Dopo quattro settimane di sosta, il Mondiale di F1 riparte dal Circuit de Spa-Francorchamps e dal GP del Belgio. Secondo i tecnici Brembo questa pista
rientra nella categoria dei circuiti più impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, identico al circuito di Monza su cui si correrà fra due settimane. È considerata la pista più completa del Campionato del Mondo di Formula 1 perché nei suoi 7 km si trovano curve e rettilinei di ogni tipo. Uno dei suoi tratti caratteristici è la presenza di tre frenate di almeno 2 secondi e mezzo, un tris che non presenta nessun altro tracciato in calendario.
In Formula 1 i dischi in carbonio si utilizzano dagli anni 80 e in seguito si sono diffusi anche nelle altre competizioni motoristiche. Nessun altro elemento offre, infatti, quella combinazione di leggerezza, elevata conducibilità termica e assenza di dilatazioni anche ai 1.000°C che contraddistinguono i dischi Brembo di F1. La densità del carbonio è di 1,7 grammi al centimetro cubo, a differenza dei 7,8 grammi dell’acciaio e dei 7,3 grammi della ghisa grigia. Il suo coefficiente di espansione termica è un quindicesimo dell’acciaio e un undicesimo della ghisa. Il punto di fusione del carbonio è superiore ai 3.000°C a fronte dei 1.200°C della ghisa e dei 1.800°C dell’acciaio.
I dischi in carbonio risultano inadeguati all’utilizzo su strada perché l’impianto frenante non raggiunge le temperature minime di esercizio di cui ha bisogno, ma anche per l’elevato consumo. Diversi dei loro benefici sono offerti dai dischi in carbonio-ceramico di cui Brembo, attraverso Brembo SGL Carbon Ceramic Brakes una joint venture con SGL Group, è il principale produttore mondiale. I dischi in carbonio-ceramico consentono risparmio di peso di 5-6 kg rispetto a un disco tradizionale in ghisa. Inoltre la loro durata può arrivare, a seconda del tipo di guida, ad essere addirittura pari alla vita della vettura su cui sono montati. Ma soprattutto il carbonio ceramico assicura una riduzione di circa 3 metri dello spazio di frenata da 100 km/h a 0 km/h rispetto a un disco tradizionale. Scopri tutti i benefici dei dischi in carbonio-ceramico.
Una frenata al chilometro
Pur essendo la pista più lunga del Mondiale, i freni vengono usati appena 7 volte al giro, cioè in media una volta al chilometro: nel GP Monaco invece i freni sono azionati in media ogni 300 metri. Difatti al Circuit de Spa-Francorchamps i freni vengono usati per 13 secondi e 3 decimi al giro, equivalenti ad appena il 13 per cento della durata complessiva della gara. Sei di queste 7 frenate presentano però un’accelerazione di almeno 4,1 g con un paio di staccate da oltre 5,3 g. In cinque curve gli spazi di frenata superano i 110 metri, valore che fra una settimana, al Circuit Zandvoort, non verrà mai avvicinato. Basso è invece il carico sul pedale del freno nel GP Belgio: meno di 36 tonnellate dalla partenza alla bandiera a scacchi, una ventina in meno del GP Ungheria. Delle 7 frenate del GP Belgio 3 sono considerate altamente impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le restanti 2 sono light. La più dura per l’impianto frenante è la curva 18: le monoposto vi arrivano a 333 km/h e scendono a 92 km/h in soli 134 metri. Ai piloti di Formula 1 basta frenare per 2,78 secondi ma devono applicare una forza di addirittura 207 kg sul pedale del freno, picco record del campionato, ed affrontare una decelerazione di 5,9 g.
Redazione MotoriNoLimits