Hyundai annuncia la nuova partnership di 11 anni con Tate Modern, una delle più prestigiose istituzioni nel mondo dell’arte moderna e contemporanea, basata a Londra. Grazie a tale collaborazione – la prima avviata da Hyundai con un’istituzione culturale di tale rilevanza globale – il brand contribuirà alla realizzazione della Hyundai Commission, una nuova serie di installazioni di artisti contemporanei di durata annuale, che troverà spazio all’interno della celebre ‘Turbine Hall’ della Tate Modern londinese a partire dall’autunno 2015.
“Per Hyundai, un’automobile non è solo un mezzo di trasporto, è un modo in cui le persone entrano in connessione, fatto di emozioni e di sensazioni – nello stesso modo in cui entrano in sintonia con un’opera d’arte. È su questa nostra idea di base che si fonda la collaborazione con Tate Modern”, ha commentato il Vice Presidente di Hyundai Euisun Chung. “Siamo entusiasti delle nuove possibilità che ci attendono e onorati di poter lavorare insieme a Tate a questo progetto tanto stimolante”.
“Non vediamo l’ora di iniziare la collaborazione con Hyundai, esplorando insieme alcune tra le idee più innovative e creative del mondo”, ha proseguito il direttore della Tate Nicholas Serota. “L’impegno a lungo termine di Hyundai nei confronti di Tate ci offrirà un’opportunità senza precedenti di pianificare il futuro, garantendo un decennio di nuovi stimolanti contenuti nella Turbine Hall, aperta a tutti i visitatori di Tate Modern”.
La collaborazione, fondata sull’impegno di Hyundai e di Tate per l’innovazione in tutto il mondo, è la più lunga nel suo genere nella storia del museo, e conferma la visione di Hyundai, secondo cui una vera esperienza artistica non è possibile se non attraverso un’azione di costante supporto verso la comunità artistica. La partnership con Tate, infatti, si aggiunge a quella che Hyundai Motor intrattiene da 10 anni con il Museo Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Seul, che ha permesso la realizzazione di una solida piattaforma di promozione degli artisti coreani.
Barbara Premoli