Gli esseri umani sono competitivi per natura. Duemila anni fa nell’antica Roma, i gladiatori combattevano per la vittoria nella grande arena del Colosseo e nelle corse sulle bighe cercavano il miglior tempo sulla pista del Circo Massimo. I veicoli da allora sono diventati più sofisticati, ma il DNA è ancora lo stesso. Non sorprende che Roma sia quindi stata scelta per ospitare i primi FIA Motorsport Games: un nuovo evento del motorsport ispirato alle Olimpiadi. Gareggiano GT basate su supercar come Lamborghini Huracan, Ferrari 488 e Aston Martin Vantage e le nuove Formula 4 impegnate in testa a testa, come in un mini gran premio. Ma il premio è qualcosa di nuovo. Non ci sono punti per il campionato, niente per cui lottare se non un podio. Si vincono medaglie d’oro, d’argento e di bronzo per la nazione, non per se stessi.
Dopo la cerimonia d’apertura al Circo Massimo dove un tempo correvano le bighe, l’azione si è spostata alle porte di Roma, al circuito di Vallelunga. Nello spirito dei Giochi Olimpici, al centro di tutto i giovani talenti. Nella classe GT, sono stati ammessi solo piloti della categoria Silver e Bronze: nessun pilota professionista a tempo pieno. Nessuna delle nazioni tradizionali è quindi arrivata con un vantaggio in termini competitivi, accumulate in anni di esperienza. Tutti hanno avuto una chance. La prima medaglia d’oro dei Giochi è andata all’Ucraina, grazie all’impegno di Dmitriy Illyuk sotto i riflettori nel drifting – che ha battuto la Repubblica Ceca in un’intensa finale. Nella finale della Digital Cup – per piloti esports, che guidano nel mondo del virtuale, tre testacoda della Germania hanno aiutato l’Australia ad assicurarsi la vittoria, con la Costa Rica medaglia d’argento nell’unica categoria cui ha partecipato.
Ma due categorie hanno rubato la scena: la GT Cup e la Formula 4 Cup, che hanno messo alla prova i limiti di piloti e pneumatici sotto il diluvio che si è scatenato su Vallelunga. Per i tifosi italiani, un eroe da supportare e celebrare in F4, con Andrea Rosso che ha puntato dritto alla medaglia d’oro. Una battaglia è difficile che venga vinta all’inizio, come è stato per la giovane star italiana, che ha preso il suo tempo e ha gestito con maestria i suoi Pirelli Cinturato per poter spingere fino alla fine. SI è incollato all’israeliano Ido Cohen e ha fatto la mossa cruciale per prendere il comando a 9 minuti dalla fine, dando all’Italia il suo momento d’oro in casa propria.
Il vantaggio di casa è contato poco però nella GT Cup. Dopo aver attraversato mezzo mondo per essere a Roma, la coppia giapponese formata da Hiroshi Hamaguchi e Ukyo Sasahara ha ripagato il proprio viaggio dimostrando subito la loro forza, restando al comando dall’inizio alla fine. Due pole position in due sessioni di qualifica – una per ogni pilota – hanno mostrato che erano i piloti da battere. In Gara 1 sono stati sfortunati, ma hanno vinto nella seconda, poi hanno battuto la Polonia nel Grand Final, conquistando la medaglia d’oro. Ma nessuna di queste nazioni è stata la vincitrice assoluta, con il maggior numero di medaglie. Avere un gruppo diverso di partecipanti in diverse discipline fa la differenza, cosa che ha avuto il suo effetto. L’oro nella Touring Car Cup, assieme al bronzo nella Drifting Cup e nella Karting Slalom Cup, hanno portato i russi in vetta al medagliere, e torneranno da Roma come eroi.
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