Pole position storica quella conquistata oggi da Lewis Hamilton nel GP d’Australia, al termine di un’intensa battaglia con la Ferrari di Sebastian Vettel e il compagno di squadra Valtteri Bottas. Per l’inglese si tratta infatti della 62° in carriera e della 6° qui a Melbourne (la 4° consecutiva), che lo porta a eguagliare il record di Ayrton Senna. Nel Q3 dopo il primo run Hamilton era di 3 decimi più veloce di Vettel, con Bottas terzo a 2 millesimi, prima che Daniel Ricciardo perdesse il controllo della sua Red Bull alla curva 1 finendo contro le barriere e causando l’interruzione della sessione. Ma nel secondo run Hamilton ha tirato fuori il massimo, con un tempo di 1m22.188s, il più veloce di sempre all’Albert Park.
Niente male questa giornata per Bottas, che è anche stato in testa alla classifica prima che Hamilton si riprendesse la posizione e solo il bel giro finale di Vettel (a 0.268s dall’inglese) ha impedito una prima fila tutta Mercedes. Quarto tempo per Kimi Raikkonen, a più di mezzo secondo dal leader, e quinta l’unica Red Bull rimasta in gioco, quella di Max Verstappen, seguito da un lanciatissimo Romain Grosjean che ha portato la Haas nella top 6, precedendo di quasi 4 decimi la Williams di Felipe Massa.
Ottava a soli 0.044s dal brasiliano la Toro Rosso di Carlos Sainz Jr, che ha battuto di pochissimo il compagno di squadra Daniil Kvyat e, a chiudere la top 10, il pilota di casa Ricciardo, che non era riuscito a fare un tempo prima dell’incidente. A differenza del 2016, non abbiamo visto la Force India nel Q3 (sarà il rosa?), con Sergio Perez che ha mancato il passaggio per soli 0.074s dopo aver lamentato problemi al cambio ed Esteban Ocon 14°. Dodicesimo al debutto con la Renault Nico Hulkenberg, a soli 0.010s da Perez, seguito da Fernando Alonso che è riuscito miracolosamente a portare a casa la McLaren-Honda davanti a Ocon e alla Sauber di Marcus Ericsson.
E, a proposito di Sauber, debutto last minute nelle FP3 per il terzo pilota Ferrari Antonio Giovinazzi, chiamato a sostituire Pascal Wehrlein – ufficialmente ancora per problemi al collo dopo l’incidente a gennaio nella Race of Champions, ma onestamente la cosa non ci convince. E per uno che pronti-partenza-via deve iniziare a girare in qualifica dominando anche le emozioni, il 16° tempo è più che dignitoso, specie se si considera che nei primi run è stato più veloce di Ericsson ma ha commesso un errore alla penultima che gli ha fatto mancare per 0.183s il passaggio al Q2. E domani avrà una grande occasione in gara… oltre alla soddisfazione di essere il 101° pilota italiano a correre in Formula 1, il primo dal 2011, dopo Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi.
Fuori in Q1 anche Kevin Magnussen, uscito di pista con la sua Haas nel giro finale, non riuscendo a migliorare il tempo, ma di pocchissimo davanti alla McLaren-Honda di Stoffel Vandoorne, che ha completato un solo giro lanciato in qualifica dopo un problema di pressione carburante. E solo una breve apparizione per il debuttante Lance Stroll, 19°, con gli uomini Williams riusciti nel miracolo di riparare al volo la monoposto dopo l’incidente alla fine delle terze libere. Il canadese ha anche una penalità di 5 posizioni per la sostituzione del cambio. Ultima la Renault di Jolyon Palmer, a oltre un secondo da Stroll e a più di 3 dal compagno di squadra Nico Hulkenberg.
Barbara Premoli