Premessa: in questo GP di Monaco abbiamo visto di tutto, tranne i “trenini” (per fortuna!). La splendida vittoria di Lewis Hamilton al termine dei 78 giri in cui non ci si è annoiati, proprio sul filo di lana delle due ore. Tutta colpa (o merito) della pioggia, della gara dichiarata bagnata e della safety car iniziale (per 7 giri, troppi, con i piloti che non ne potevano più e via radio imploravano Charlie Whiting di farla rientrare…), delle VSC (che o rivedono le regole o ci faranno scoppiare le coronarie prima o poi), di vari botti, di commissari che hanno lavorato come dei matti a rimuovere macchine e detriti e sacchi volati in pista. Con emozioni fino all’ultimo, quando a 2 giri dalla fine, sono cominciate a cadere delle gocce di pioggia…
Ma davanti a tutti è arrivata la Mercedes di Lewis Hamilton, che ha preceduto di 7 secondi un arrabbiatissimo Daniel Ricciardo (forse è la prima volta in cui non veniamo abbagliati dal suo sorriso a 36 denti) e a un giustamente soddisfatto Sergio Perez. Per Hamilton, la 44° vittoria in carriera (il suo numero), la seconda qui a Monaco e la prima del 2016, in una giornata in cui la sua gioia è emersa ancora di più per via dei musi lunghi – quelli del poleman Ricciardo, come detto, e di Nico Rosberg e Sebastian Vettel su tutti, rispettivamente 7° e 4° al traguardo.
Quando la SC è rientrata, Ricciardo ha subito allungato su Rosberg e Hamilton, ed è stato subito chiaro che il tedesco avesse dei problemi (ai freni) e l’inglese fosse più veloce, per cui il team ha detto a Nico di farlo passare. Hamilton si messo all’inseguimento di Ricciardo e, benché la pista si stesse asciugando, è rimasto sulle full wet quando ha ereditato la leadership dall’australiano, rientrato ai box per montare le intermedie. Ricciardo si è riavvicinato e ha ripreso il comando quando la Mercedes è rientrata nel giro 31 per passare direttamente alle ultrasoft. Poi il fattaccio, quando la Red Bull è rientrata per il secondo pitstop ma i pneumatici non erano pronti: il team ha perso tempo prezioso, e l’ha rimandato in pista con le supersoft, ma Hamilton aveva ripreso il comando.
Da lì è partito il duello tra i due, con Ricciardo vicinissimo nel tunnel e Hamilton che ha tagliato la chicane, bloccando il rivale e scatenando le sue ire e i suoi gesti più che chiari, ma i commissari dopo aver esaminato il fatto hanno ritenuto il tutto regolare. Da lì in poi per il tre volte Campione è stata solo (si fa per dire) questione di resistere alla pressione della Red Bull, per ritornare a quella vittoria che gli mancava dal GP degli USA 2015.
Grande gara per la Force India e per Sergio Perez, passato in 3° posizione al pitstop e che ha resistito alla pressione della Ferrari di Sebastian Vettel, chiaramente deluso nelle interviste dopo-gara per il 4° posto.
Peggio è andata a Kimi Raikkonen, ritiratosi dopo l’incidente al Loews, quando ha bloccato Romain Grosjean mentre cercava di ripartire e poi costretto a fermarsi all’uscita del tunnel con l’ala incastrata sotto la macchina. Importante 5° posto per Fernando Alonso, con Nico Hulkenberg che ha soffiato il 6° posto a un Rosberg decisamente sottotono e nervoso (problemi ai freni a parte) proprio nell’ultimo giro (per cui il vantaggio su Hamilton adesso è di 24 punti soltanto). A chiudere la top 10 Carlos Sainz Jr, Jenson Button e Felipe Massa.
Da dimenticare la domenica della Sauber, che ha chiesto a Felipe Nasr di cedere la posizione al compagno di squadra Marcus Ericsson, cosa che la brasiliano non è andata a genio. Ericsson ha quindi tentato il sorpasso alla Rascasse con conseguente contatto e doppio ritiro. Stesso destino toccato a Max Verstappen che, partito dalla pitlane era in zona punti, quando ha sbattuto alla Massenet – per la terza volta nel weekend monegasco.
E gara difficile anche per la Renault con Jolyon Palmer subito fuori alla Ste Devote a inizio gara e Kevin Magnussen contro le barriere al Mirabeau, ma prima era entrato in contatto con Daniil Kvyat alla Rascasse, con ritiro del russo della Toro Rosso (già a un giro per i problemi al volante al via; e che a fine gara si è beccato 3 posizioni in griglia di penalità nel prossimo GP e 2 punti, e siamo a 7). Insomma, il movimento non è certo mancato e, per una volta, nel corso dei 78 giri non si è rischiata la pennichella… Certo, probabilmente con gara asciutta sarebbe stata un’altra solfa, ma evidentemente Bernie Ecclestone ha fatto un pato con Giove Pluvio e lo spettacolo è stato assicurato (è andata male a chi voleva prendere il sole sugli yacht ma tanto a quelli del GP non frega nulla…).
Cosa ci ha lasciato perplessi? Sinceramente l’atteggiamento finale di Daniel Ricciardo: “I don’t even want to comment on the race to be honest. I guess from the outside we put on a show, but it shouldn’t have been as exciting as it was. Two weekends in a row now I’ve been screwed. It sucks. It hurts. I was called into the box, I didn’t make the call, so they should have been ready“. Tutto vero, due weekend di seguito che lo fregano, è innegabile, ma sono cose che capitano. E infatti sono arrivate subito le scuse di Helmut Marko: “We presented the race to Mercedes. Unfortunately, a lot of misunderstanding and not the right communication. We will investigate and find out, but it was a human mistake. I feel really sorry. All we can do is apologise to him“.
Troppa tensione, troppo nervosismo, che non possono essere dovuti solo a due episodi, anche se consecutivi. Facile intuire che sotto ci sia altro e forse Ricciardo ne ha abbastanza di nascondere dietro al sorriso anni di cose che non gli sono andate giù… e il mercato piloti è in fervente attività. Staremo a vedere.
Barbara Premoli
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