Il brand McLaren è nato in pista e, a 50 anni di distanza, è il nome di maggior successo nell’automobilismo a livello mondiale. Il desiderio e la volontà di spingere al massimo per guadagnare ogni decimo di secondo e l’ossessiva attenzione nei confronti della perfezione hanno consentito di raggiungere l’ultimo obiettivo dello sviluppo della McLaren P1: un tempo sul giro inferiore ai 7 minuti sul circuito del Nürburgring.
Sin dall’inizio, la McLaren P1 è stata progettata con un chiaro obiettivo: essere la migliore auto in assoluto, sia su strada che su pista. Per raggiungere questo risultato, il programma di sviluppo della McLaren P1 si è concentrato sul superamento di ogni limite in termini di prestazioni pure, con test effettuati in condizioni estreme in tutto il mondo. Ma un’ultima sfida doveva essere ancora affrontata ed era la più difficile.
20,8 km a una velocità media di oltre 178 km/h. Di primo acchito potrà sembrare un’impresa fattibile, fino a quando non aggiungiamo più di 150 curve, un dislivello di 300 metri e forze in curva fino a 2G. E tutto questo in meno di 7 minuti…
Commentando l’eccezionale tempo sul giro della McLaren P1, il campione del mondo del 2009 e pilota della McLaren Formula 1, Jenson Button, ha affermato: “Il fatto che la McLaren P1 abbia fatto segnare un tempo sul giro inferiore ai 7 minuti al Nürburgring è davvero notevole. Sono in F1 ormai da 14 anni, e ho partecipato a più di 240 GP e, anche se non ho mai guidato una vettura di F1 sul circuito del Nürburgring-Nordschleife, perché l’ultima volta che il GP di Germania si è tenuto lì io non ero ancora nato, so esattamente quanto questa pista sia impegnativa e terrificante. Nel corso degli ultimi 12 anni ho posseduto tante vetture da strada dalle altissime prestazioni. Ho guidato la McLaren P1 in diverse occasioni – tra cui la cronoscalata al Goodwood Festival of Speed, dove è stata sensazionale – e penso che sia una vettura senza eguali, incredibilmente raffinata e veloce. Ma aver fatto registrare un tempo sul giro inferiore ai 7 minuti sul Nürburgring è davvero la ciliegina sulla torta: la prova inconfutabile, supportata da dati concreti, sulla più grande pista in assoluto, che la McLaren ha creato un’auto che ha cambiato le regole del gioco”.
Il Nürburgring-Nordschleife è sicuramente la pista più impegnativa al mondo per misurare le prestazioni complessive di qualsiasi auto. E tra gli obiettivi prestazionali della McLaren P1 – accelerazione fino a 300 km/h in meno di 17 secondi e una velocità massima limitata di 350 km/h, per citarne un paio – vi era il conseguimento di un tempo sul giro inferiore ai sette minuti al Nürburgring. Un’impresa già difficile per una leggera auto da corsa, pensata per la pista, e sicuramente quasi impossibile per una vettura di serie con pneumatici normali, livelli di comfort superiori e capacità a tutto tondo sulla strada.
Meno di 7 minuti – equivalente a una velocità media di almeno 178 km/h sul circuito di 20,8 km. E non un circuito qualsiasi. Un circuito che comprende lunghi rettilinei, curve strettissime, pendenze ripide e innumerevoli cambiamenti di superficie, più di qualsiasi altro tracciato al mondo.
Il Nürburgring, o Nürburgring-Nordschleife, questo il suo nome completo, è uno dei più temibili circuiti del mondo. Questo nastro di asfalto di 20,8 km, che si snoda attraverso le foreste dell’Eifel, in Germania, ha fatto parte del calendario della Formula 1 fino al 1976, quando ne fu escluso per motivi di sicurezza dopo l’incidente che quasi costò la vita a Niki Lauda. La gara, raccontata nel recente blockbuster hollywoodiano Rush, vide James Hunt aggiudicarsi la pole e la vittoria finale per la McLaren, nel suo cammino verso la conquista del titolo di campione del mondo. La messa in scena risale a 37 anni fa – McLaren: P1 al Nürburgring.
L’impegnativo mix di curve con pendenza negativa e di serrate sezioni tecniche, coronate dal rettilineo della Döttinger Höhe di 3,5 km, richiede un compromesso tra alta deportanza per prestazioni ottimali in curva e una bassa resistenza aerodinamica per una maggiore velocità di punta.
Ogni giro, con le sue 154 curve e gli incredibili dislivelli e cambi e direzione, è una sfida temibile sia per l’auto sia per il pilota ed esige un assetto ottimizzato, un impegno totale e una concentrazione assoluta. Questo è il circuito che il tre volte campione del mondo di Formula 1, Jackie Stewart, soprannominò l’“inferno verde” e l’elenco degli incidenti e delle vittime è lungo quasi quanto la pista in sé.
