“Sostenibilità = Opportunità, come cambia la mobilità” è il titolo del convegno svoltosi oggi a Milano e organizzato da Automobile Club Milano e dal Foglio. Come sostengono molti manager dell’Automotive, quella che sta avvenendo attorno a noi è una grande rivoluzione, la più grande da quando si è passati dalle carrozze trainate dai cavalli, ai cavalli a vapore. Una rivoluzione che sta prendendo piede inseguendo una sostenibilità ambientale ed economica, ormai imprescindibile. Ma il raggiungimento della sostenibilità può essere anche una grande opportunità per tutti gli attori del mondo Automotive, perché può aiutare a entrare nel futuro per restarci da protagonisti.
L’importante è individuare la via corretta per inseguire la sostenibilità e poi riuscire a trasformarla in una grande opportunità. Molte case automobilistiche ci stanno provando investendo nella transizione verso una mobilità che sarà sicuramente più elettrica, ma probabilmente non esclusivamente elettrica. Il dibattito è stato moderato da Umberto Zapelloni, curatore del “Foglio Mobilità”.
A fare gli onori di casa Geronimo La Russa, presidente di Automobile Club Milano. “Ritengo che la neutralità tecnologica, sostenuta da AC Milano, e l’uso dei biocarburanti siano necessari per una transizione verso un sistema di trasporto più sostenibile. Ma questo non basta perché nelle decisioni sulla mobilità occorrerebbe avere buon senso. A proposito di buon senso: sabato 21 e domenica 22 settembre, sette vie di Milano verranno chiuse al traffico e ‘liberate’ dalle auto, anche dalle vetture in sosta dei residenti per il ‘No Parking Day’, iniziativa del Comune di Milano. La missione delle amministrazioni comunali dovrebbe essere quella di rendere più vivibili le città. In qualsiasi parte del mondo un’amministrazione seria progetta i parcheggi per liberare le strade e renderle più fruibili sia ai pedoni, sia ai ciclisti. Invece nel capoluogo lombardo da quasi vent’anni non si realizzano aree di sosta di corrispondenza o interrate e si cancellano anche i parcheggi già esistenti. Ricordo inoltre che nel prossimo fine settimana Milano starà ancora ospitando una vetrina internazionale prestigiosa come la Milano Fashion Week, con il traffico congestionato e gli spostamenti problematici anche grazie alle scelte stravaganti di questa Giunta Comunale. I nodi della mobilità non si sciolgono con scelte ideologiche e feste di quartiere ma con idee, progetti e atti concreti che non creano problemi ma li risolvono”.
Il primo tavolo di discussione intitolato “Transizione ecologica, a che punto siamo?” ha avuto come relatori Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Italia e presidente di UNRAE, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, e Fabio Pressi amministratore delegato di A2A E-Mobility.
“Il mercato è stagnante per motivi strutturali ossia per gli indicatori economici negativi e un indice di fiducia d’acquisto in discesa. Poi c’è il dubbio dei clienti su quale auto acquistare. La dicotomia tra politica e industria crea un divario di urgenze sempre più ampio in un momento delicato per le esigenze del pianeta. Nel momento in cui i consumatori vanno in confusione si crea un problema a tutta la catena del valore”, ha affermato Michele Crisci. “In un mercato di sostituzione, come quelli di Italia ed Europa, ogni incertezza sulla regolamentazione politica porta i clienti a rimandare l’acquisto per avere la sicurezza di fare un investimento oculato. Infine la riconversione dell’industria costituisce anche un’opportunità per tutta la filiera di produzione dell’auto, ma necessita di visione di lungo periodo e di investimenti”.
“In Italia ci sono 56.952 colonnine (dato Motus-E). Paradossalmente in Italia il rapporto tra Battery Electric Vehicle, BEV, e colonnine è il più alto in Europa anche perché le BEV circolanti sono poche (4% delle vendite). Una peculiarità italiana è lo sviluppo di infrastrutture di ricarica lenta insieme con quella veloce. Abbiamo piani industriali di sviluppo della rete a prescindere dalle decisione politiche, perché si tratta di uno sviluppo tecnologico. In Italia il 100 per cento dell’energia erogata dalle colonnine è 100 per cento rinnovabile. Ritengo che la transizione ecologica deve passare dalla collaborazione tra industria dell’auto e dell’energia”, ha affermato Fabio Pressi.
Con Maurizia Bagnato, sales and innovation director di Bosch, Carlotta Gallo, dirigente della Polizia Stradale e Alberto Busetto, amministratore delegato di Generali Jeniot, è stato affrontato un argomento importantissimo, “La via tecnologica verso strade più sicure”.
“Oggi il contenuto di tecnologie nelle automobili è variegato e ci sono 7-8 milioni di vetture connesse. Nello sviluppo importante del traffico, la tecnologia ha avuto un ruolo determinante nel ridurre gli incidenti. Le statistiche ci dicono che ciclisti, pedoni e chi viaggia a bordo di un monopattino oggi è particolarmente soggetto a una lesione”, ha osservato Alberto Busetto. “La tecnologia può aiutare a sensibilizzare gli utenti della strada e a fare educazione stradale. Ricordiamoci che la distrazione è un fattore decisivo come causa dell’incidentalità e la distrazione tramite smartphone è uno dei primi, se non il primissimo elemento, nella causa di incidenti”.
