Questo fine settimana va in scena il GP del Giappone, una delle gare più attese di tutto il calendario, anche dagli addetti ai lavori. Suzuka è speciale non solo per lo splendido circuito a forma di otto, ma anche per l’atmosfera elettrizzante che solo gli appassionati locali sanno creare, con adulti e bambini vestiti da pilota sugli spalti, per non parlare dei bizzarri copricapi molto diffusi sulle tribune e a volte anche nel paddock.
Se le 18 curve del Suzuka Circuit potessero parlare racconterebbero alcune delle più memorabili pagine di storia della Formula 1. Direbbero dei tanti titoli mondiali che questo nastro d’asfalto ha assegnato, spesso con la Scuderia Ferrari vincitrice. Indimenticabile l’”Alba rossa” del 2000 con il successo in gara e il primo titolo in rosso di Michael Schumacher che si ripeté qui anche nel 2003. Racconterebbero però anche dei delusi, che a volte indossavano la casacca di Maranello, come fu per Alain Prost nel 1990, quando il titolo andò ad Ayrton Senna, o per lo stesso Schumacher contro Mika Häkkinen nel 1998.
Il layout tipico di Suzuka – che per questo in un sondaggio condotto nel 2022 fra i bambini di età 6-12 anni è risultato il tracciato più riconoscibile insieme a Monza – può ad un primo sguardo apparire banale, mentre si tratta di una vera e propria università del motorsport, che grazie alla sua varietà costituisce un banco di prova per vetture e concorrenti. Come si diceva, le 18 curve – c’è un’unica zona DRS, sul rettilineo principale – obbligano il pilota a rimanere concentrato per tutto il giro, unica condizione per ottenere un grande tempo in qualifica. Si viaggia a una velocità media intorno ai 230 km/h e c’è pochissimo margine di errore, specie nel primo settore che propone uno dei tratti più impegnativi di tutto il campionato: dopo l’ingresso ad alta velocità in curva 1, i piloti devono affrontare l’iconica sequenza di esse in cui perdere anche per un attimo la traiettoria migliore può costare non solo del tempo, ma anche un’uscita con conseguente urto contro le barriere, qui sempre piuttosto vicine al nastro d’asfalto. Il tornante di curva 11 è spesso battezzato dai piloti come possibile punto di sorpasso da dove provare a lanciarsi all’interno dei rivali. Se non si passa lì (o non si subisce un controsorpasso nella successiva curva in salita verso destra) si può tentare di stare vicini alla macchina che precede sul lungo rettilineo in discesa che porta alla mitica curva 130R e tentare l’attacco all’ultima chicane prima del traguardo.
Suzuka non è estranea a piogge abbondanti e, di conseguenza, il meteo ha spesso inciso sull’esito della corsa, l’ultima volta nell’edizione 2022, bagnatissima e infinita (durò oltre tre ore e terminò al tramonto). Lo spostamento dall’autunno all’inizio della primavera potrebbe addirittura acuire il rischio di pioggia – e in effetti le previsioni meteo al momento danno asciutto il giovedì e pioggia dal venerdì alla domenica – anche se c’è da dire che l’asfalto giapponese garantisce di solito un ottimo grip. Sorpassare a Suzuka non è solo difficile, ma anche piuttosto rischioso. Per questo in anni recenti si è spesso assistito a partenze con gomme Soft, che di solito consentono ai piloti di essere veloci e reattivi fin dalle prime curve. Qui di frequente si assiste a gare da due soste, tanto più che il degrado solitamente è piuttosto elevato e provare a chiudere con una sosta sola può tradursi in un gioco che non paga.
Fred Vasseur, Team Principal: “Andiamo in Giappone sull’onda dell’entusiasmo per la doppietta conseguita in Australia. Le sensazioni uniche legate alla vittoria ci spingono a impegnarci ancora di più per cercare di riassaporarle il prima possibile. La pista di Suzuka costituisce un banco di prova particolarmente impegnativo per le vetture così come per i piloti, che infatti la amano. Noi crediamo di avere un pacchetto competitivo ma sappiamo anche che per riuscire a battere i nostri rivali bisogna essere perfetti. Come sempre in Giappone, e quest’anno anche di più dal momento che per la prima volta corriamo a Suzuka a inizio primavera, le condizioni meteo potrebbero fare la differenza, ma ci siamo preparati bene a casa e siamo determinati a giocarci le nostre carte”.
Orari. Il weekend del GP del Giappone inizierà venerdì 5 aprile con le prime libere alle 11.30 locali (4.30 CET) seguite dalla seconda sessione alle 15.00 (8.00 CET). Il sabato prevede orari identici, con le ultime libere alle 11.30 (4.30 CET) e le qualifiche alle 15.00 (8.00 CET). Domenica il Gran Premio – 53 giri da 5.807 metri pari a 307,471 km – andrà in scena alle 14.00 locali (7.00 CET).