Il giro: il punto di vista del pilota
La versione in Grigio Supernova della McLaren P1, denominata XP2R, è arrivata fino al Nürburgring da Woking, in Inghilterra, percorrendo 630 km, in vista dell’ultima fase dei test di sviluppo, sottolineando le straordinarie caratteristiche della vettura sia su strada sia su pista. All’arrivo al circuito, con la modalità “Race” attivata, l’alettone posteriore esteso di 300 mm, l’altezza da terra abbassata di 50 mm e il sistema di sospensione RaceActive Chassis Control irrigidito del 300%, la vettura in assetto da corsa era pronta per dimostrare le sue eccezionali capacità in pista.
La McLaren P1 genera fino a 600 kg di deportanza grazie all’uso di un’avanzata aerodinamica attiva che, in combinazione con gli pneumatici su misura, offre livelli di aderenza, bilanciamento e maneggevolezza senza precedenti. Questo consente alla McLaren P1 una velocità superiore in curva e al punto di corda, mentre la trazione ottimizzata permette al pilota di accelerare in anticipo in uscita dalla curva.
“È come andare sulle montagne russe, ma peggio. In pista, tuttavia, la vettura è ottimamente bilanciata e composta e ti invita a spingere di più grazie al fantastico livello di grip e le capacità complessive”, spiega Goodwin. “L’accelerazione dalla curva dell’Aremberg fino alla Fuchsröhre è assolutamente incredibile. Ho provato un’accelerazione del genere solo su una vettura di Formula 1. Questa sezione serpeggiante in discesa viene affrontata senza decelerare, utilizzando il DRS e cambiando marcia fino in fondo alla valle; nella compressione che segue, la vettura è soggetta alle più alte forze g verticali. Le forze sottopongono gli pneumatici, il telaio e l’ala a un forte carico, ma basta sollevare un attimo il piede dall’acceleratore per superare agevolmente questa sezione. I numerosi salti per cui la Nordschleife è famosa sono una sfida ancora più difficile per via delle enormi velocità. Flugplatz e Pflanzgarten sono entrambe affrontate ad altissima velocità, ma i livelli di carico aerodinamico generati controbilanciano la velocità e mantengono la vettura stabile all’atterraggio. Sono due curve terrificanti per qualsiasi vettura, ma non mi sono mai sentito più sicuro di me. È semplicemente sensazionale. Attraverso Bergwerk [la curva in cui Niki Lauda ebbe il famoso incidente al GP di Germania nel 1976], devi sterzare all’ultimo momento per poter mantenere la velocità sul rettilineo successivo senza uscire di pista. Qui, le impressionanti capacità di frenata e la precisione dello sterzo della McLaren P1 sono cruciali e consentono di applicare nuovamente l’acceleratore velocemente e fluidamente. È una sezione veloce e molto soddisfacente se l’affronti correttamente”.
Riacquistando immediatamente il ritmo in uscita da Bergwerk, il rivoluzionario RaceActive Chassis Control (RCC) assicura una fantastica aderenza ed equilibrio in una sezione particolarmente accidentata del tracciato. Goodwin continua: “Con una vettura così veloce, la stabilità è importante tanto quanto il grip, e alcune delle sezioni più irregolari della pista sono anche le più veloci. La lunga scalata verso il Karussell offre alcuni momenti spettacolari, con la vettura spinta lungo la salita dalla potenza combinata dei due motori. In cima alla collina troviamo una delle curve più veloci del tracciato, che si affronta a circa 300 km/h; la pista è davvero irregolare qui, ma basta toccare i freni e scalare in quinta per superarla”.
Le forze in curva raggiungono l’apice quando la McLaren P1 tocca la superficie in cemento sopraelevata al Karussell, con un cambio di direzione di oltre 180 gradi. In termini di forze g laterali, il pilota è sottoposto a 3,9G.Da qui, la McLaren P1 entra nella fase finale del giro, sprintando fino al traguardo. Dotata di pneumatici Pirelli da strada, appositamente sviluppati per la McLaren P1, il modello di produzione ha percorso l’intero circuito a ritmi sostenutissimi, raggiungendo la velocità massima di 330 km/h (limitata elettronicamente) in modalità “Race” sul rettilineo della Döttinger Höhe.
Nel corso di un solo giro, un cambio di marcia è stato effettuato in media ogni 6 secondi e, a differenza della Formula 1, dove il DRS è limitato a una o due zone designate per facilitare i sorpassi, il sistema è stato utilizzato da Goodwin per il 9% del giro, in sette occasioni separate. Il sistema, azionato tramite un pulsante montato sullo sterzo, regola l’inclinazione dell’ala posteriore, a due elementi, da 29° a 0°. Quando viene attivato, il DRS riduce la deportanza della vettura del 60%.
