Ma allora non vi piace proprio guidare? Noi siamo moderatamente contrari e molto scettici circa le auto a guida automatica. Forse è una battaglia di retroguardia, ma che dire, siamo nati lo scorso secolo e certe cose ci piacciono al naturale. Insomma, per dirla alla Arbore, meglio dal vivo che dal morto. Ci piace ritrovarci con gli amici in osteria, al ristorante e anche al bar lounge che va così di moda negli ultimi tempi. Chiacchierare e bere qualche cosa mentre ci si guarda in faccia direttamente dà più soddisfazione che scambiare qualche post su Facebook o guardarsi sullo schermo intermediati da Skype. E poi ci piace andare con la morosa e scambiarci emozioni epidermiche (il senso è quello stretto) perché la virtualità di certe passioni ci piace così così e piuttosto che la rete preferiamo le calze a rete che poi si tolgono e non si spengono.
Orbene, se dobbiamo andare in auto ci piace governarla e magari domarla quando fa le bizze. Entrare in una scatola che improvvisamente si anima e ci trasporta dove vogliamo noi alla velocità che vuole lei, ci attizza poco o quasi nulla. Insomma, stiamo parlando della guida automatica. Ne dibattono tutti. Qualcuno dice che entro il 2020 (cioè fra 6 anni) le prime auto a guida autonoma saranno sul mercato. Ottimo, ma non ci riguarda. Noi, come abbiamo testé ricordato, siamo dell’altro secolo, accidenti! Poi leggi che in Giappone su un’autostrada, invero poco frequentata, le Leaf della Nissan sono andate a zonzo da sole. Evviva. Siamo contenti.
Noi intendiamo questa opportunità tecnologica un eventuale vantaggio per chi non si può muovere autonomamente. Chissenefrega se, come si legge su tanti comunicati stampa, la guida automatica viene studiata e sviluppata perché quando sei in coda puoi metterti a leggere o a fare la qualsiasi, tanto ad avanzare ci pensa il computer… oppure la sicurezza con il “cervello” elettronico ai comandi sarà assoluta! Evviva due! Sai che bellezza andare a 20 all’ora perché qualche simpatico assessore si è dimenticato di togliere quel cartello su quel rettilineo a quattro corsie, oppure la tua macchina con intelligenza artificiale non rallenterà perché il cartello in quel tratto è fuori standard, per cui ti ritroverai allegramente a 100 quando dovevi andare a 50. Stupidaggini? Mica tanto, le variabili nella guida su strada sono tante, troppe per poter essere pianificate. Ma sugli aerei? Ma hai dato un’occhiata a quanto grande è il cielo e quanto è stretta l’A1? Sembra che sia in corso una gara fra chi è più pirla. Poi ti addentri nel discorso e allora la cosa si fa più seria.
Nissan studia e sviluppa sistemi testando e cercando i limiti di una tecnologia che piano piano sta maturando. Toyota guarda nella scatola nera, ma dice che i comandi delle sue auto resteranno saldamente nelle mani di chi guida (e siamo d’accordo) anche perché loro sono appassionati e l’auto deve essere guidata e basta (condividiamo e schiacciamo anche un like).
I tedeschi di Mercedes, Volkswagen e BMW sono pronti, ma molto pragmaticamente aspettano lo sviluppo del mercato. Di base il problema è un non problema, ma se i clienti non avranno più voglia di guidare, allora loro saranno in grado di dare auto che vanno da sole… Insomma, situazione piuttosto magmatica e articolata.
Tutti dicono che i sistemi ci sono, basta metterli in rete et voilà, ecco la guida automatica. Poi, a mezza voce, ti raccontando che no, meglio non arrivare alla macchina che si autoguida perché, perché tutto va bene finché tutto va bene. Poi, magari per un piccolo errore del laser, la manovra non riesce e allora il patatrac! E vai poi a cercare il responsabile. E allora subentra la legge, le assicurazioni, l’impreparazione della società e della burocrazia ad adeguarsi a questa novità. E allora finisce che si torna sulla terra e nel 2020 qualche giapponese avrà l’auto che va a zonzo in modo indipendente. A Milano, a Napoli e a Roma un’auto comandata dall’elettronica mi sa che si muoverebbe di 20 metri in tre giorni… e allora sai che affare!
Peppino Fumagalli