0-100 km/h in soli 2,8 secondi, frenata 100-0 km/ in 30,2 metri, meno di un terzo della distanza di frenata richiesta; 300 km/h in 16,5 secondi, ben 5,5 in meno della McLaren F1; prestazioni ottimizzate grazie a pneumatici e sistemi frenanti specifici progettati con i partner tecnici Pirelli e Akebono. Numeri cui si stenta a credere, che finora si potevano solo immaginare. Ma, al termine di un intenso programma di test e sviluppo, McLaren Automotive ha finalmente confermato le prestazioni della McLaren P1, progettata da zero con un obiettivo chiaro: essere la migliore su strada e in pista. E i numeri lo confermano e danno ulteriori dettagli sul potenziale dell’ultima nata a Woking.
Dotata di un doppio propulsore che genera 916 PS (903 CV) dal V8 3,8 biturbo benzina e dal motore elettrico lightweight, la McLaren P1 tocca i 100 km/h in soli 2,8 secondi e i 200 in 6,8, “bagnando il naso” a molte altre supercar.
L’accelerazione bruciante, frutto della coppia disponibile subito grazie al motore elettrico e ai turbo ottimizzati, vede la McLaren P1 toccare i 300 km/h in soli 16,5 secondi. Tanto per darvi un’idea, 5,5 secondi prima della leggendaria McLaren F1. La velocità massima è limitata elettronicamente a 350 km/h.
Nonostante questi numeri impressionanti, nel ciclo combinato EU la P1 consuma 8,3 l/100km, con emissioni di Co2 di 194 g/km. Il motore elettrico offre un’autonomia di 11 km in modalità totalmente elettrica nel ciclo NEDC, con emissioni ridotte a zero.
Altrettanto impressionanti i numeri sulla frenata, con livelli di prestazioni affidati al sistema Akebono. I dischi carboceramici appositamente studiati, fanno arrestare la McLaren P1 da 100 km/h in soli 30,2 metri. Cifra ancor più impressionante se confrontata con le distanze d’arresto usuali, secondo cui è richiesto più del triplo – 102 metri – per arrestare una macchina da 100 km/h.
Intanto, nell’anno in cui McLaren celebra il suo 50°, questa settimana ha visto un’altra importante pietra miliare per McLaren Automotive, con la prima consegna a un cliente dell’incredibile P1. La produzione di serie dell’ultima nata nella gamma della Casa di Woking è iniziata durante l’estate e la prima macchina, in tinta Volcano Yellow e fibra di carbonio in contrasto, è uscita dalla linea di produzione a fine settembre, tributo perfetto visto che il 50° compleanno cadeva proprio in quel mese.
Il primo esemplare della McLaren P1 è stato consegnato presso il McLaren Technology Centre a un cliente inglese, che definire fortunato è poco…
“Abbiamo progettato la McLaren P1 da zero con un solo chiaro obiettivo: che fosse la migliore su strada e in pista. I numeri lo confermano. Sono molto orgoglioso del nostro staff di Woking e di tutto ciò che sono riusciti a fare con questo progetto ambizioso. La consegna della prima McLaren P1 è un’altra pietra miliare nei 50 anni della nostra storia”, ha detto Mike Flewitt, CEO, McLaren Automotive Ltd.
Complessivamente saranno prodotti 375 esemplari della McLaren P1, costruiti a mano nel modernissimo McLaren Production Centre (MPC) di Woking. Questa struttura disegnata da Foster + Partners e costata 40 milioni di sterline è l’ultima incarnazione dei valori McLaren, che fondono tecniche di produzione precise con lavoro artigianale e incredibile attenzione al dettaglio.
La McLaren P1 è realizzata a mano da un team selezionato di 82 tecnici in un processo in quattro fasi. Dall’inizio alla fine, occorrono 17 giorni di lavoro attento ed esperto. Quando andrà a pieno regime, dalla linea di produzione della McLaren P1 uscirà una macchina al giorno, con la produzione che dovrebbe proseguire fino a metà 2015.
Stage 1: Assemblaggio strutturale
Il processo produttivo inizia con la preparazione del telaio monoscocca in fibra di carbonio. La monoscocca in un unico blocco pesa solo 90 kg e include la struttura integrata del tetto, roof snorkel integrale e prese d’aria, oltre a un comparto interamente sigillato per la batteria.
Stage 2: Verniciatura
Complessivamente la McLaren P1 consiste in sette pannelli lightweight, tutti in fibra di carbonio – gusci anteriore e posteriore, cofano, portiere, paraurti anteriore e posteriore. Per via della complessità del processo di verniciatura e per minimizzare i disagi nella factory utilizzata per la 12C e la 12C Spider, ciascuna McLaren P1 è preparata e verniciata a mano in un’officina dedicata nel McLaren Technology Centre, mentre viene preparata la struttura del telaio. Il set completo di pannelli carrozzeria di ogni McLaren P1 viene verniciato insieme, per assicurare che non vi siano differenze, neppure minime. Per il processo occorrono tre giorni, inclusa la preparazione della superficie dei pannelli in fibra di carbonio per garantire una verniciatura uniforme su ogni singola vettura.
Stage 3: Assemblaggio
Il telaio monoscocca in fibra di carbonio e i pannelli della carrozzeria verniciati a mano vengono assemblati su una linea dedicata all’interno del MPC. Questo processo in dieci fasi è l’ultima novità nell’MPC, e vede il sub-assemblaggio di batteria, sottotelaio anterior, portiere, paraurti e gusci posteriori. Due tecnici McLaren dedicati lavorano su ciascuna delle fasi e ogni step richiede un giorno completo di lavoro.
Stage 4: Assemblaggio finale
Quando ogni macchina raggiunge la fine della linea McLaren P1, è poi soggetta agli stessi test rigorosi e alle sofisticate procedure di qualità dei modelli 12C e 12C Spider per assicurare che risponda ai requisiti di qualità e prestazioni. Questa fase richiede 7 giorni.
Per la McLaren P1, è previsto anche uno shakedown in circuito, in cui viene testato ogni aspetto delle prestazioni. I collaudatori McLaren e un team di tecnici esaminano i diversi set-up e le differenti modalità per verificare le performance prima della consegna finale al cliente. Ciascun esemplare della McLaren P1 viene poi sottoposto al Monsoon Test, nel corso del quale 16.000 litri di acqua deionizzata vengono scaricati sulla macchina per verificare la tenuta delle guarnizioni. Viene poi effettuato un controllo completo del sottoscocca prima del via libero definitivo.
Un lungo viaggio per arrivare a un prodotto unico, su strada e in pista. Obiettivo raggiunto, quindi!
Barbara Premoli