La Formula 1 ha lasciato in fretta il paddock di Greater Noida per volare subito negli Emirati Arabi, destinazione Abu Dhabi, che questo weekend ospiterà il 17° round del Mondiale 2013, l’unica gara che inizia nel tardo pomeriggio e termina al tramonto.
Gli pneumatici scelti per il circuito di Yas Marina sono i P Zero White medium e i P Zero Yellow soft, le stesse mescole scelte per il GP indiano. Il range di temperature che le gomme sperimenteranno qui è tuttavia differente rispetto alle altre gare: invece che aumentare, come succede di solito, ad Abu Dhabi la temperatura dell’asfalto tende a diminuire nel corso del GP.
Il commento del Direttore Motorsport Pirelli, Paul Hembery: “L’andamento delle temperature ad Abu Dhabi ha un effetto sia sull’usura sia sul degrado delle gomme, il che significa che i piloti potranno fare più run anche con la mescola soft. Questo ha delle implicazioni sulla strategia: è possibile provare combinazioni diverse che potrebbero dare ottimi risultati alla fine della gara. Abu Dhabi è un circuito che conosciamo bene in quanto vi abbiamo svolto alcuni test prima di entrare in Formula Uno. Questa è anche la pista dove i team hanno provato per la prima volta le nostre gomme alla fine del 2010. Yas Marina è uno dei circuiti più moderni e spettacolari dell’anno, che mette a dura prova le performance degli pneumatici. L’usura e il degrado non sono particolarmente alti: lo scorso anno, dove avevamo scelto le medie e le morbide, molti piloti optarono per una strategia a una sola sosta. Quest’anno, visto che le mescole sono più morbide, ci aspettiamo due soste, anche se è possibile che alcuni piloti tentino un solo pitstop. Dovremo attendere le prove libere di venerdì per avere un quadro più chiaro della differenza di tempo tra le due mescole, anche se posso anticipare che l’andatura tra i piloti di testa sarà abbastanza bilanciata, ed è in queste circostanze che avere la giusta strategia può davvero fare la differenza. Anche se c’è un alto grado di evoluzione del circuito, e le condizioni delle prove libere non sono sempre rappresentative della gara, il lavoro fatto durante le sessioni di venerdì e sabato sarà uno strumento fondamentale per i team al fine di delineare le migliori strategie possibili per domenica”.
Il commento di Jean Alesi: “Non ho mai corso ad Abu Dhabi ma è sicuramente una gara spettacolare. Inizialmente credevo fosse troppo difficile sorpassare, ma penso che questo problema sia stato risolto e sarà interessante vedere quale strategia adotteranno i team per guadagnare posizioni. Sono sicuro che i pitstop avranno un ruolo importante anche questo weekend.
Questa gara non sembra particolarmente impegnativa per le gomme, ma le condizioni sono differenti dal solito, visto che la gara si corre nel tardo pomeriggio ed è difficile prevedere cosa accadrà. Ho avuto un’esperienza simile a Le Mans, dove la gara iniziava al tramonto, ma correre con le monoposto è sicuramente differente rispetto al correre con vetture endurance visto che le prime non hanno fari. Questi, infatti, rendono più difficile calcolare le distanze, soprattutto se ti stanno superando”.
Il circuito dal punto di vista degli pneumatici:
Nel corso del GP di Abu Dhabi le temperature dell’asfalto diminuiscono anche di 15°C, passando dai 45 della partenza ai 30 dell’arrivo. Nelle gare che iniziano nel primo pomeriggio, invece, le temperature dell’asfalto tendono a essere più alte di quelle ambientali.
Come a Suzuka, la parte iniziale del circuito prevede una serie di curve che sottopongono la vettura a un’accelerazione laterale di 4G. Gli pneumatici devono poi garantire la performance ottimale sul lungo rettilineo, dove le vetture sono a pieno gas per circa 15 secondi.
Il circuito di Yas Marina è a livello del mare: l’alta pressione ha un effetto sulle performance del motore. Questa forza incide anche sull’usura degli pneumatici, con un maggiore impegno per quelli posteriori. In genere le vetture hanno un set up con un carico aerodinamico medio.
I piloti che lo scorso anno salirono sui primi due gradini del podio (Kimi Raikkonen e Fernando Alonso) usarono una strategia a una sola sosta, iniziando con le soft e terminando con le medium. Sebastian Vettel, che aveva iniziato la gara dalla pit lane, riuscì ad arrivare terzo con una strategia a due soste, iniziando con le medie e finendo gli ultimi due stint con le morbide.
Barbara Premoli