Per la Dakar 2014, la Red Bull ha scelto come fornitore ufficiale di veicoli la Land Rover, per la sua straordinaria esperienza e tecnologia all-terrain, in grado di offrire il miglior supporto alle varie squadre che competono sotto l’egida della scuderia Red Bull. Cinque le Land Rover fornite, nei modelli Defender, Discovery, Range Rover e Range Rover Sport; quest’ultima seguirà per intero il percorso della gara. Le altre quattro fungeranno invece da mezzi di appoggio, trasportando tutte le attrezzature necessarie al team. Tutti i veicoli forniti sono di serie, con barre da tetto opzionali e ruote/pneumatici di scorta per far fronte alle esigenze del Team Red Bull.
La Range Rover Sport è il veicolo che nello scorso giugno ha battuto il record per SUV di serie nella cronoscalata di Pikes Peak. La Sport V8 Supercharged da 5 litri, con roll-cage sportivo omologato, consentirà ai fotografi ufficiali Red Bull di cogliere gli attimi più significativi del Rally, assistiti dall’ innovativo sistema Terrain Response® 2, che seleziona automaticamente il programma più adatto in base alle mutevoli condizioni del terreno. L’agilità e la velocità della Range Rover Sport contribuiranno inoltre a mantenere le land Rover al passo con i veicoli in gara, che copriranno giornalmente ragguardevoli distanze.
Il Team Red Bull Desert Wings è composto da varie squadre suddivise in tre classi: moto, camion e vetture. Il Race2Recovery, sponsorizzato da Land Rover, è il team formato da invalidi per motivi di servizio che – contro ogni previsione – ha portato a termine la Dakar dell’anno passato e che tornerà a partecipare anche il prossimo gennaio con un camion e due vetture. Quest’anno il team sarà ospitato ogni giorno nel Red Bull camp, che potrà così garantire al Race2Recovery risorse e infrastrutture aggiuntive. Saranno inoltre a disposizione della squadra due Discovery di supporto.
Il Rally Dakar partirà il 5 gennaio 2014 da Rosario, in Argentina, per concludersi il 18 gennaio a Valparaiso, in Cile, dopo aver coperto circa 5.000 km su alcuni dei percorsi più ostici del mondo.
Barbara Premoli