Terzo appuntamento stagionale negli USA per la Formula 1 dopo Miami e Austin: nell’intero weekend in Florida gli spettatori sono stati 270mila mentre in Texas hanno raggiunto quota 432mila, il terzo valore più alto dell’annata. Un trend destinato a continuare con Las Vegas perché tutti i biglietti d’ingresso sono già esauriti, con l’eccezione dei costosi tagliandi per le tribune VIP. Secondo i tecnici Brembo il circuito di Las Vegas rientra nella categoria di quelli mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3. Realizzato nel cuore di Las Vegas, si snoda tra punti iconici come il Caesars Palace, il Bellagio e il Venetian e, pur avendo 17 curve, dovrebbe garantire picchi di velocità non troppo lontani dalla pista di Monza.
Negli anni Ottanta il Mondiale di Formula 1 fece tappa due volte a Las Vegas: nel 1981 vinse Alan Jones con la Williams e l’anno dopo Michele Alboreto con la Tyrrell. Entrambe le monoposto erano spinte da motori Ford Cosworth ma erano sprovviste di componenti frenanti Brembo. Quest’anno quindi il leader globale nella progettazione e produzione di sistemi e componenti frenanti ad alte prestazioni per i principali produttori di auto e moto insegue il primo successo a Las Vegas. Il GP del 1982 fu anche il 128° e ultimo di Mario Andretti che ai tempi aveva già 42 anni. Due settimane prima, al ritorno al volante di una Ferrari di Formula 1 dopo 10 anni, Andretti aveva realizzato la pole a Monza ed era giunto 3° al traguardo. Guidava la 126C2 dotata di pinze in alluminio e dischi Brembo in carbonio che ai tempi avevano meno di 50 fori di ventilazione. A Las Vegas invece Andretti era 5° quando fu appiedato da un problema a una sospensione.
In solo 7 delle 17 curve del tracciato di Las Vegas i piloti di Formula 1 utilizzano i freni, per un totale di 14 secondi al giro, equivalenti al 16 per cento della gara, pit stop e neutralizzazioni esclusi. A Miami il dato sul giro fu inferiore di quasi un secondo ma la pista è più corta di 800 metri mentre ad Austin i freni sono stati impiegati per quasi 17 secondi al giro. I curvoni veloci che contraddistinguono il layout di Las Vegas richiedono l’uso dei freni per 2 curve consecutive solo alla 7, 8 e 9, anche se solo la prima di queste 3 curve comporta una decelerazione di almeno un secondo e mezzo. Notevoli sono invece gli spazi di frenata, con 5 curve per cui servono un centinaio di metri. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di 37 tonnellate e mezzo, un valore inferiore ai GP Miami e GP Austin.
Delle 7 frenate del Las Vegas Strip Circuit tre sono classificate dai tecnici Brembo come impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le restanti sono light. Dalle simulazioni eseguite, risulta che la frenata più impegnativa in assoluto è quella alla curva 14 perché le monoposto arrivano a 334 km/h e i piloti frenano per 2,19 secondi durante i quali percorrono 120 metri. Per raggiungere i 128 km/h necessari per impostare la curva i piloti sono chiamati a un carico sul pedale del freno di 143 kg e subiscono una decelerazione di 4,5 g.