Per il pubblico Le Mans è una corsa lunga 24 ore all’insegna dell’adrenalina e delle emozioni che solo il Circuit de La Sarthe è in grado di regalare. Per i team e in particolare per i piloti è un evento ben più lungo e intenso. Dai turni di riposo all’alimentazione, ecco come i piloti delle Ferrari 499P hanno vissuto la 24 Ore di Le Mans del Centenario, quarto atto del FIA WEC 2023, quando non erano impegnati al volante.
Sonno. Presentarsi riposati all’appuntamento della 24 Ore di Le Mans è un obiettivo fondamentale da raggiungere, non meno della capacità di recuperare le energie nel corso della gara. Il letto di ciascun pilota dista pochi metri dal box, trovandosi all’interno del motorhome dedicato agli equipaggi Ferrari. “Per la prima volta, dopo diverse edizioni, quest’anno durante la corsa non ho dormito”, racconta James Calado, pilota della 499P #51 vincitrice. Una strategia differente, invece, è stata seguita dal compagno di equipaggio Alessandro Pier Guidi: “Ho dormito, certamente, ma non oltre le 4 ore nell’intero arco della gara. Per noi l’impegno dura ben più di 24 Ore: basti pensare che ci svegliamo il sabato mattina e sino alla domenica sera siamo impegnati in pista”.
Del tutto particolare la via seguita da Antonio Giovinazzi, il terzo pilota salito sul gradino più alto del podio in Francia: “Nel corso delle 24 ore ho fatto dei ‘micro-sonni’, dei brevi cicli di riposo per i quali mi ero allenato nelle settimane precedenti l’evento francese, seguendo le indicazioni del mio preparatore atletico” racconta il pilota italiano, che ha chiuso gli occhi più volte: dalle 22.50 del sabato sera, dalle 6.10 e dalle 11.55 della domenica. Com’è possibile allenare l’abilità di addormentarsi velocemente? “Bisogna seguire una routine. Chiudere gli occhi, fare dei respiri profondi, percepire al meglio il proprio corpo. E ascoltare musica rilassante, come il suono del flauto tibetano, che sento in cuffia quando sono in pista durante le pause, e mi aiutare a gestire l’adrenalina”.
Difficile prendere sonno durante un evento sportivo così ricco di pathos e adrenalina. È il pensiero di Antonio Fuoco, pilota della 499P #50, partita in pole position e quinta al traguardo a Le Mans: “Non ho dormito nel vero senso della parola, ma ho riposato qualche ora sommando le varie pause”. La medesima strategia di Nicklas Nielsen: “Penso che la gestione del sonno e del riposo sia molto soggettiva – racconta il danese –. Io non dormo molto finché stiamo gareggiando, ma provo a rilassarmi tra un turno di guida e il successivo. Molto dipende da come stiamo andando in pista e dalla strategia che stiamo seguendo: se sono consapevole che tornerò in auto dopo un paio d’ore, per esempio, non riesco a dormire”.
Cibo. Spuntini frequenti calibrati per ottimizzare l’apporto energetico e la velocità nella digestione rappresentano un punto-fermo nel fine settimana di gara a Le Mans. “Mi idrato e mangio piccole porzioni di cibo prima di ogni stint – dice Calado –. All’occorrenza mi nutro anche con barrette energetiche e integratori in gel”. “Ogni volta che scendo dalla 499P mangio qualcosa: pasta o riso in bianco, insieme a una fetta di crostata” aggiunge Pier Guidi.
Nelle 24 ore di gara Giovinazzi ha consumato sette spuntini, la cena del sabato sera, la colazione alle 3 di domenica mattina e si è “concesso” un solo caffè nel cuore della notte poco prima di tornare al volante. “A cena ho mangiato 60 grammi di riso, tagliata di pollo con rucola e 200 grammi di Parmigiano Reggiano, mentre il mio spuntino-tipo è composto da 50 grammi di bresaola, 200 grammi di frutta secca e 15 mandorle non tostate – racconta Giovinazzi –. E poi in frigorifero non mancano mai le crêpes: la base è già pronta ed è perfetta perché puoi decidere, in base all’esigenza e all’ora in cui le mangi, se prepararle dolci oppure salate”.
Esercizi. Prima di salire sulla 499P ogni pilota si prepara, non solo sul piano tecnico – confrontandosi con gli ingegneri nel garage su quelle che sono le strategie da seguire e le variabili da tenere in considerazione – ma anche a livello fisico. Un autentico “warm-up” che include esercizi di isometria, e anche una sorta di ginnastica per gli occhi, ovvero un esercizio nel quale i piloti seguono con lo sguardo un determinato dettaglio, posto dinanzi a loro, guardando in ogni direzione, con l’obiettivo di riscaldare la muscolatura oculare. I riflessi, del resto, sono essenziali per tornare al volante e dare il massimo sin dal primo giro in pista.