Il leader della classifica – e sempre più prossimo al quarto Titolo consecutivo – Sebastian Vettel ha conquistato la sua 4° vittoria in Giappone, la 9° del 2013. Il tedesco della RBR ha sfruttato una strategia a due soste che gli ha consentito di avere la meglio sia sul compagno di squadra Mark Webber, che si è fermato tre volte, sia sulla Lotus di Romain Grosjean, su due soste. Tutti i piloti hanno iniziato la gara sui P Zero White medium, a eccezione di Daniel Ricciardo, Toro Rosso, e Charles Pic, Caterham.
Con una partenza perfetta, Romain Grosjean ha preso il comando della gara dalla 4° piazza, dando il via a un’intensa battaglia tattica con le RBR, durata in pratica fino alla fine. Webber è stato il primo dei tre piloti di testa a fermarsi al giro 11 per montare le hard, contando sul fatto che la strategia gli permettesse di superare Grosjean. Il pilota della Lotus si è fermato al giro successivo per montare le hard, lasciando la testa della gara a Vettel. Il tedesco della Red Bull ha effettuato la prima sosta al giro 14 ed è rientrato in 3° posizione dietro a Grosjean e Webber. L’ultimo pilota a fermarsi ai box per la prima sosta è stato Ricciardo che ha montato un nuovo set di hard al giro 21, dopo essere risalito al 4° posto nelle fasi iniziali della gara.
Webber ha effettuato la seconda sosta al giro 25 (sempre hard). Questa mossa gli ha consentito di portarsi davanti a Grosjean, che si è fermato invece al giro 29. Vettel è rientrato per la sua seconda e ultima sosta al giro 37 (strategia-fotocopia del 2012), montando le hard a 16 giri dalla fine. Tattica vincente che gli ha consentito di mantenere la testa della gara, poiché Webber si è fermato una volta in più e Grosjean ha corso un ultimo stint di 24 giri.
A 11 tornate dalla fine, Webber ha montato le medie al suo terzo pitstop ed è partito all’inseguimento di Vettel e Grosjean, riuscendo ad agguantare il 2° posto a pochi giri dalla fine. I primi tre hanno concluso la gara racchiusi in 10 secondi, nonostante l’adozione di tattiche molto diverse tra loro.
Il commento del Direttore Motorsport Pirelli, Paul Hembery: “Abbiamo assistito a una gara molto ravvicinata, con poca differenza nei tempi sul giro tra le due mescole scelte. Come risultato abbiamo visto diversi approcci alla strategia: i piloti hanno usato sia la gomma media sia la hard per il secondo e terzo stint. Molti si sono fermati due volte, come ci aspettavamo: a Suzuka l’usura è abbastanza bassa a causa della natura scorrevole del circuito – con richieste di trazione basse – ma gli elevati carichi laterali di energia fanno sì che il fattore limitante sia il degrado. Questo naturalmente è aumentato nel caso di gara molto ravvicinata, con le monoposto attaccate le une alle altre, dove l’efficienza aerodinamica è compromessa e le vetture scivolano di più. Vettel ha usato una strategia a due soste per fare la differenza, anche se Webber e Grosjean sono riusciti a stargli molto vicini. Ancora una volta abbiamo ricevuto una grande accoglienza in Giappone: uno dei circuiti più difficili al mondo per i piloti, le monoposto e gli pneumatici, ma con un’atmosfera assolutamente incredibile grazie ai tifosi che sono fantastici”.
La previsione Pirelli sulla strategia per i 53 giri del GP giapponese prevedeva due soste. La Casa aveva suggerito di iniziare con le medie, cambiare per un nuovo set di medie al 20° giro e infine montare le hard al 37° giro. Una scelta alternativa poteva essere quella di iniziare con le medie, passare alle hard al 20° giro e montare un nuovo set di dure al 37° giro. Alla fine, i team hanno seguito in massima parte la seconda strategia suggerita, ma fermandosi un po’ prima di quanto Pirelli aveva previsto, a causa della gara molto ravvicinata. Vettel ha optato per una strategia medium-hard-hard, fermandosi al 14° e al 37° giro.
Barbara Premoli