È mancato oggi, nella sua casa nel Sud della Francia, a 70 anni John Button, papà di Jenson. L’annuncio tramite un comunicato ufficiale del management del pilota di F1, secondo il quale la causa della morte sarebbe un infarto. Negli ultimi 15 anni, John era diventato una presenza fissa nel paddock, sempre presente ai GP ed era noto per la sua simpatia e il suo carattere affabile e aperto. Ma anche per i suoi trascorsi nelle corse: nel 1976 si classificò infatti secondo nel RAC British Rallycross Championship, al volante di una VW Beetle che, a causa dei suoi colori vivaci, passò alla storia come ‘Colorado Beetle.’
Fu proprio lui l’artefice degli inizi della carriera di Jenson – cui fu dato questo nome in ricordo dell’amico del rallycross Erling Jensen – e del continuo sostegno nel corso degli anni.
“Nella mia lunga carriera in F1, ho incontrato diversi papà di piloti”, ha detto il team McLaren Martin Whitmarsh, “ma probabilmente nessuno è stato più vicino al figlio di John. Da quando era bambino e correva sui go-kart, lui è stato al suo fianco, aiutandolo, supportandolo, trovando i soldi per la gara successiva. Anche quando è cresciuto e ha continuato a vincere, John c’è sempre stato. E anche adesso, negli ultimi anni durante i quali Jenson è diventato il Campione riconosciuto da tutti, il pilota più esperto sulla griglia della F1, John è sempre stato con lui, fedele e amorevole, un membro stimato e noto a tutti del piccolo e intimo entourage di Jenson. Questa sarà la sua quinta stagione come pilota McLaren: credo che John sia stato presente a tutti i GP nelle ultime quattro stagioni, in cui è diventato parte della famiglia McLaren. Non solo era un gran padre, ma anche un uomo cordiale e mancherà a tutti noi nel team e alla comunità della F1”.
Diverso da tanti altri padri, John, perché presente ma mai invadente, sempre rispettoso del figlio e del suo ruolo. Una persona per bene, sorridente… Un abbraccio a Jenson.
Barbara Premoli