Dopo un anno di pausa, le auto a basso impatto ambientale sono tornate a sfidarsi sulle strade di San Marino e dei colli romagnoli nell’Ecorally
2019. L’interruzione, determinata dalla volontà di armonizzare un regolamento che nel 2017 è stato aperto (non senza qualche problema logistico) alle auto elettriche, ha portato a un cambiamento della formula ma non dello spirito di una manifestazione che fa ormai parte della tradizione. Quella che si è conclusa è infatti la 13° edizione dell’Ecorally, una prova di livello internazionale che al suo interno ha ritagliato uno spazio dedicato ai giornalisti – l’Ecorally Press – chiamati a mettersi in gioco in prima persona, alle prese con roadbook, tabelle di marcia, controlli orari e pressostati.
MotoriNoLimits c’era, dopo la prima non certo incoraggiante esperienza di due anni fa conclusa con il penultimo posto, alla guida di una Opel Astra Sports Tourer 1.4 Turbo 110 CV ecoM, alimentata a metano. Questa volta è andata un po’ meglio, ci siamo classificati ottavi, ma la strada per arrivare più in alto è ancora lunga, perché quella di passare sui pressostati (i “cavi” di rilevamento dei tempi che si attivano quando sono schiacciati dalle ruote anteriori del veicolo) è una vera e propria arte. Le penalità, infatti, fioccano a fiumi, visto che si paga ogni centesimo di secondo di ritardo, ma anche di anticipo, rispetto all’orario imposto dalla tabella. Ciò significa che non ci si può affidare esclusivamente all’orologio di serie dell’auto e al cronometro di uno smartphone. Serve innanzitutto un perfetto affiatamento tra chi guida e chi naviga, poiché basta veramente poco per fallire il contatto di un secondo, che vale 100 punti di penalità.
Se la maggior parte dei giornalisti prende l’esperienza come un gioco, per i concorrenti le cose sono totalmente differenti. Studiano con giorni di anticipo il roadbook per non correre il rischio di commettere errori, e le plance delle loro auto ricordano il cockpit di un aereo di linea, con cronometri, trip computer analogici e digitali e ogni altro dispositivo che si possa rivelare utile per centrare il miraggio di concludere la giornata di gara a “zero”, vale a dire senza penalità. È sufficiente osservare, per esempio, l’Alfa Romeo 1.4 TB alimentata a GPL del più volte campione del mondo FIA Energie Alternative Massimo Liverani (che qui è arrivato secondo, battuto dai locali Corrado Marzi e Maria Luisa Menicucci) per scoprire che ci sono anche piccoli dettagli, apparentemente insignificanti, che invece fanno la differenza. Come quel pezzetto di nastro adesivo rosso posizionato tra la base del finestrino e lo specchio retrovisore sinistro, che diventa a tutti gli effetti un mirino da traguardare per sapere indirettamente ma con certezza il momento in cui le ruote anteriori transitano sul pressostato.
In continua evoluzione, negli anni l’Ecorally è cambiato: dopo le prime edizioni che si concludevano alla Città del Vaticano o nel Principato di Monaco, nel 2017 il tracciato è rimasto sul territorio, sconfinando in Umbria, ma due anni fa l’apertura alle auto elettriche ha creato qualche difficoltà determinate dai tempi di ricarica. Così nel 2019 la formula è stata compressa: una sola giornata di gara, divisa in due tappe, con partenza e arrivo a Montegiardino, per un totale di 105 km alla portata di tutti. Tuttavia la presenza di veicoli di ultima generazione, dalle Nissan LEAF alle Tesla, con autonomie decisamente superiori, consente di pensare a un ritorno a percorsi ben più articolati già dal prossimo anno.
Già al 13° anno l’Ecorally dimostra di essere una manifestazione matura, grazie all’intuizione di chi, nel 2006 ha pensato di dedicare una competizione ai veicoli a basso impatto ambientale con l’obiettivo di dimostrare come potessero essere adatti a ogni tipo di impiego, senza limiti. All’epoca si pensava esclusivamente alle bifuel a GPL o metano, quando ancora le resistenze alla loro diffusione era rappresentata dal timore di non trovare una stazione di rifornimento. I tempi sono cambiati, e grazie anche agli incentivi i veicoli a gas rappresentano oltre il 9% del parco circolante, e sono utilizzati senza timori per quanto riguarda autonomia e sicurezza. Ora il panorama si è decisamente allargato, e l’Ecorally è aperto senza vincoli a tutte le alimentazioni non convenzionali. La lista è lunga: mono, bifuel e dual fuel a GPL o metano, biocarburanti, ibridi, elettrici, senza escludere l’idrogeno.
Valerio Boni e Tiziana Luisa Carcagni