La Q50 ci attende nel parcheggio dell’aeroporto di Barcellona. È l’Infiniti della svolta, la berlina di lusso con cui il brand si lancia verso il futuro ma ritornando alle origini, a quella Q che contrassegnò il primo modello, la Q45, con cui Nissan nel 1989 lanciò il suo marchio di lusso. A partire dalla Q50, tutta la gamma avrà quindi una Q nella sua sigla, con i crossover a trazione integrale “marchiati” QX.
E, quasi 25 anni dopo, Infiniti ne ha fatta di strada, arrivando persino in Formula 1, con la partnership tecnica che l’ha portata sul tetto del mondo con il team Red Bull Racing e con il quattro volte Campione Sebastian Vettel (che in pista guida la monoposto Q100) nel ruolo di responsabile performance, non un semplice ambasciatore del marchio, quindi, ma parte integrante e attiva nel processo di sviluppo delle stradali.
La Q50 è il primo modello studiato pensando all’Europa e, per far emergere tutte le sue qualità, Infiniti ha organizzato una prova su strada e in pista, dal centro di Barcellona nell’entroterra fino al Monserrat e, meta finale prima di rientrare nella capitale catalana, il circuito Fast Parcmotor Track.
Muscolosa e fluida nelle linee, la Q50 si fa subito notare per i nuovi proiettori anteriori e il montante C a mezzaluna, riflettendo molti dei tratti stilistici visti nella trilogia delle concept car presentate negli ultimi quattro anni da Infiniti, ovvero Essence, Etherea ed Emerg-E: non semplici esercizi stilistici fini a se stessi da mostrare ai Saloni ma, come ha riassunto Alfonso Albaisa, Direttore Esecutivo del Design di Infiniti, ma “la tela su cui dipingiamo i nostri sogni per la vettura che andrà poi in produzione”. E con la Q50 quei sogni oggi sono realtà.
Ma non è soltanto la linea esteriore della Q50 ad aver subito l’influsso della trilogia di prototipi Infiniti; anche negli interni ritroviamo linee e materiali già proposti sulle concept, con scrupolosa attenzione ai dettagli e finiture di alta qualità. E la carrozzeria della Q50 non è solo espressione di una nuova eleganza in movimento ma anche di tecniche costruttive così precise da garantire un livello di accuratezza nell’incastro dei pannelli ai vertici del segmento.
La Infiniti Q50 è disponibile con motore diesel 2.2 litri di derivazione Mercedes oppure con ibrido benzina/elettrico da 3.5 litri (con cui si può viaggiare in modalità elettrica fino a 80 km/h) basato sul sistema Direct Response. L’unità 2.2d può essere abbinata a un cambio manuale a 6 rapporti o alla trasmissione automatica a 7 velocità e ha la trazione posteriore. Il propulsore 3.5h è proposto solo con trasmissione automatica a 7 velocità e offre la possibilità di scelta fra trazione posteriore e trazione integrale intelligente.
Tre i livelli di allestimento disponibili per i modelli diesel – SE, Premium e Sport – mentre il modello Hybrid viene commercializzato solo in una versione top. Tutti i modelli Q50 hanno un ricco equipaggiamento standard di livello adeguato allo stile Infiniti, ma possono essere integrati con pacchetti opzionali studiati per offrire la maggiore flessibilità e libertà di scelta possibili. Otto i colori – Nero Ossidiana, Bianco Chiaro di Luna, Platino Liquido, Polvere di Grafite, Blu Hagane, Castagna, Rubino Veneziano e Nero Malbec, con tutte le finiture realizzate in vernice Scratch Shield antigraffio autoriparante. La Q50 punta anche al settore delle flotte aziendali, con costi operativi estremamente competitivi nell’arco dell’intera vita del prodotto e i sistemi altamente tecnologici che la rendono un vero e proprio ufficio mobile.
All’interno, i designer hanno puntato sull’eleganza naturale, la spaziosità dei sedili posteriori e la cura artigianale tipica del brand, con attenzione ai dettagli e uso di materiali di prima qualità. Il cruscotto è sdoppiato, seguendo la plancia che si sviluppa seguendo un lieve profilo a “doppia onda”. Tutto è focalizzato sul guidatore: i comandi sono posizionati in modo da essere azionati senza cambiare la posizione di guida, con particolare attenzione all’interfaccia uomo-macchina nel rispetto dell’ergonomia, anche grazie ai doppi schermi touchscreen Infiniti InTouch (da 8” quello superiore, da 7” quello inferiore) che contribuiscono a ‘fare ordine’ sul quadro strumenti e da cui si controllano tutti i settaggi, dall’handling, al clima, all’infotainment (che include App e sistema audio Bose).
