Non potevano iniziare in modo migliore le Finali Mondiali del Lamborghini Blancpain Super Trofeo: Gara 1 ha infatti visto tutte e tre le Serie Continentali rappresentate sul podio, e Andrea Amici allungare la propria striscia di vittorie consecutive a cinque dopo aver dominato la corsa con la vettura dell’Autocarrozzeria Imperiale. Normale quindi scommettere su di lui per il successo finale, ma Gara 2 ha invece stupito tutti con un finale thrilling che ha visto prevalere Andrew Palmer, pilota che è una recente aggiunta ai ranghi del Super Trofeo Nord America. Aggiungendo una vittoria al secondo posto colto nella prova del mattino, la giovane stella ha fatto più punti di tutti regalando a sé stesso, agli USA e al team GMG Racing il Titolo Mondiale del Lamborghini Blancpain Super Trofeo 2013, successo conquistato battendo una concorrenza forte ed esperta.
La prima corsa della giornata ha preso il via alle spalle della Safety-Car a causa delle condizioni di pista bagnata. A guidare il gruppo il poleman Adrian Zaugg, consapevole però di avere a che fare con una pista molto corta, che rendeva difficile l’attuazione della sua tattica abituale, cioè la fuga per garantire il massimo vantaggio possibile al suo compagno AM Federico De Nora. Forte di questo, alle sue spalle Andrea Amici ha tenuto l’atteggiamento inizialmente attendista già visto più volte nel corso della stagione, seguito da Andrea Gagliardini, alfiere della Composit Motorsport che ha mostrato uno stato di forma straordinario per quasi tutta la gara.
Due piloti che in qualifica avevano deluso rispetto al proprio potenziale in gara si sono fatti decisamente notare: Dimitri Enjalbert e Kevin Conway hanno infatti mostrato progressi importanti a inizio gara, risalendo dal fondo della griglia al 13° posto nel caso dell’americano e, per Enjalbert, rimontando fino alla settima piazza prima dell’apertura dei box per i pitstop al giro 12. Quando le prime cinque vetture della classifica sono rientrate in pista dopo la sosta ai box, in testa c’era ancora la vettura n°3 del team Bonaldi, guidata ora da Federico De Nora con un vantaggio di appena 3″ sul resto del gruppo.
All’ingresso nella seconda metà di gara Andrea Amici, Campione della serie Europea, si è velocemente liberato di De Nora e ha preso la testa della corsa al giro 16. Il talento americano Andrew Palmer, soltanto alla sua quarta gara, ha imitato Amici poco dopo guadagnando la seconda piazza, seguito dal giapponese Manabu Orido che si è assicurato il terzo posto. Questo, mentre Andrea Gagliardini rallentava il passo e si allontanava dalle posizioni di testa. A salvare l’onore della Composit Motorsport ha pensato così Alberto Viberti, che ha recuperato fino alla quarta posizione dopo aver scontato un drive-through e ha finito davanti a uno straordinario Enjalbert, capace di rimontare ben 18 posizioni e chiudere al quinto posto, davanti a Federico De Nora.
In testa al gruppo, intanto, l’ingresso della Safety-Car nel finale di gara ha messo i sigilli sul trionfo di Andrea Amici, che ha così portato al successo l’Europa davanti ad Andrew Palmer, secondo per gli Stati Uniti, e a Manabu Orido, che a riprova del valore internazionale di queste Finali Mondiali ha portato anche l’Asia a essere rappresentata sul podio con il terzo posto.
Grandi aspettative e una pioggia battente hanno salutato il via della seconda corsa da 50 minuti, ma la tanta acqua in pista non è riuscita a spegnere una gara che si è rivelata elettrizzante. Dopo che la Safety-Car è rientrata ai box al terzo giro lasciando il comando ad Andera Amici, il pilota dell’Autocarrozzeria Imperiale ha tentato di allungare ma Andrew Palmer si è letteralmente incollato alla coda della sua vettura, tenendo nel frattempo sotto controllo gli attacchi di un aggressivo Manabu Orido: il pilota giapponese, infatti, si avvicinava pericolosamente ad ogni curva grazie a staccate molto ritardate e in più occasioni è riuscito quasi ad affiancare la Gallardo n°114 della GMG Racing. Alla fine Palmer ha dovuto cedere alla pressione di Orido perdendo la seconda piazza, e il pilota schierato da Lamborghini Jakarta a quel punto ha iniziato a insidiare Amici per la testa della gara, mentre alle spalle dei tre si avvicinavano anche Zaugg ed Enjalbert. La lotta fra i due al comando ha rallentato leggermente il ritmo gara, e così prima che venisse aperta la finestra per i pitstop le cinque vetture di testa si sono trovate raggruppate.
Dai pitstop la situazione è uscita decisamente rimescolata, con Amici che si è ritrovato 7° mentre al comando è salito De Nora (compagno di Zaugg), almeno finché Alberto Viberti non gli ha portato via la prima posizione. Il pilota della Composit Motorsport, però, ha poi dovuto scontare un drive-through e questo ha lasciato via libera a Manabu Orido, che è diventato leader della gara. Dietro, Amici faticava a recuperare le posizioni perse ai box, e la parola fine alle sue chance per il successo di gara e il Titolo Mondiale l’ha messa un errore che lo ha portato a insabbiarsi in una via di fuga, concludendo così la propria gara.
In pista, intanto, Andrew Palmer si è prima avvicinato al più esperto Dimitri Enjalbert, passandolo e portandogli così via il secondo posto, e poi si è messo alla caccia del leader. Appena due giri più tardi l’americano ha preso e passato Orido, e da lì in poi ha iniziato a spingere accumulando un vantaggio di 3″8 in appena quattro tornate, aiutato anche dalla lotta per il secondo posto tra Orido e la Gallardo Aviatrax di Enjalbert. Il pilota giapponese è riuscito a resistere fino alla fine e a tagliare il traguardo secondo davanti al rivale francese, che ha chiuso terzo. Come era accaduto nella corsa del mattino, anche sul podio di Gara 2 sono stati così rappresentati tutti i Campionati Continentali del Lamborghini Blancpain Super Trofeo. Alle spalle della top 3 si è classificato Alberto Viberti con la vettura della Composit Motorsport, che dopo il drive-through ha recuperato fino a cogliere il secondo 4° posto assoluto consecutivo e la seconda vittoria di fila in Classe AM, risultati che gli hanno garantito il Titolo Mondiale tra gli Amateur.
Barbara Premoli