E siamo arrivati a quota due! Due operatori privati di car sharing a Milano. Una buona notizia. Certo, è una buona notizia perché la città va avanti, ci saranno meno auto in giro, si circolerà meglio e soprattutto si respirerà meglio. Car2go e Enjoy sembrano essere la nuova frontiera della mobilità cittadina, le Case che partecipano a queste avventure sono contente perché vedono nel car sharing anche un’opportunità pubblicitaria. E tutto sommato lo siamo anche noi che valutiamo questa esperienza come un gioco virtuoso che ci migliora la qualità della vita. Ma noi viviamo nel centro del grande centro lombardo e così possiamo godere dei vantaggi che arrivano a chi è privilegiato. E noi, con grande responsabilità, godiamo!
Però siamo anche grandi appassionati e ci piacciono le macchine e ci piace tanto guidare (e guidare forte, perché, marinettianamente, ci piace la velocità). E allora, in netta contraddizione con il nostro pensiero, la nostra pancia, il nostro cuore ci dicono che il car sharing è la morte della passione. Usare un’auto in condivisione svaluta (emozionalmente, si intende) il mezzo a mero strumento, a strumento domestico che serve a trasportare il soggetto dal punto A al punto B.
D’accordo, si potrà dire, questa è la funzione del veicolo automobile. Lo sappiamo e siamo d’accordo con questa affermazione, ma oltre all’uso c’è la poesia della libertà di spostarsi quando si vuole, andare dove si vuole e alla velocità che si vuole. Ecco, questo è il mondo dell’auto che noi amiamo e che sembra stia tramontando. Perché se la passione non ci fa spostare dal feeling degli anni Trenta, la ragione ci fa capire che, purtroppo, tutto sta cambiando.
Quando il vento di questa crisi si placherà e magari ritornerà il bel tempo vivremo in un’altra dimensione. Delle air lines low cost ai treni AV, nell’ultimo lustro in molti abbiamo abbandonato l’auto per passare ad altri mezzi, più veloci, più ecologici (il treno, vogliamo dire) e anche più comodi delle auto.
E quindi il feticcio-auto si sta svuotando di molto fascino, soprattutto fra i più giovani. E allora noi siamo qui che guardiamo con amore le lamiere delle auto e ci facciamo prendere dalle linee, dalle curve dei vestiti dei mostri d’acciaio. Ma siamo rimasti in pochi e saremo, qui in Occidente, sempre meno. Perché i più sono distratti dall’iPhone che anche nella sua espressione più costosa costa tanto meno di una macchina e fa figo a meno di mille euro. E finisce che, se ci si guarda in giro, se si è in adorazione della ultima novità automobilistica, ci si trova circondati da chi vive nei BRICS. E allora, per concludere questo sproloquio, l’amore che c’era qui una quarantina di anni fa, lo si ritrova lì dov’è la nuova Far East che di Europa occidentale…
Peppino Fumagalli