Un déjà-vu del 2017 il GP d’Australia, con la Ferrari di Sebastian Vettel davanti alla Mercedes di Lewis Hamilton. Una vittoria frutto della strategia, con il tedesco che è rimasto in pista più a lungo
e ha effettuato il pitstop durante il periodo di VSC, rientrando davanti all’inglese, che sembrava avere il successo in tasca. Per Vettel si tratta della 48° vittoria e del podio numero 100 in carriera, come Michael Schumacher, Alain Prost e Hamilton. Proprio l’inglese ha accusato il colpo, pensando probabilmente al fatto che anche quest’anno non è riuscito a tradurre la sua pole nel successo finale, ma un secondo posto non è comunque da buttare, specie considerando l’intero weekend di Melbourne. Terzo gradino del podio per Kimi Raikkonen che è riuscito a tenere dietro la Red Bull di Daniel Ricciardo.
Hamilton ha preso il comando dalla pole e ha resistito a un tentativo di attacco da parte di Raikkonen alla curva 3, andando poi ad allungare. La Ferrari è stata la prima ad aprire i pitstop, richiamando il finlandese nel giro 19, passato dalle ultrasoft alle soft e rientrato 3°. La Mercedes ha risposto immediatamente richiamando Hamilton nel giro successivo, rientrato secondo alle spalle di Vettel, che è rimasto fuori. Poi il colpo di scena che non ti aspetti quando i piloti della Haas Magnussen e Grosjean, che erano quarto e quinto, si sono ritirati a un giro di distanza per un problema causato dalla pistola per il cambio gomma dell’anteriore sinistra. Per spostare la macchina del francese è stata attivata la VSC (poi diventata SC), permettendo ai piloti che non avevano fatto la sosta di avere un vantaggio, dato che gli altri in pista dovevano guidare a velocità limitata. Vettel è stato tra questi ed è tornato in pista davanti a Hamilton che, stupito, ha chiesto al team cosa fosse successo e se avesse sbagliato qualcosa. Da quel momento i due sono stati incollati ma, nonostante potesse usare il DRS, l’inglese non è riuscito a riprendere la leadership.
Partito 8°, Ricciardo ha iniziato la rimonta passando la Renault di Nico Hulkenberg, poi ha approfittato del doppio ritiro Haas e del testacoda di Verstappen, ritrovandosi 4° e mettendo pressione a Raikkonen nelle fasi finali, mostrando quanto volesse quel podio, che sarebbe stato il primo per un australiano nel GP di casa. I tentativi di Hamilton sono poi stati vanificati da un bloccaggio alla curva 9, è andato largo e ha perso tempo nei confronti di Vettel, che ha controllato la gara fino alla bandiera a scacchi.
Ottimo inizio di stagione per la McLaren, con Fernando Alonso quinto – miglior risultato del team dal GP degli USA 2016 – e Stoffel Vandoorne 9°. Sesto Verstappen, seguito da Hulkenberg e Valtteri Bottas, partito 15° dopo l’incidente in qualifica, con Carlos Sainz a completare la top 10, nonostante abbia lamentato malesseri e problemi di nausea. Fuori dai punti la Force India con Sergio Perez ed Esteban Ocon 11° e 12°, seguiti dalla Alfa-Sauber di Charles Leclerc, dalla Williams di Lance Stroll e dalla Toro Rosso di Brendon Hartley.
Cinque i ritiri in questo primo GP: olre ai due della Haas, il primo in assoluto del 2018 è stato quello del rookie Sergey Sirotkin per problemi ai freni, mentre sulla Toro Rosso di Pierre Gasly è andato in fumo il motore Honda e problemi di servosterzo sulla Sauber di Marcus Ericsson.
Barbara Premoli