La grande passione per le moto storiche unita alle spiccate capacità meccaniche hanno portato Enrico Farina ad andare avanti con il progetto Bylot.
Classe 1957 monzese DOC, Enrico nasce nel quartiere S. Gerardo in una casa sulla riva del Lambro tra il ponte di S. Gerardo e il mulino Colombo. Già durante gli studi, grazie al padre vespista pilota di gare Audax, si avvicina alla due ruote: bici (la Roma), motocross (Aspes Navaho 50 cc ) e poi il grande amore per la regolarità grazie al campione delle Fiamme Oro Secondo Mercatelli e all’amico Franco Acerbis. Anni di gare e di fango, passione che porta anche nell’attività professionale, 30 anni in Rusconi. Poi, un’idea: costruire una moto, un progetto frutto della passione. Qualche amico esclama: “Ma c’è la crisi, il settore moto soffre, lo sai che tu sei veramente un Bilòtt a costruire una nuova moto?”. Ed ecco che già nel 2012 nasce il primo prototipo presentato al Salone del Motociclo nell’area della Factory Italia.
Piace, trasuda passione, così il progetto si affina in ogni particolare. Telaio, motore giapponese Daytona serbatoio in alluminio, cassetta, filtro in alluminio – particolari unici e raffinati – borsa porta-attrezzi in cuoio e in alluminio sotto il serbatoio, orologio riserva di carica incastonato nel serbatoio, gonfleur anni 60, il mitico silenziatore “a manettino” tanto usato sulle racing degli anni 50. Il tutto in verde classico con i filetti fatti a mano e rifiniture maniacali.
La descrizione dei particolari potrebbe essere infinita ma il tempo stringe bisogna fare la 80 cc a due tempi, come la mitica categoria delle Valli Bergamasche, e infine, per pura goduria, la versione cross tutta alluminio stretta con un bel codone un po’ anni 70. Ecco, questa è la filosofia della Bylot: raffinata rétro quanto basta, ma soprattutto performante pronta ai pratoni fettucciati e alle mulattiere viscide, capace di prestazione vera da regolarità, vera per le sgasate di domenica mattina, anche d’inverno con la nebbia e l’aria pungente. Il tutto, però, con stile: abbigliamento tecnico, ma monocromatico – nero, verde scuro o bordeaux senza scritte o colori sgargianti. Tutto corretto e con eleganza, ma soprattutto con prestazioni di livello quasi da moto moderna. Diciamo, una moto vietata ai minori di 30 anni, un po’ allergica ai bar e agli aperitivi.
Dopo il primo prototipo delle Daytona SixDays 175, presentata lo scorso anno, c’è stata una sapiente revisione del modello e un ampliamento della gamma arricchita dall’80 cc Regolarità competizione 6v e dalla versione Fangone Cross – in collaborazione con la Raymer’s Ink – dotata di una monoscocca in alluminio.
Il concetto è sempre quello di costruire moto d’epoca utilizzando pezzi attualmente in produzione: contenuti e stile rétro, ma materiali moderni per consentirne sia l’omologazione sia prestazioni al passo coi tempi.
Il marchio è e sarà sempre Bylot, e la scelta deriva dallo stretto legame fra Enrico e la sua Monza. La produzione di serie partirà con il raggiungimento delle prime 100 richieste. Le moto Bylot verranno esposte all’EICMA sullo stand Alpina Raggi – pad. 14.
Barbara Premoli