In Italia, nel 2014, il 100% degli pneumatici raccolti dei veicoli avviati alla demolizione sono stati destinati al riciclo. Quasi 20.000 tonnellate di pneumatici fuori uso dal quale sono stati ricavati per il 70% gomma, per il 20% metalli e per il restante 10% fibre tessili, con un risparmio soltanto di anidride carbonica pari a 40.000 tonnellate. Un primato non soltanto per il nostro Paese, ma a livello europeo.
Questi i risultati che sono stati presentati dal Comitato di Gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) nel suo primo report dopo due anni di piena attività, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del Presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani.
Il Comitato di Gestione degli PFU è stato costituito dal Ministero dell’Ambiente alla fine del 2011 presso l’ACI proprio con lo scopo di monitorare e garantire la corretta gestione degli pneumatici fuori uso derivanti dalla demolizione dei veicoli, grazie all’utilizzo della piattaforma informatica dell’Automobile Club. Sotto la presidenza di Vincenzo Pensa, dell’ACI, nel Comitato sono rappresentati tutti i protagonisti della filiera degli pneumatici: dai consumatori ai demolitori, dall’ANFIA alla Federazione Gomma Plastica. A finanziare il tutto, il contributo ambientale applicato, con modalità e importi differenti, sugli pneumatici montati sui veicoli nuovi e su quelli destinati al ricambio. Il contributo, indicato sempre nella fattura di acquisto, serve a coprire i costi per il ritiro, il trattamento e l’avvio al riciclo degli pneumatici fuori uso. Nel 2014 il contributo, rispetto al 2012, si è ridotto drasticamente: per un’autovettura, infatti, quest’anno è stato pari a 3,95.
Il corretto funzionamento del meccanismo e il monitoraggio di tutte le operazioni, è garantito dalla sofisticata infrastruttura informatica, integrato ad altri sistemi dell’ACI come quello gestisce iscrizioni e radiazioni dei veicoli al PRA, e che è grado di interfacciarsi in tempo reale con gli autodemolitori e gli incaricati della raccolta degli pneumatici fuori uso. I 1.365 demolitori accreditati dall’ACI stoccano gli PFU non ritenuti più utilizzabili e, raggiunte le 1,5 tonnellate, fanno richiesta di ritiro gratuito ai 29 operatori abilitati, che prelevano gli PFU e si occupano delle operazioni di deposito, separazione e stoccaggio temporaneo oltre che del trasporto degli pneumatici alle aziende di trattamento. Quest’anno i ritiri sono stati 3.231, il 19% in più rispetto allo scorso anno
Nel 2014 i livelli più elevati di raccolta sono stati ottenuti in Lombardia (2.575 tonnellate, +15,4%), in Campania (2.376 tonnellate, +9%) e nel Lazio (2.341 tonnellate, +56,5%).
“I risultati ottenuto nel 2014 confermano come il Comitato di Gestione degli PFU si sia rivelata un’eccellenza organizzativa unica, dimostrando che operazioni che uniscono pubblico e privato possono essere efficaci ed efficienti”, ha dichiarato il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani. “L’ACI ricopre un ruolo strategico all’interno del Comitato, un modello per il sistema Paese, dove si è riusciti a contenere i costi di funzionamento portando, addirittura, ad una riduzione del contributo a carico degli utenti per lo smaltimento degli pneumatici, riuscendo anche ad ottenere un avanzo di fondi che potrà essere utilizzato per la bonifica di aree contaminate.”
Sticchi Damiani si è anche soffermato sul problema dell’anzianità delle vetture circolanti in Italia: “Siamo coscienti della necessità di una politica eco-sostenibile, quindi si deve lavorare anche per ringiovanire il parco circolante del nostro Paese, di cui deteniamo il record negativo in Europa, con una età media di quasi dieci anni. Dobbiamo farlo per l’ambiente e per la sicurezza.”
E’ intervenuto anche il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti: “Il bilancio di questi due anni di attività rappresenta una scommessa vinta, un’esperienza unica. Il recupero ha ridotto di fatto a zero gli smaltimenti illegali, dimostrando che si può fare impresa rispettando l’ambiente. Con il riciclo, infatti, si aprono nuove possibilità e nuovi mercati per le materie prime seconde come il granulato di gomma e l’acciaio recuperato. Attraverso gli stimoli giusti, anche normativi, la Green Economy italiana è in grado di costruire sistemi complessi e capillari, riunendo operatori privati, strutture pubbliche e rappresentanti di cittadini e consumatori”.
Il “polverino” derivante dal riciclo degli pneumatici, infatti, può essere utilizzati in molti modi: dai sottofondi stradali alle pavimentazioni sportive, dai pannelli fonoassorbenti ad elementi di arredo urbano. Inoltre, può essere mescolato all’asfalto, per ottenere pavimentazioni più durature e resistenti, portando ad una riduzione dei costi di manutenzione
I risultati del report sono stati infine analizzati da Vincenzo Pensa, Presidente del Comitato degli PFU, che ha sottolineato l’eccellente lavoro svolto da tutte le componenti interessate: “Siamo molto soddisfatti perché i dati confermano la bontà della gestione degli PFU da veicoli a fine vita in Italia. Il sistema lavora a pieno regime, il contributo per i consumatori diminuisce e si sta rafforzando l’industria del riciclo. Un modello da esportare. Grazie all’avanzo del fondo gestito dal Comitato, potremo effettuare interventi straordinari che il Ministero ci indicherà, mettendo a disposizione i centri di raccolta”.
Walter Marcelli