Una gara non facile, ma alla fine, dopo aver passato Jolyon Palmer, il poleman Alexander Rossi ha conquistato il suo primo successo nella Serie. Ma gli occhi di tutti erano puntati alle loro spalle, alla battaglia tra Fabio Leimer e Marcus Ericsson, che ha comunque consentito allo svizzero di laurearsi Campione. Azione fin dal via, quando il pretendente al Titolo Sam Bird è rimasto fermo sulla griglia allo spegnersi dei semafori: Rossi è partito lento, con Leimer e Palmer che li hanno passati entrambi. Lo svizzero, pensando al Titolo, ha lasciato strada all’inglese alla prima curva, mentre l’americano ha passato Leimer all’interno alla curva 2, prima di partire all’inseguimento del leader.
La safety car (per una collisione tra Jon Lancaster e Tom Dillmann) ha rallentato la rincorsa per qualche giro, poi il duello tra i due è ripreso, con Leimer terzo davanti a Dani Clos, Felipe Nasr ed Ericsson.
I piloti partiti con le soft hanno cominciato a rientrare per il cambio gomme dal giro 6, Leimer nel giro 10 ma, visto che la maggior parte dei suoi rivali era sulle medie, c’è stato un gran lavoro per gli uomini al muretto. Rossi si è fermato nel giro 18, quando era 2°, registrando subito un giro velocissimo, che ha costretto Palmer a rientrare due giri dopo.
Da quel momento, l’inglese ha tentato di tutto per riprendere la leadership, ma è stato Rossi a passare per primo sotto la bandiera a scacchi. Alle loro spalle, Leimer era riuscito a resistere agli attacchi di Ericsson ma alla fine ha ceduto, considerando che si stava giocando il Titolo. Lo svedese ha quindi conquistato un altro podio, con Leimer 4°, seguito da Clos, James Calado, Nasr, Johnny Cecotto e Daniel Abt 9° (dopo essere partito 25°), con Bird a chiudere la top 10.
Con 191 punti, Leimer diventa quindi Campione 2013, con Bird a quota 173, Nasr a 154, Calado a 142 e Coletti a 135. Il Costruttori si deciderà invece domani nella sprint race: al comando la Carlin davanti alla RUSSIAN TIME (273 punti contro 265), con la Racing Engineering a 253 davanti alla DAMS a quota 220.
Barbara Premoli
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