Gran Premio di Monaco: parole magiche per le orecchie di ogni appassionato di motorsport. Monaco può essere associata al glamour, alla moda,
alle auto di lusso o al Casinò… ma quella tra F1 e Montecarlo resta sicuramente l’associazione più magica, sin dal 1950, l’anno in cui nasce il Mondiale di F1 come noi lo conosciamo. 65 le edizioni disputate finora del GP di Monaco. Il paradosso della più celebre gara automobilistica al mondo è che la Formula 1 non avrebbe lo stesso fascino senza questa tappa, che ogni anno fa discutere e divide. perché indubbiamente unica in calendario, ma anche assolutamente fuori dagli schemi per la F1 attuale, con le sue vie di fuga e le sue strutture enormi e ultra-moderne. Qui, nonostante modifiche volte proprio alla sicurezza, il tempo sembra si sia fermato.
Monaco può vantare due soli piloti di Formula 1 nati nella città del GP: Louis Chiron e Charles Leclerc. Il miglior risultato di Chiron nella categoria è stato un terzo posto proprio nel GP di Monaco del 1950. Viene ricordato più per le sue celebri mosse nello sventolare la bandiera a scacchi che per i suoi risultati in pista, considerando che divenne Direttore del GP di Montecarlo intorno agli anni 60. E quest’anno per il giovane pilota della Ferrari la gara di casa sarà sicuramente elettrizzante! Questa è l’unica gara che non ha un vero e proprio podio: i primi tre piloti classificati vengono portati al Royal Box, a lato del tracciato, da cui la famiglia dei Principi Grimaldi ha sempre guardato la gara e dove – al termine – consegna i trofei ai vincitori. Il GP di Monaco 2018 ha avuto il suo Principe per un giorno in Daniel Ricciardo, che ha conquistato gara e pole position. Assistere a questa classicissima può essere anche un’occasione per vivere la magica atmosfera della Costa Azzurra, che a fine maggio può essere davvero gradevole e offrire incantevoli serate in riva al mare.
Ogni curva del circuito di Monaco racconta una storia. Dal 1929, anno in cui si è corso per la prima volta su queste stradine, la pista di Montecarlo è rimasta prettamente simile a quella su cui si corre ancora oggi. Tutte le modifiche sono sempre state legate quasi esclusivamente ai cambiamenti della viabilità ordinaria cittadina. Per questioni di spazio, i box del circuito di Monaco sono a due piani: nei garage ci sono le vetture, come al solito, mentre la zona dove lavorano gli ingegneri è posta al secondo piano del pit-building. Tradizionalmente, le prime prove libere si disputano il giovedì. Il tracciato ha la velocità media più bassa e le curve più lente della stagione.
L’asfalto è scivoloso e presenta molte insidie come i tombini, la segnaletica stradale orizzontale e le asperità del fondo che rendono ancor più estrema la sfida per macchine e piloti. I team prediligono un assetto con alto carico aerodinamico, anche se sulle stradine del Principato il grip meccanico conta più di ogni altra cosa. La pista è anche la più impegnativa per i freni: la staccata più violenta dell’intero circuito è la Santa Devota, ossia la prima piega verso destra. Lì i piloti arrivano con una forza superiore a 4,6 G negativi, effettuando un carico sul pedale di 142 kg, per perdere circa 220 km/h di velocità. Da non sottovalutare la curva 10, un tratto in discesa e con una forte sconnessione, dove è davvero facile perdere il controllo della monoposto. Il re di Monaco è il mitico Ayrton Senna, che è stato capace di vincere 6 volte in carriera nel Principato. Tra i costruttori, la McLaren ha una grande tradizione su queste stradine e può vantare di aver vinto ben 15 edizioni nell’arco della sua storia.
Redazione MotoriNoLimits