Gestire un parco veicoli in modo efficiente ed economicamente vantaggioso è impresa ardua. In una azienda, o comunque in qualsiasi attività industriale, cercare di ottenere il massimo al giusto costo è un passaggio necessario perché l’attività produca i necessari margini che, tra l’altro, giustificano anche l’essenza stessa di questo impegno.
La tendenza a portare all’esterno del perimetro cosiddetto core tutto ciò che è utile all’esercizio dell’impresa, ma non è centrale, serve anche a tenere al massimo dell’operatività quel settore richiedendo all’impresa il minimo impegno economico, di risorse umane e anche di tempo.
L’affitto a lungo termine di auto, ma anche di mezzi commerciali, in definitiva, copre questa esigenza. La convenienza di questo tipo di operazioni sta nel giusto bilancio fra spese e benefici. Calcolare in modo completo il peso economico della gestione del parco auto fa parte di questa esigenza che è tale sia per chi deve gestire un numero elevato di mezzi sia per chi invece si trova a lavorare con numeri piccoli.
Di qui la necessità di costruire modelli economici che possano disegnare con facilità e velocità preventivi di spesa affidabili. Arval, in collaborazione con l’Università della Sapienza di Roma, ha dato il via a un progetto che ha come scopo ultimo la creazione di un modello di calcolo economico che darà la possibilità di valutare e soppesare la spesa della gestione di un parco auto comprendendo anche quelle spese che gli attuali modelli non riescono a comprendere. Ecco quindi la caccia a quei costi occulti che gravano su chi utilizza i veicoli (anche in long term rent) che fino a oggi non venivano conteggiati. E questi costi fanno riferimento soprattutto alla sicurezza stradale.
La “non-sicurezza” in questo ambito ha costi parassiti che appesantiscono i bilanci aziendali ma che non si riesce mai a quantificare al momento della stesura del budget. Si è calcolato che un incidente stradale si porta appresso un aggravio di costi di circa il 17% e che questo ulteriore onere deve essere inserito in quello che viene definito, con termine tecnico, TCO (Total Cost Ownership).
Non solo, ma la ricerca di maggiore sicurezza innesca un circolo virtuoso che coinvolge l’intera attività e di conseguenza fa calare altre criticità, come per esempio si è verificato che aumentando l’attenzione sulla sicurezza stradale dei veicoli aziendali, diminuiscono parallelamente anche gli incidenti professionali, perché il comportamento virtuoso in un ambito fa crescere la sensibilità alla sicurezza anche in quelli contigui.
L’impegno di Arval, in definitiva, è quello di contribuire, con il suo ufficio studi (quello italiano è nato nel 2005), a creare una patrimonio di conoscenze e di studi da mettere a disposizioni delle aziende-clienti per creare un sistema moderno, cresciuto ed economicamente efficiente.
In allegato, le slides che illustrano la ricerca del professor Fabio Orecchini, Direttore del SEM CIRPS – Sapienza Università di Roma, al quale va un doppio plauso: per la completezza della ricerca su un tema assolutamente nuovo ma anche per come è riuscito a inchiodare i partecipanti al workshop, spiegando passo passo, in modo chiaro ed esaustivo, premesse, dati, soluzioni per abbattere i costi e, soprattutto, migliorare la sicurezza delle aziende, degli automobilisti e degli utenti della strada.
Barbara Premoli