Il circuito di Silverstone, sede del 10° round del Mondiale 2016 di F1. è uno dei meno impegnativi sui freni. Teatro della gara inaugurale del Campionato nel 1950, la pista britannica ha subito nel corso degli anni diverse modifiche: la lunghezza del tracciato è passata dagli originari 4,649 km agli attuali 5,891 km. La velocità media, pur diminuita, figura ancora tra le 3 più alte del campionato: l’anno scorso l’autore della pole sfiorò i 230 km/h di media sul giro. Si tratta infatti, di un circuito molto guidato con curvoni veloci, che determinano frenate poco impegnative.
Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 21 piste del Mondiale usando una scala da 1 a 10, il circuito di Silverstone è, assieme a quello di Interlagos, uno dei circuiti meno impegnativi per i freni. La pista britannica si è meritata un indice di difficoltà pari a 3: ciò non significa che i piloti non usino i freni, ma solo che lo stress a cui sono sottoposti, pur superiore a quello delle monoposto dello scorso decennio, è inferiore agli altri tracciati. Nel caso di condizioni climatiche avverse, però, viste le basse energie in gioco, si possono verificare problemi legati all’eccessivo raffreddamento e alla cosiddetta “vetrificazione” (glazing) del materiale d’attrito. Il carbonio con cui sono realizzati dischi e pastiglie, infatti, a temperature di esercizio troppo basse, non garantisce la corretta generazione dell’attrito, pregiudicando le performance in frenata.
L’impegno dei freni durante il GP
Molte delle 18 curve del tracciato non richiedono alcun intervento sui freni, che sono chiamati ad intervenire solo 9 volte ogni giro: non a caso il tempo speso in frenata dalle monoposto dotate di freni Brembo è pari al 10 % della durata complessiva della gara, valore negativo record per l’intero Campionato del Mondo. Quando però frenano, i piloti lo fanno forte, come testimoniano i 4,1 g di decelerazione media. La combinazione dei due valori si traduce in 86 kWh di energia dissipata in frenata da ogni vettura durante l’intero GP, vale a dire l’energia elettrica consumata da un tostapane inglese in 6 anni e mezzo. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale di 56 tonnellate e mezza, cioè 4 volte il peso della enorme campana del Big Ben.
Le frenate più impegnative
Delle 9 frenate del circuito di Silverstone, 5 sono classificate dai tecnici Brembo come impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e 2 sono light. La più impegnativa è quella a sinistra, alla curva 16: i piloti vi arrivano a 327 km/h per poi rallentare in soli 71 metri, poco meno della lunghezza di Westminster Hall, fino a 194 km/h. Per riuscirci impiegano solo 87 centesimi di secondo con una decelerazione di ben 5,5 g (simile a quella dei piloti dei caccia, che però indossano le tute anti-G) e un carico di 166 kg sul pedale del freno. Da brividi anche la frenata alla Brooklands (curva 6): la decelerazione è di 5,4 g, ma è più lungo il ricorso ai freni, ossia 1,07 secondi per passare da 323 a 152 km/h. Sono solo 19 invece i metri della frenata alla curva 12, ma bastano per perdere la bellezza di 71 km/h: da 311 a 240 km/h. La frenata più contenuta in termini di sforzo richiesto è quella al tornantino The Loop (curva 4): 58 kg di carico sul pedale e 2 g di decelerazione.
Vittorie Brembo
Le monoposto con freni Brembo hanno vinto 17 delle 39 edizioni del GP Gran Bretagna a cui hanno preso parte. La scuderia più vincente è la Ferrari con 9 trionfi, ma solo 2 negli ultimi 10 anni. Tra i piloti, 3 i successi di Michael Schumacher e 2 a testa per Alain Prost e Mark Webber.
Redazione MotoriNoLimits
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