Fernando Alonso è stato il pilota più veloce nella prima giornata del GP dell’Arabia Saudita. Nella seconda sessione di libere, quella svoltasi nelle stesse condizioni di temperature che i piloti troveranno domani in qualifica e sabato in gara, lo spagnolo dell’Aston Martin è stato l’unico a scendere sotto la barriera dell’1’29, con un miglior tempo di 1’28”827, migliorando di quasi otto decimi il giro più veloce di FP2 dello scorso anno (1’29”603), stabilito da Max Verstappen. L’olandese della Red Bull oggi è stato il più rapido in FP1 (1’29”659) ma in FP2 è stato solamente – per le sue abitudini – terzo (1’29”158), preceduto anche dalla Mercedes di George Russell (1’29”057).
Come sempre accade nei weekend di gara che si disputano parzialmente dopo il tramonto, le prime sessioni della giornata rischiano di essere relativamente rappresentative, soprattutto per la differenza fra le temperature di aria e asfalto. Non fa eccezione la gara di Gedda, dove FP1 è iniziata con 42 °C di asfalto per poi scendere a 35 °C mentre FP2 è partita già con 28 °C ed è rimasta stabile. Le condizioni della pista sono apparse sin dall’inizio abbastanza buone in termini di aderenza e di pulizia, soprattutto sulla traiettoria ideale. Nella prima sessione sono state usate tutte e tre le mescole, con una leggera preferenza per la C4 come set usati (16) e della C2 come chilometraggio complessivo (1154). Nella seconda, la C2 è stata usata solamente da quattro piloti (Norris, Albon, Bottas e Hulkenberg), che hanno fatto prima un run con poca benzina all’inizio della sessione e poi, nella parte finale, hanno montato lo stesso set per un long run. Il resto dei piloti si è invece dedicato alla valutazione delle Medium e delle Soft, con qualcuno – vedi Leclerc, Ricciardo, Tsunoda e Magnussen – che simulato la gara preferendo la C4.
Simone Berra, chief engineer Pirelli: “Una giornata piuttosto interessante dal punto di vista dell’utilizzo e del comportamento dei pneumatici. Innanzitutto, abbiamo notato come la C2 si sia comportata finora molto bene, dimostrando di essere chiaramente una mescola ideale per la gara, sia in termini di degrado sia di consistenza della prestazione, grazie anche alle condizioni dell’asfalto, che ha offerto molto grip. Per quanto riguarda C3 e C4, entrambe hanno sofferto di graining, come del resto era prevedibile su una pista come questa: è un fenomeno che dovrebbe migliorare man mano che l’asfalto si gommerà e, in gara, potrebbe quindi essere più gestibile dai piloti. La maggior parte delle squadre si è concentrata sulla C3 nei long run ma ci sono stati alcuni piloti che hanno simulato la parte iniziale della gara sulla C4, a conferma del fatto che non si tratta di un’opzione da escludere a priori. In una corsa in cui la strategia più probabile è quella su una sola sosta, poter sfruttare quel surplus di grip che la mescola più morbida può dare nei primi giri o nella parte finale potrebbe essere un fattore importante. Un altro elemento da tenere in considerazione è il vento, che influisce non solo sulla stabilità delle vetture ma anche sullo scivolamento dei pneumatici e, di conseguenza, sulla formazione del graining”.