“Il rettilineo della Döttinger Höhe sparisce in un batter d’occhio”, spiega Goodwin. “Da Galgenkopf l’accelerazione è brutale, ma quando si preme il pulsante del DRS, aumenta ulteriormente mentre l’auto ‘scivola’ attraverso l’aria, arrivando alla velocità massima limitata di 330 km/h in pochi secondi. E quindi la vettura continua la sua marcia di ‘crociera’ a questa velocità surreale, con l’asfalto ruvido e le montagne dell’Eifel che volano davanti a te come se fosse una sequenza di film accelerata”.
Avendo guidato l’intera gamma delle vetture stradali e da corsa della McLaren, Goodwin si trova nell’invidiabile posizione di poter commentare sulle prestazioni e le capacità di ogni modello, rapportando la performance della McLaren P1™ a queste auto. Al termine della sua volata in meno di 420 secondi sul terrificante circuito del Nürburgring, Goodwin conclude: “Guidare la McLaren P1™ a questa velocità, su questo circuito, è un’esperienza esilarante, sicuramente la migliore che abbia mai provato al volante di una McLaren, di qualsiasi tipo e su qualsiasi strada o pista al mondo”.
Per il team McLaren, fare bene non basta. Questa mentalità ha visto il nome della McLaren sul gradino più alto del podio in Formula 1, alle 500 Miglia di Indianapolis, nella serie Can Am e alla 24 Ore di Le Mans – un risultato che nessun altro team può vantare. Solo in Formula 1, il team ha vinto un quarto di tutti i Gran Premi mai disputati, conquistando 155 pole e 182 vittorie. Questi risultati evidenziano il desiderio di successo del team e la costante spinta per migliorarsi. Questa mentalità permea tutto il Gruppo McLaren e conseguire un tempo sul giro sotto i sette minuti al Nürburgring è stato solo un altro record che il team di Automotive era determinato a battere. Goodwin aggiunge: “Il tempo sul giro al di sotto dei sette minuti al Nürburgring era uno degli obiettivi prefissati per la McLaren P1 e, come tutti gli altri obiettivi del programma, il team è riuscito a ottenere molto di più di quello che si era preposto di fare. È un calzante tributo alla società nel suo 50° anniversario, e a Bruce, il fondatore, i cui ideali viviamo tutti i giorni”.
L’innovativa McLaren P1 è dotata di due propulsori in grado di erogare 903 CV. Un motore a benzina V8 biturbo da 3,8 litri altamente efficiente eroga 727 CV e ad esso è stato affiancato un leggero motore elettrico da 176 CV per ottimizzare le prestazioni. L’efficiente trasmissione offre una coppia e una risposta all’accelerazione istantanee, con prestazioni pari a 0-100 km/h in 2,8 secondi, 0-200 km/h in 6,8 secondi e 0-300 km/h in 16,5 secondi.
La combinazione di aerodinamica ottimizzata, avanzati sistemi su misura sviluppati con partner tecnici e tecnologie all’avanguardia ha consentito alla McLaren P1™ di conseguire, e spesso superare, gli obiettivi di sviluppo prefissati. È il culmine di cinque decenni di conoscenze e competenze vincenti, trasferite in pista con i fattori motivanti che hanno permesso al marchio McLaren di diventare uno dei nomi di maggior successo dell’automobilismo: convinzione e desiderio di vincere.
Mike Flewitt, Chief Executive Officer McLaren Automotive, spiega: “Quest’ultima sfida per la McLaren P1™ è stata apertamente pubblicizzata fin dall’inizio dell’anno e il risultato è la riprova del grande valore del team di Woking. Non solo in termini di ciò che è stato conseguito in Germania, ma di intero progetto. La McLaren P1 è un tour de force tecnico e una vettura di cui tutti, qui alla McLaren, siamo orgogliosi. Il desiderio di spingere i limiti prestazionali e di scendere sotto alla soglia dei sette minuti dimostra che lo spirito di Bruce McLaren è ancora vivo nella nostra azienda dopo 50 anni. Il Nürburgring è uno dei circuiti più ardui e impegnativi al mondo ed è il test conclusivo ideale per la McLaren P1, in quanto combina tutti gli elementi del programma di sviluppo che abbiamo implementato e sottopone tutti i sistemi e le tecnologie a una punitiva sessione di prova di 7 minuti. Abbiamo fissato una serie di obiettivi ambiziosi nel corso dello sviluppo della McLaren P1 per provare la filosofia che abbiamo adottato per questa vettura, vale a dire creare la migliore auto in assoluto, sia su strada che su pista. Sono molto orgoglioso del fatto che siamo riusciti a conseguire tutto quello che ci siamo originariamente prefissati, e in modo così convincente”.
E ora date un’occhiata al video e… buon divertimento! http://youtu.be/E9IWiTpWeiM
Barbara Premoli