Il GP del Bahrain avrebbe dovuto essere la seconda gara della stagione: il 22 marzo, dopo il debutto in Australia, la F1 sarebbe dovuta partire per Sakhir. Sembra passata un’eternità: la pandemia di Covid-19 ha fatto saltare l’evento di Melbourne e congelato ogni attività fino a luglio, quando la F1, tra i primi sport mondiali a riprendere dopo aver messo a punto i necessari protocolli di sicurezza, ha riacceso i motori con due GP di fila in Austria. Da allora si sono svolti 14 gran premi, con tre triplette di gare consecutive. Questo fine settimana inizia la quarta e conclusiva serie che concluderà il campionato più anomalo negli oltre 70 di storia della Formula 1.
La pista di Sakhir si sviluppa su 5.412 metri che in gara saranno percorsi 57 volte. Famoso per i lunghi rettilinei e le frenate molto impegnative, il tracciato vede le due staccate più difficili alle curve 1 e 14. Sono previste due zone per l’utilizzo dell’ala mobile (DRS): una sul rettilineo del traguardo e l’altra nel tratto compreso fra le curve 10 e 11. La partenza è prevista alle 17.10 locali (15.10 CET), le qualifiche sabato alle 17 (15 CET). Si tratta di una gara in notturna, anche se il tracciato sarà illuminato da un potente impianto. Le temperature della pista andranno scendendo durante la gara a causa del calare della notte.
La Ferrari ha vinto sei volte in Bahrain: il primo successo è arrivato nell’edizione inaugurale grazie a Michael Schumacher, nel 2004, mentre nel 2,007 e 2008 è stato Felipe Massa a conquistare il successo. Nel 2010 si è corsa l’unica edizione del GP sulla pista “endurance”, lunga 6.299 metri: a vincerla fu Fernando Alonso all’esordio con la Ferrari che raggiunse così un ristretto club di vincitori al debutto con la Scuderia formato da Juan Manuel Fangio, Giancarlo Baghetti, Mario Andretti, Nigel Mansell e Kimi Raikkonen. Nel 2017 e 2018 la Ferrari ha vinto con Sebastian Vettel, mentre lo scorso anno Sakhir ha visto lo sbocciare definitivo di Charles Leclerc che, dopo avere ottenuto la pole, restò in testa fino a pochi giri dal termine quando, a causa di un problema di affidabilità, dovette accontentarsi del terzo posto, il suo primo podio in F1.
Sebastian Vettel: “Il circuito di Sakhir è da sempre un test impegnativo tanto per i piloti che per le vetture. Per noi che guidiamo c’è il tema delle temperature ambientali che, sorgendo questa pista nel deserto, in certi momenti della giornata sono veramente molto elevate. Per quanto riguarda le monoposto, le caratteristiche della pista mettono in risalto le doti di trazione e costituiscono un banco di prova per i freni che sono molto stressati nell’arco del giro. Noi piloti chiamiamo questo tipo di tracciato ‘stop&go’ a causa delle continue frenate secche seguite da brusche accelerazioni. Non abbiamo mai gareggiato in Bahrain così avanti nella stagione anche se, guardando i dati delle temperature, le condizioni non dovrebbero essere troppo diverse. Abbiamo visto che la nostra vettura ha fatto dei progressi nelle ultime gare e sono curioso di verificare anche su questa pista il nostro livello di competitività”.
Charles Leclerc: “Il GP del Bahrain è una gara molto particolare, perché le caratteristiche del fine settimana fanno sì che lo scenario si modifichi continuamente. A inizio weekend la pista è sporchissima, piena di sabbia che arriva dalle zone desertiche circostanti. Man mano che si gira l’asfalto si pulisce e svela la propria abrasività che mette a dura prova le gomme. Anche luce e temperature sono in continuo cambiamento: si parte all’imbrunire, con asfalto molto caldo e il sole basso all’orizzonte, ma man mano che la gara progredisce il circuito diventa più freddo e bisogna avere la capacità di adattare la propria guida. Ho bei ricordi dello scorso anno, anche se il finale non fu ideale. Speriamo di continuare il trend delle ultime gare che ci ha visto via via più competitivi”.
Redazione MotoriNoLimits