E, proprio a livello di set-up, troviamo uno dei segreti che rendono unica la Q50: il DAS (Direct Active Steering), il sistema steer-by-wire che permette di personalizzare la risposta dello sterzo. Leggero e fluido nelle manovre, più affidabile e più agile per la guida sportiva e nei percorsi impegnativi, lo sterzo elettronico diretto mette a disposizione tutte le opzioni mediante semplici comandi su touchscreen. La Q50 – unica in questa categoria di vettura – offre la possibilità di impostare in base alle preferenze sia la potenza di sterzata sia la risposta, salvando tutte le impostazioni. Il DAS trasferisce elettronicamente l’input del guidatore alle ruote anteriori, dove un attuatore aziona la cremagliera. Eliminando le perdite meccaniche che possono ridurre la risposta nei sistemi convenzionali, la risposta dello sterzo è più rapida e non ci sono vibrazioni del volante. Il tutto mantenendo comunque un feedback del fondo stradale, fondamentale per apprezzare fino in fondo le elevate prestazioni della Q50.
La regolazione dello sterzo viene eseguita su un touchscreen come funzione inclusa nel Selettore della Modalità di Guida di Infiniti. A seconda del modello, sono disponibili fino a quattro modalità pre-impostate, più una modalità personalizzata che consente di combinare a piacere lo sforzo di sterzata e il rapporto di demoltiplicazione in base allo stile di guida individuale e al tipo di strada.
Il DAS fa parte della dotazione standard delle versioni Sport e Hybrid ed è disponibile per tutti gli altri modelli scegliendo il pacchetto opzionale Steering Pack, che include il sistema Active Lane Control. Se certe tecnologie possono, sulla carta, sembrare fantascientifiche e astruse, tutto diventa facile quando vengono testate sul campo, come abbiamo potuto fare in circuito nello Steering Response Test, in un percorso tra i birilli, in un confronto diretto tra le versioni con e senza DAS. Impressionante la rapidità di risposta e i movimenti minimi necessari per impostare il raggio di sterzo desiderato.
E altrettanto impressionante è stato eseguire il Vibration Harshness Test: ovvero provare in sequenza i due modelli con e senza DAS su un percorso accidentato e, lasciando il volante, vedere la macchina proseguire sulla traiettoria impostata da sola.
Altro capitolo merita l’Active Lane Control, il sistema più efficace e sofisticato di questo tipo sviluppato finora, poiché è l’unico che utilizza lo sterzo per mantenere la vettura all’interno della corsia (gli altri sistemi si servono del sistema ESP per applicare la forza frenante su un lato, per modificarne la traiettoria). Il sistema Active Lane Control utilizza una telecamera per individuare la corsia in cui si sta viaggiando.
L’informazione viene elaborata e inviata all’unità di controllo della sterzata che dà istruzioni all’attuatore dello sterzo di effettuare le eventuali correzioni di traiettoria necessarie. L’effetto è come se l’auto venisse “calamitata” all’interno della corsia di marcia. Sperimentato, ovviamente, nel corso dell’Active Lane Control Test.
Oltre ad apportare ovvi vantaggi in termini di sicurezza grazie alla riduzione degli sconfinamenti di corsia accidentali, l’Active Lane Control accresce le qualità dinamiche della Q50 grazie a una sensazione di estrema precisione e centratura dello sterzo e di maggiore controllo dell’intera vettura. Il dispositivo ha inoltre l’effetto di rendere meno stancante la guida dato che riduce l’esigenza, durante la marcia, di fare continue correzioni dello sterzo per mantenere l’auto in traiettoria e contrastare il vento di traverso o piccole variazioni del fondo stradale. Quindi, meno fatica, più sicurezza.
E, come ha giustamente sottolineato uno degli istruttori che ci hanno seguiti durante questi test, l’Active Lane Control e il sistema Direct Adaptive Steering sono stati concepiti per aiutare il conducente e non per isolarlo: è sempre chi guida, infatti, a decidere l’impostazione delle funzioni della vettura, con l’intervento dell’Active Lane Control che può essere parziale o completo a seconda delle preferenze.
Sempre in tema di sicurezza, la Q50 dispone di un’altra anteprima: il Forward Collision Warning, che non si attiva solo in funzione della velocità/distanza della vettura davanti, ma tiene conto anche del veicolo che precede quest’ultima. E non mancano l’assistenza intelligente alla frenata (Intelligent Brake Assist Plus), il sistema che gestisce la stabilità laterale (Lateral Stability Enhancement), il controllo dinamico del veicolo (Active Trace Control), il sistema anticollisione in retromarcia per evitare incidenti in uscita dai parcheggi (Back-up Collision Intervention), la gestione dei fari abbaglianti (High Beam Assistant), l’Around View Monitor con visione a 360°, completo di dispositivo MOD di rilevamento oggetti in movimento.
