Per Max Verstappen arriva la 60° vittoria, la sesta in carriera e la terza consecutiva in Canada. Tombola dopo il weekend no di Monaco, al termine di una gara in cui è successo di tutto, con pioggia, sole, periodi di safety car, ripartenze e battaglie con la McLaren e la Mercedes. Il campione della Red Bull ha tagliato il traguardo davanti alla McLaren di Lando Norris e alla Mercedes di George Russell, con Lewis Hamilton quarto.
Nelle prime fasi sul bagnato, Verstappen si è accodato al poleman Russell, finché i due sono stati passati da Norris quando le condizioni sono migliorate, ma l’uscita della Safety Car – causata dall’incidente di Logan Sargeant – ha fatto scivolare il pilota McLaren in terza posizione. Verstappen ha gestito alla perfezione la ripartenza e altri scrosci di pioggia, mantenendo il comando, difendendosi quando la pista si è asciugata e tutti sono passati dalle intermedie alle slick e poi durante la seconda safety car, provocata dal contatto tra Carlos Sainz e Alex Albon.
Soddisfatto a fine gara Norris, che ha battagliato con Russell per la seconda posizione. Per l’inglese della Mercedes qualche “scaramuccia” con il compagno di squadra nelle fasi finali e con l’altra McLaren di Oscar Piastri. Russell e Hamilton, entrambi rientrati ai box per montare delle slick nuove durante la seconda SC, hanno fatto salire le pulsazioni al muretto andando ruota a ruota in diverse occasioni, con Russell che ha fatto la mossa decisiva sul sette volte campione nel penultimo giro.
Doppio arrivo a punti per l’Aston Martin, con Fernando Alonso e Lance Stroll sesto e settimo, seguiti da Daniel Ricciardo, ottavo e per la prima volta a punti nella stagione. In lotta per i punti anche l’altra RB di Yuki Tsunoda, ma un errore nelle fasi conclusive l’ha fatto finire nell’erba e perdere posizioni, promuovendo le Alpine di Pierre Gasly ed Esteban Ocon che chiudono la top 10.
Unici a partire con le wet anziché con le intermedie, i piloti della Haas Nico Hulkenberg e Kevin Magnussen nelle fasi iniziali della gara volavano, ma la strategia non ha pagato e hanno chiuso 11° e 12° (ma anche il team ci ha messo del suo, perdendo tempo prezioso quando Magnussen è rientrato per il pitstop e le gomme non erano pronte). Tsunoda ha chiuso 14° dopo il suo errore, tra le due Sauber di Valtteri Bottas e Zhou Guanyu, in un GP che ha visto solo 15 monoposto al traguardo.
Domenica da dimenticare per Carlos Sainz e Alex Albon, entrambi costretti al ritiro dopo il contatto, mentre la gara di Charles Leclerc è stata un’agonia causa problemi alla power unit, che si è conclusa nel giro 43. Per la Ferrari una doccia fredda e zero punti, in netto contrasto con l’entusiasmo del weekend di Monaco.
Oltre a Sargeant (che al secondo tentativo è riuscito a portare a casa l’ennesimo ritiro…), KO anche per Sergio Perez: per il messicano un fine settimana iniziato col rinnovo del contratto e proseguito con l’esclusione in Q1 e il ritiro di oggi, dopo testacoda e uscita di pista in cui ha danneggiato l’alettone. Osservandolo viene davvero da chiedersi perché la Red Bull abbia fatto questa scelta, a parte per motivi economici legati ai suoi sponsor. Ma a discolpa di Perez va detto che dev’essere davvero dura reggere anche psicologicamente il confronto con Verstappen…
Bello comunque vedere la stanchezza e i sorrisi dei primi tre a fine gara e sentirli elogiare un circuito vero. Bello sentire Max che ammette che la macchina non è ancora perfetta e c’è del lavoro da fare e soddisfatto perché finalmente c’è lotta in pista coi rivali – cosa che fa sicuramente piacere anche agli appassionati. Peccato che da questa lotta per ora sia ancora esclusa la Ferrari, se non per episodi sporadici. Leclerc e Sainz meritano decisamente di più.
Barbara Premoli