Dal suo ingresso in F1, Liberty Media ha voluto dare al mondiale un’impronta volta a riavvicinare il pubblico e gli appassionati introducendo novità che hanno creato una prima spaccatura con la gestione precedente. Apprezzabile l’iniziativa di portare vetture e piloti al di fuori del paddock durante il weekend di gara, conquistando i centri storici delle capitali o la nuova presentazione di ciascun pilota che ha preceduto la partenza del gran premio di Austin.
“Liberty Media sta dando un’impronta molto americana a questa nuova era della Formula 1, puntando con decisione sull’aspetto coreografico come abbiamo visto proprio ad Austin. Anche se si tratta di cambiamenti non determinanti per migliorarne lo spettacolo in pista, hanno portato una ventata di freschezza sul fronte della cronaca nel pre-griglia”, dice Gian Carlo Minardi.
L’ultima proposta in ordine di tempo riguarda una griglia composta da una prima fila con tre vetture, in modo da aumentare le possibilità di bagarre nella prima fase di corsa. Sul fronte dei regolamenti tecnici, dal prossimo anno ciascun pilota avrà a disposizione per l’intera stagione un numero massimo di tre power-unit (contro le 4 di quest’anno). L’obiettivo dichiarato è quello di contenere i costi.
“Se da una parte si tratta di uno step importante per trasportare questa tecnologia sulla vetture di serie, dall’altro certamente non porterà a una diminuzione dei costi, anzi comporterà una ricerca esasperata nello sviluppo delle varie componenti che dovranno durare sette GP col risultato di un innalzamento vertiginoso dei costi. Se già oggi abbiamo dei costruttori in difficoltà a concludere il chilometraggio richiesto non oso pensare cosa potrà succedere il prossimo anno”, prosegue Minardi, che punta il dito contro l’attuale sistema di penalità per la sostituzione dell’unità motrice o delle sue componenti principali. “Trovo assurdo che sia il pilota a pagare per un problema tecnico con delle penalità incredibili che destabilizzano lo spettatore stesso. Quando leggo penalità del calibro di 20-25-30 o addirittura 35 posizione in una griglia composta da venti piloti mi viene quasi da sorridere. Le prime volte non volevo crederci. Dovrebbe essere il team a prendersi le responsabilità provvedendo a pagare una sanzione pecuniaria o vedendosi decurtare dalla classifica costruttori dei punti”.
Se da un lato si vuole allungare la vita dei motori, dall’altra Liberty Media vorrebbe eliminare le prove libere del venerdì in favore di un calendario composto da 25 gran premi: “Sono un numero esorbitante nonché un impegno notevole sia per gli addetti ai lavori (per i team più piccoli è difficile organizzare un turnover coi meccanici e tecnici) che per lo spettatore. Si sarebbe costretti a correre in periodi particolari dell’anno come durante le festività o l’estete. Un calendario così intenso andrà veramente in favore dell’audience?”, dice Minardi. “Non è facile cambiare il format e trovare il giusto equilibrio. Sono però del’avviso che si debba intervenire velocemente su un’area specifica, ossia il gruppo di lavoro intorno a Charles Whiting per evitare quegli episodi spiacevoli che possono anche sfalsare il risultato di una gara. Come c’è un unico direttore di gara sarebbe corretto avere anche un unico gruppo di commissari, dall’inizio alla fine del mondiale. Solo così si limitata la possibilità di errori o valutazioni soggettive. Inoltre si potrebbero posizionare dei dissuasori per evitare che il pilota superi il track-limit. Si è lavorato molto sulla sicurezza dei circuiti scegliendo di avere tracciati con vie di fuga asfaltate. Questo ha dato ai piloti una maggiore sicurezza. Le penality post-gara danneggiano l’immagine dello sport e disorientano lo spettatore”, prosegue Minardi.
Le dichiarazioni del Presidente Sergio Marchionne, rilasciate dal circuito del Mugello in occasione delle Finale Mondiali riguardanti la permanenza della scuderia nel mondiale di F1, faranno certamente discutere ma dovranno far meditare la nuova proprietà: “La Formula 1 non può fare a meno della Ferrari, ma è altrettanto vero che la Ferrari non può fare a meno della Formula 1. Il Mondiale non può essere solo uno show poiché la Ferrari è un Costruttore importante, così come Mercedes Renault e McLaren, e come tali hanno degli interessi legati allo sviluppo della tecnologia da trasportare sullo vetture stradali“, conclude Minardi.
Redazione MotoriNoLimits