La definizione migliore di questo GP dell’Arabia Saudita l’ha data Matteo Bobbi: il mercato del pesce di Abbiategrasso. Una gara folle, vinta da Lewis Hamilton davanti a Max Verstappen e a Valtteri Bottas. Una gara interrotta da due bandiere rosse e da tre Virtual Safety Car, con il risultato che i due pretendenti al Titolo arriveranno a pari punti alla finale di Abu Dhabi il prossimo weekend. Chi esce sconfitto da questo penultimo round del campionato è il race director Michael Masi, cui è totalmente sfuggita di mano la situazione, prendendo decisioni che hanno influito pesantemente sull’andamento della gara e sulla classifica. Si è preso insulti via radio, Alonso gliele ha cantate chiare per i detriti in pista dicendogli “Hai messo una bandiera rossa assurda prima e adesso che la pista è piena di detriti non metti una safety car per pulire la pista?“. Una figura a livello mondiale, l’ennesima conferma che Masi non è all’altezza del ruolo che ricopre.
Al via Hamilton è partito dalla pole davanti a Bottas e Verstappen ma nel giro 10 Mick Schumacher è finito contro le barriere alla curva 23, con la safety car seguita dalle bandiere rosse per riparare le barriere (è stato poi detto che si trattava di tre pannelli dietro) e questo ha permesso a Verstappen di cambiare gomme, mentre la Mercedes si era fermata prima con le bandiere gialle. Cosa che aveva fatto imbestialire l’olandese, perché stando così le cose era in chiaro svantaggio rispetto al rivale. Nel giro 15 con partenza da fermo Hamilton ha preso il comando, ma Verstappen è andato largo e fuori dalla pista alla prima chicane, tagliando davanti all’inglese, scivolato in terza posizione dietro all’Alpine di Esteban Ocon (anche lui favorito dal cambio gomme durante le bandiere rosse). Ma la gara si è interrotta subito, con un’altra bandiera rossa per due incidenti, quello tra Sergio Perez e Charles Leclerc e quello di Nikita Mazepin e George Russell. In questa fase è iniziato il mercato del pesce di Abbiategrasso, con scambi via radio tra direzione gara, Red Bull e Mercedes, concluso con la decisione di far partire Ocon in pole nella nuova partenza da fermo, davanti a Hamilton e Verstappen. Ma in questa ripartenza l’olandese ha fatto una manovra da manuale, sfruttando le medie nuove e prendendo il comando alla chicane passando all’interno Hamilton, impegnato a controllare Ocon.
Dal giro 28 al 36 i tre periodi di Virtual Safety Car dopo di che Hamilton era in zona DRS nei confronti di Verstappen. Il campione Mercedes ha tentato un sorpasso nel giro 36 sul rettilineo principale, ma il rivale ha frenato troppo tardi, andando largo alla curva 2 e mantenendo il comando. Dal muretto gli è stato detto di restituire la posizione e nel giro 37 il #33 ha rallentato (ma sarebbe più corretto dire “bloccato”), con Hamilton che l’ha tamponato, danneggiando la sua ala. Sono seguiti altri scambi accesi alla direzione da parte dei muretti Red Bull e Mercedes. Intanto Hamilton si avvicinava e nel giro 42 sembrava fosse il momento del sorpasso, ma Verstappen l’ha spinto fuori e ha proseguito. Questa volta però i commissari gli hanno dato 5 secondi di penalità. Hamilton è arrivato vicino a Verstappen all’ultima curva del giro 43 e l’ha costretto ad allargare alla curva 27, prendendo il comando e inanellando una serie di giri veloci per costruire un margine sufficiente sul rivale, andando a eguagliare i punti in campionato. Ocon ha perso la terza posizione per un solo decimo, proprio alla bandiera a scacchi. Quinto Daniel Ricciardo con la McLaren, partito 11°. A seguire Pierre Gasly, che ha tenuto dietro le Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz. A chiudere la zona punti Antonio Giovinazzi e Lando Norris,
Che dire? Una gara combattuta, al termine della quale ci siamo ritrovati senza tonsille e con le cotonarie a frantumi. Ma soprattutto rabbia. Perché non si può mettere un circuito nuovo e così pericoloso a fine campionato, quando ci sono due Titoli in ballo. Perché la direzione gara è stata vergognosa e se fossimo in Masi avremmo lasciato il circuito prima della fine della gara e forse non ci faremmo vedere nemmeno ad Abu Dhabi, per il bene dello sport. Perché va bene voler vincere, ma troppe scorrettezze da parte di Verstappen, col suo insistere a spostare l’avversario per cercare di tenere la posizione. Per non parlare della maleducazione di uno che sarà anche un gran pilota (nessuno lo mette in dubbio, anche dopo questo weekend) ma che non sa ancora gestire le emozioni, al punto di aver lasciato il podio subito dopo aver ricevuto la coppa. Il risultato di questi 50 giri pazzeschi, manovrati dall’esterno, è che Hamilton si conferma una macchina da guerra che riesce a mantenere freddezza e lucidità anche quando tutto attorno a lui cerca di fargliele perdere e lascia Jeddah con la vittoria numero 103 e 26 punti, contro i 18 di Verstappen, per cui i due si ritrovano a parimerito, con 369,5 punti. Scenario più incredibile non si poteva immaginare per questo campionato. Tutto si deciderà ad Abu Dhabi, ma la gara non è ancora finita: perché la direzione gara continua a muovere i fili e i commissari adesso hanno messo sotto investigazione la manovra tra Hamilton e Verstappen alla curva 27. Ma dai commissari deve andare anche Leclerc per l’incidente con Perez (a proposito, il messicano l’avranno recuperato o è ancora a bordo pista?)… E poi Verstappen ha il coraggio di dire che per lui questa non è F1. Immagina per noi, che oggi ogni volta che Hamilton ti si avvicinava dalla direzione mettevano una VSC…
Barbara Premoli