alla questione, i protagonisti hanno parlato, in primis lo stesso Felipe Massa, che non si è nascosto dietro a un dito. “Stavo lottando fino alla fine”, ha detto, “è quello che voglio fare e lotterò per la mia carriera e per quello che è giusto. Non mi pento di averlo fatto. Rispetto il team e credo che loro rispettino me ed è importante”.
Claire Williams si è limitata a dire che era stata “una situazione difficile”. Ovviamente Valtteri Bottas è più seccato. “Avevo ottime opportunità di prendere Jenson, ero veloce, ma dobbiamo parlare con il team”.
A ridimensionare la questione, Niki Lauda, grande capo del team Mercedes: “Certo, la cosa potrebbe rappresentare un problema per la squadra in futuro. Ma i piloti sono piloti e corrono per se stessi. Io avrei fatto esattamente lo stesso ed è quello che mi aspetto facciano i miei piloti”.
E se lo dice un tre volte Campione del Mondo… Adesso c’è solo da sperare che il “processo a porte chiuse” in casa Williams sia presieduto da un giudice equo e dotato di materia grigia. E che tutto rientri nei binari, perché siamo al secondo GP, cosa che non va sottovalutata.
Barbara Premoli