“Gli utenti della strada dovrebbero avere tutti i sensi reattivi e invece questo non succede, basti pensare a chi corre con le cuffiette e non sente i rumori che lo circondano. In auto vanno invece utilizzati i comandi vocali ma non va mai preso lo smartphone in mano. Guidare un veicolo è una grande responsabilità e ognuno, sia automobilista, pedone, ciclista o motociclista deve rispettare le sue regole”, ha sottolineato la dottoressa Gallo.
Ma i nostri dati sono al sicuro, è stato chiesto a Maurizia Bagnato, sales and innovation director di Bosch. “Il numero di dati raccolti è impressionante ma sono raccolti in modo autonomo e non possono essere collegati al proprietario e al telaio della vettura. Solo in alcuni casi particolari possono essere messi a disposizione dell’autorità”, ha risposto Maurizia Bagnato che ha aggiunto: “La privacy viene rigorosamente rispettata secondo le norme vigenti in Europa anche in tema di cyber sicurezza”.
Andrea Gibelli, presidente del Gruppo Ferrovie Nord Milano e di ASSTRA Associazione Trasporti e Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia, hanno discusso sul tema “Quali alternative all’uso dell’auto personale?”.
“Sei milioni di persone guadagnano attraverso Uber. Sono driver e corrieri”, ha affermato Lorenzo Pireddu. “Negli ultimi anni abbiamo più consapevolezza del nostro impatto. Cinque anni fa Uber Italia copriva due città. Oggi sono diventate 15. Dobbiamo essere accessibili e affidabili. Siamo fieri della collaborazione con i taxi e grazie alla app abbiamo integrato circa 4.500 tassisti. Ma in questo campo l’Italia continua a rimanere indietro: il rapporto Taxi/Noleggio con conducente (NCC) per abitante è il doppio a Madrid e il quadruplo a Parigi. Nel nostro Paese c’è un paradosso: impiegare 3 ore da Milano a Roma in treno e poi magari aspettare un’ora in stazione per prendere il taxi”, sostiene Pireddu.
Andrea Gibelli ha fornito dati interessanti relativi al trasporto su rotaia: “Ferrovie Nord Milano è una società che ha al proprio interno una ventina di società. FNM per conto di Regione Lombardia detiene il 50 per cento di Trenord. Oggi movimentiamo circa 800.000 persone. Se sommiamo la seconda, la terza e la quarta regione d’Italia (Piemonte, Veneto e Lazio) non raggiungono i nostri volumi. Nel 2011 con noi viaggiavano circa 350mila persone. Favorire il trasporto pubblico significa togliere auto dalla strada. I grandi eventi generano traffico e oggi non sono tarati in modo adeguato. La piattaforma su cui stiamo lavorando si chiama flexi mob. Funziona così: tu prendi il biglietto del concerto e in automatico ti studia tutto l’itinerario da percorrere con diversi mezzi”. Gibelli ha poi parlato del treno a idrogeno: “Nel 2025 inizieranno le corse/prova del primo treno a idrogeno in Italia. Nel 2019 abbiamo confrontato tutte le tecnologie disponibili. Considerando che il treno passa vicino al lago d’Iseo abbiamo valutato la soluzione elettrica. Costava 500 milioni di euro e abbiamo deciso che non andava bene. Così abbiamo investito su un treno a idrogeno. Si tratta di 16 treni ed ora ci chiediamo: è conveniente l’idrogeno? La risposta è si. Perché gli idrogenizzatori possono essere utilizzati non solo per il treno ma anche per l’industria pesante”.
Aldo Costa, già ingegnere in Formula 1 con Ferrari e Mercedes, oggi Chief Technical Officer del gioiello italiano Dallara, con Miki Biasion due volte campione del mondo dei rally e con Eugenio Franzetti responsabile sport di DS in Formula E sono intervenuti nel panel “Dallo sport alla strada: l’utilità delle competizioni” sottolineando come il Motorsport sia da sempre utilizzato dalle Case costruttrici come uno straordinario strumento di sperimentazione per le soluzioni del futuro.
“Oggi Dallara è un gruppo di 850 persone. Realizziamo auto per organizzazioni che vogliono fare gare monoformula. Da tutte le facoltà italiane escono ingegneri molto brillanti, tra i migliori del mondo che poi lavorano anche in Formula 1. Le professionalità che vengono “palesate” nel mondo racing poi escono e portano il loro know how nel mondo della produzione generalista. Il Futuro del Motorsport? Le gare devono essere sempre più spettacolari altrimenti non vengono più seguite. Vanno introdotti dei concetti livellamento vedi il budget cap della F1. Visto che prima si è parlato di idrogeno e di attualmente stiamo partecipando a un tavolo per organizzare un campionato a idrogeno per il 2030”, ha affermato Costa.
Miki Biason ha confermato che sono numerose le tecnologie sperimentate in pista e nel Motorsport andate successivamente a equipaggiare le auto di uso comune. Non solo il cambio al volante che oggi utilizzano tutte le vetture, alle quattro ruote motrici e ai fari di ultima generazione “ma anche le gomme termiche che sono state sviluppate inizialmente per il Rallye di Monte-Carlo. Questo a conferma che le competizioni sono utili allo sviluppo delle tecnologie che poi vanno in produzione”.
“Il Motorsport è un acceleratore che ti permette di avere delle risposte in un lasso di tempo inferiore a quello della normale sperimentazione”, ha sottolineato Franzetti. “Inoltre il Motorsport è anche un grande strumento di comunicazione che serve a far percepire il valore del brand. La formula E è attualmente uno straordinario laboratorio di ricerca rispetto alla costruzione di nuove power unit. Oggi un motore elettrico di Formula e arriva a una efficienza del 98 per cento contro un motore termico che è al 60 per cento”.