Un altro Mondiale se ne sta andando in archivio e l’esito finale riporta alla mente il film “Ricomincio da capo“, quello dove Bill Murray si risveglia sempre il 2 febbraio (il giorno della marmotta) e la vita sembra in uno stand by asfissiante. Bene, anche la F1 con Vettel e la Red Bull replicano all’infinito la medesima storia in modo stucchevole, allontanando schiere di appassionati che tradiscono il Circus lasciandolo a pochi e tristi figuranti.
Nel Regno Unito la TV ha perso falangi di spettatori, in Italia Sky non si diverte più di tanto nel guardare il saldo non brillante del bilancio 2013. Non solo, ma il fascino della Formula 1 ormai è limitato a pochi, scelti appuntamenti europei (Montecarlo, Monza, almeno fin quando resiste, la Germania e poco più). Insomma, questo Mondiale, così come è congegnato oggi, con logiche commerciali esasperate, ha ancora un senso? Noi crediamo di no! Se lo sport è passione, lo sport va vissuto in prima persona. Far diventare i Gran Premi (ma lo stesso discorso vale anche per il calcio) uno spettacolo da salotto, allora tanto vale passare direttamente al mondo virtuale e giocare con la Play Station, finisce che ci si diverte di più e almeno si è parte attiva. Allontanare i palcoscenici portandoli in giro per il mondo, magari internazionalizza veramente il Mondiale, magari per chi investe nelle monoposto, far correre Ferrari, Mercedes, Renault e quant’altri su circuiti che hanno come spettatori (ma poi sono così tanti?) preclari membri di ricchi mercati tutti da colonizzare è importante. E noi non lo ignoriamo, come non ignoriamo e non detestiamo (almeno a priori) la globalizzazione, però (e fatecelo dire un però) sull’altro piatto della bilancia c’è lo svuotamento di questa categoria.
Probabilmente il futuro sarà quello di costruire una serie per monoposto tutta europea che ritrovi gusto e pubblico proprio perché corsa su tracciati storici, riconoscibili e magari anche selettivi. La F1 di Ecclestone è un po’ come la finanza creativa, magari fa guadagnare gli happy few, ma asfalta la parte produttiva (della passione)…
In altre parole, ci pare di assistere al funerale della massima formula e anche la rivoluzione regolamentare del prossimo anno potrà dare una verniciata all’ambiente, ma il piano inclinato porta inevitabilmente all’oblio. Ma forse non ci sono altre soluzioni e per rinascere la F1 deve morire, poi, novella Fenice, potrà ricominciare a vivere…
Peppino Fumagalli