Le Mans. Un luogo che per gli amanti dell’endurance è paragonabile a La Mecca. Almeno una volta nella vita qualsiasi amante del motorsport deve andare a vedere LA GARA. Non è un’errore di battitura, la 24 Ore di Le Mans, è la gara per antonomasia, con la maiuscola, un giro di orologio che vale una stagione. Non per nulla questo appuntamento fa parte della Triple Crown che, assieme alla vittoria della Indy 500 e del campionato del mondo di F1, consacra la carriera di un pilota.
Non starò a raccontavi la storia della corsa francese, ben nota a tutti, Jackie Icky, Tom Kristensen sono nomi indelebili nella memoria di ogni appassionato di questa gara. Anche per noi fotografi questo appuntamento è una vera maratona. La trasferta in Francia non incomincia come al solito il giovedì, ma bensì la domenica precedente. Infatti, sbrigate le pratiche di accredito e di ritiro della pettorina, la prima tappa lavorativa sono le verifiche che si svolgono in centro città.
Il circo del motorsport esce infatti dall’autodromo, portando tutte le vetture e i piloti iscritti a una sorta di presentazione ufficiale nel centro della cittadina della Sarthe, con una due giorni di foto ufficiali di team e piloti condita da autografi e selfie che aiutano i tifosi ad entrare nel clima di gara. Tutto è organizzato in modo magnifico, non un metro di coda o un inconveniente. La macchina organizzativa francese è ben oliata e collaudata. Per noi fotografi questa è l’occasione di scattare ritratti e foto di squadra. Le due giornate, domenica e lunedì, sono dedicate a questo.
Il martedì è il giorno più calmo della settimana. Si rientra in autodromo per le foto ritratto dei piloti in pista, e alle ore 11 la foto ufficiale di tutti i partecipanti della 24h. Anche in questo caso gli organizzatori sono impeccabili, sistemando tutti i piloti (operazione non facile visti i numeri) per la foto di rito. Nel pomeriggio, oltre alla sessione autografi in pit lane, ci siamo concentrati sulla foto di gruppo di tutte le vetture schierate per la Road to Le Mans, categoria di contorno della ELMS che permette anche alle LMP3 di poter gareggiare una volta all’anno sul circuito della 24h.
Mercoledì finalmente si scende in pista con le prime prove libere e i turni di qualifica notturni. Muoversi attorno ad un circuito semi-permanente e lungo più di 12 km non è semplice. Alcuni punti sono raggiungibili solo uscendo dalla struttura. Per questo ci si deve organizzare per tempo per raggiungerli, cosa non sempre facile vista l’enorme quantità di pubblico presente all’evento. Per il primo approccio alla pista io e il mio collega Luca Rossini abbiamo scelto di andare nella zona detta “della Foresta”, un lungo rettilineo che dalla curva di Mulsanne porta alla variante Indianapolis. L’atmosfera è surreale, le auto sfrecciano a piu di 300 km/h a pochi metri da noi. A fare da cornice ai nostri scatti il bosco a pochi metri dalla strada. Quando cala la notte poi tutto diventa ancora più suggestivo, le luci delle macchine illuminano a giorno gli alberi e la pista, rendendo il tutto epico.
Giovedì è stato per noi il giorno più impegnativo, dovendo seguire oltre alla 24h, che aveva in programma le ultime e decisive qualifiche, anche il Ferrari Challenge e la Road to Le Mans. Risultato, siamo stati in pista a fotografare dalle 7.30 della mattina fino all’una di notte, senza aver mai il tempo fisico di rientrare in sala stampa… un assaggio del tour de force che ci attende qualche ora dopo. Il venerdì è dedicato alla parata nel centro città. L’ultima possibilità per i tifosi di salutare i piloti da vicino prima dell’inizio della gara. L’atmosfera è incredibile. Migliaia di tifosi invadono il percorso che passa per le vie del centro, festeggiando il passaggio dei piloti.
Finalmente arriva il sabato. Archiviate in mattinata le gare di contorno intorno alle 14.00 siamo andati alla prima curva per sceglierci il posto migliore dove iniziare la gara. Le tribune sono gremite ed il via è anticipato dal passaggio della pattuglia acrobatica francese che disegna sopra il rettilineo la bandiera tricolore, passaggio che anticipa l’inizio del giro di ricognizione. Ci sono pochi momenti che mi emozionano dopo 20 anni di carriera come fotografo nel motorsport. Sono abituato ormai a vivere gli eventi in modo un po’ distaccato, per potermi concentrare al meglio sul mio lavoro.
Ma quando il gruppone di 60 vetture, tutte allineate si avvicina alla linea di partenza, e dagli altoparlanti vengono diffuse le note di 2001 odissea nello spazio, beh, la pelle d’oca si fa sentire e l’emozione arriva. Dura tutto un attimo, le vetture sfrecciano via veloci e si ritorna a concentrarsi sul lavoro da fare. Potreste pensare che una gara di 24h sia lunghissima. Per noi in pista però sembra volare. Tra turni in pit-lane (quello fatto in notturna, esperienza incredibile) e spostamenti da una curva all’altra, il tempo purtroppo vola via veloce. Quest’anno abbiamo dormito solamente un’ora, appoggiati al nostro desk in sala stampa, pronti poi a ritornare in pista subito dopo. In totale abbiamo scattato circa 50.000 foto nella settimana, ora ci si concentra sulla selezione e la post produzione delle immagini.
Ci sarebbero ancora tante cose da raccontarvi, l’atmosfera in notturna alle curve Ford, i turni in pit lane alle due di notte, la visita a bordo pista ai commissari di pista di Monza, che fanno servizio alla variante Forza Motorsport, ma qui, invece di un articolo andrebbe scritto un libro, perché a fare la storia della 24h sono mille altre storie che si intrecciano alle gesta memorabili in pista di team e piloti. Next stop Barcellona per la tappa di campionato in serale della ELMS a metà luglio.
Alessio Morgese – Foto MorAle