Grazie a un interasse di 2.850 mm – record nella classe di appartenenza -, la Q50 riserva molto spazio ai passeggeri davanti e dietro; lo spazio per le ginocchia di chi è seduto sui sedili posteriori è il più ampio offerto nel segmento. Particolare attenzione è stata riservata alla facilità di salita e discesa. Il sedile posteriore è sdoppiabile (60/40 – non nella versione Hybrid) per aumentare la capacità del bagagliaio quando necessario e dal bracciolo centrale è possibile accedere al vano bagagli (non nella versione Hybrid), il che consente di trasportare oggetti lunghi, come ad esempio un paio di sci, anche se vi sono passeggeri seduti dietro.
Ma apriamo una parentesi sui sedili: per evitare l’affaticamento in caso di viaggi lunghi, gli ingegneri Infiniti si sono ispirati niente di meno che alla ricerca spaziale della NASA. Il segreto sta infatti nel riprodurre la posizione neutra che il corpo umano assume in assenza di gravità. Le ricerche condotte dalla NASA mostrano che in questo modo si riduce al minimo il carico sull’apparato scheletrico e muscolare, consentendo il mantenimento della stessa posizione per lunghi periodi di tempo senza alcun disagio. E vi assicuriamo che il risultato è stato raggiunto!
Se a livello estetico le due versioni sono sostanzialmente identiche (1 cm in più per la ibrida rispetto alla diesel, 4,80 vs 4,79 m per via delle appendici aerodinamiche), le differenze si notano a livello di prestazioni. La tecnologia Direct Response – un potente supporto elettrico che applica un supplemento di coppia motrice alla trasmissione quando necessario – garantisce alla Q50 ibrida da 3.5 litri un posto ai vertici delle classifica europea delle berline sportive high performance.
Accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 5,1 secondi, velocità max autolimitata a 250 km/h, una spinta poderosa dai 364 CV complessivi, coppia max 350 Nm, consumi medi di 6,2 l/100 km ed emissioni di 144 g/km. Ma anche la diesel non scherza… La Q50 è la prima Infiniti a beneficiare dell’accordo di collaborazione con Daimler AG e gli effetti delle modifiche apportate dallo staff Infiniti sul turbodiesel a iniezione diretta a 4 cilindri da 2.2 litri, per migliorare gli aspetti prestazionali sono tangibili: 0-100 in 8,7 secondi, velocità max 231 km/h, 400Nm di coppia, consumi medi di 4,4 litri/100 km ed emissioni di 114 g/km.
Prestazioni, guidabilità, sicurezza e tecnologia ai massimi livelli, il tutto accompagnato da un sound piacevole che, pur non essendo mai fastidioso, accompagna la guida, facendoci ricordare che siamo al volante di una berlina top ma non irraggiungibile. I prezzi sono competitivi: la 2.2 diesel parte da 36.100 euro (38.310 con cambio automatico a 7 marce), passando per i 39 mila e i 41.200 delle versioni Premium fino ai 43.290 della 2.2 Sport (45.500 con cambio automatico), mentre per la Q50S Hybrid occorrono 54.490 euro (57mila per la trazione integrale).
Dopo aver puntato e riscosso successi sul mercati USA e Giappone, Infiniti ha fatto un gran lavoro per lanciare l’attacco al mercato europeo con un’auto premium ma non impossibile, che vuole sfidare Audi A6, BMW Serie 5 e Mercedes Classe S. Difetti? Difficile trovarne a fronte di tanta qualità e tanta tecnologia facile da usare e utile. L’unico appunto può essere mosso al look: crediamo ci sia un buon margine per renderlo più distintivo. Per quanto bella, la Q50 non fa girare la testa ai passanti, di primo acchito può essere confusa con altre, ed è un peccato perché basterebbero lievi interventi per avere un maggiore impatto estetico. Ma siamo solo al primo step dell’attacco all’Europa da parte di Infiniti…
E chiudiamo con un sorriso, anche se carico di rimpianto che riguarda il Fast Parcmotor Track: un circuito di 4,2 km, con ogni genere di curve, nato più per le moto che per le auto, e molto usato, proprio per il suo layout, per testare i freni. 4.200 metri con 100 metri di dislivello, un rettilineo lunghissimo (più di 500 metri, dove abbiamo provato l’accelerazione della 3.5 ibrida). Peccato che siano stati gli istruttori a farci da tassisti per portarci nei vari punti in cui si svolgevano i test… quanto sarebbe stato bello girarci con la Q50! Sarà per la prossima volta… e, nel caso, saremo disposti a cedere il volante solo a Sebastian Vettel!
Barbara Premoli
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