Si avvia alla conclusione il primo quadrimestre da direttore tecnico della Scuderia Ferrari per James Allison. A differenza della scuola qui non ci sono pagelle da attendere con trepidazione – per quelle ci sarà la pista – ma è però una buona occasione per fare due chiacchiere sulle prime impressioni di James all’inizio di questo suo secondo capitolo in rosso alla vigilia di una stagione che rappresenta una sfida particolare per tutti i tecnici che lavorano in Formula 1.
“Non mi sono certamente messo a guardare i dettagli del progetto della nuova monoposto, non avrebbe avuto senso in questa fase” – dice James a www.ferrari.com – “Piuttosto mi sono concentrato sul cercare di indirizzare le risorse adeguate e le persone migliori nel posto giusto proprio per ottimizzare l’attenzione su ogni dettaglio. Del resto, quando si affronta un cambiamento regolamentare come questo non è che si comincia a pensarci sei mesi prima: quando sono arrivato a Maranello erano già due anni che si lavorava sul progetto. Ho cercato di immergermi dentro alla sua filosofia e di adattarmi il più in fretta possibile alla squadra. Detto questo, la mia parte per così dire attiva nel progetto della vettura riguarda in particolare l’individuazione delle aree su cui magari spingere di più e concentrare più sforzi”.
Dal 2014 il motore ritornerà ad avere un ruolo importante nel determinare i rapporti di forza fra le squadre, com’era stato fino al 2006. “E’ vero, l’influenza del propulsore sulla prestazione complessiva della vettura sarà ben maggiore rispetto al recente passato” – prosegue il tecnico del Lincolnshire – “Da quando, nel 2007, si è proceduto al congelamento dello sviluppo dei motori e alla convergenza delle prestazioni è ovvio che il suo peso sul piatto della bilancia è stato sempre minore mentre cresceva sempre di più quello dell’aerodinamica. Negli anni precedenti non era affatto così: ricordo bene quanto fosse importante il motore nell’era dei successi Ferrari della prima metà degli anni Duemila. Ora assisteremo ad un riequilibrio, con l’aerodinamica che resterà comunque un fattore determinante”.
Proprio su quest’ultimo fronte la Ferrari ha fatto importanti investimenti, in termini di uomini e risorse tecniche, come ha riconosciuto lo stesso Allison. “L’aerodinamica resta la linfa vitale di una monoposto di Formula 1 moderna” – spiega – “E’ impossibile essere competitivi senza avere degli strumenti e delle risorse adeguati: adesso possiamo dire di essere passati dall’essere forse la quarta o quinta squadra come strumenti all’essere di nuovo all’avanguardia: c’è tutto quanto è necessario per aprire una nuova era Ferrari”.