Dopo la lunga pausa invernale, il Campionato del Mondo Superbike riparte dal leggendario Phillip Island Grand Prix Circuit, che ospita il primo round della stagione. Inaugurato nel dicembre 1956, è sede delle gare del Mondiale Superbike dal 1990. Con 51 gare ospitate, è la pista più utilizzata del Mondiale Superbike nonché l’unica dell’emisfero australe. La scelta di correre a febbraio, in piena estate, garantisce ai piloti temperature superiori a quelle che toccheranno alla MotoGP. Nel 2015 le gare si sono disputate con 30 e 31 gradi (temperatura dell’aria) e l’anno scorso con 22 gradi. Naturalmente la temperatura dell’asfalto era molto più alta: nell’ultimo biennio non è mai scesa sotto i 36 gradi, arrivando a punte di 42 gradi. Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con 17 piloti del Mondiale Superbike, il Phillip Island Grand Prix Circuit è in assoluto il meno impegnativo per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 1, eguagliato solo dalla pista di Assen.
L’impegno dei freni durante il GP
I 4.445 metri della pista si snodano su 12 curve, metà delle quali sono posizionate nella sezione che arriva a lambire le gelide acque dell’Oceano Pacifico. I piloti fanno ricorso ai freni 7 volte ogni giro, numero che fanno segnare anche il Chang International Circuit e Donington Park Circuit. In Australia però il tempo complessivo di frenata è di 20 secondi al giro, a fronte dei 25 secondi della pista inglese e dei 26 secondi della pista thailandese. Dal semaforo alla bandiera a scacchi i freni sono usati per poco meno di 7 minuti e mezzo e ciò evita il rischio di surriscaldamenti indesiderati. Particolarmente contenuta è anche la decelerazione media: soli 1,06 g. Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore sfiora i 6 quintali, equivalenti al peso di circa 51 koala maschi.
Le frenate più impegnative
Delle 7 frenate del Circuit Phillip Island Grand Prix nessuna è considerata altamente impegnativa per i freni mentre 6 sono di media difficoltà e 1 è light. La prima curva è la più impegnativa per l’impianto frenante, nonostante il ricorso ai freni sia contenuto a soli 2,6 secondi. Le moto però vi arrivano dopo aver toccato la punta di velocità massima del Mondiale Superbike, 312 km/h. Per scendere a 198 km/h le moto hanno bisogno di 173 metri, cioè una decina di metri in meno della lunghezza della Opera House di Sydney. Leggermente meno stressante è invece la frenata alla curva 4 perché le moto perdono due terzi della loro velocità: da 226 km/h a 66 km/h. La frenata si protrae per 4,4 secondi perché la decelerazione è meno intensa (solo 1,1 g) anche se il carico sulla leva è di 5 kg e dura per 168 metri. Cinque kg di carico sulla leva sono necessari anche per la staccata alla curva numero 10: la velocità di partenza è però più bassa, solo 164 km/h, e ciò spiega i “soli” 109 metri e 3,5 secondi della frenata.
Prestazioni Brembo
Nel 2016 le moto con freni Brembo hanno ottenuto la pole position e conquistato la vittoria in entrambe le gare di Phillip Island. In Gara1, al sabato, 7 delle prime 8 moto al traguardo avevano freni Brembo mentre in Gara 2 Brembo si è garantita 9 delle prime 11 posizioni.
In 6 campionati i piloti che usavano i freni Brembo hanno realizzato la doppietta a Phillip Island e vinto il Mondiale: Neil Hodgson nel 2003, Troy Corser nel 2005, Troy Bayliss nel 2006 e 2008, Carlos Checa nel 2011 e Jonathan Rea nel 2016.
Redazione MotoriNoLimits