Nico Rosberg ha scioccato gli appassionati di F1 di tutto il mondo – e gli addetti ai lavori e il suo stesso team – quando ha annunciato il ritiro
cinque giorni dopo essere diventato Campione per la prima volta. Ma il 2017 non sarà la prima stagione in cui il campione in carica non scenderà in pista a difendere il Titolo, infatti è già successo altre sei volte…
Juan Manuel Fangio (1952 – incidente)
Dopo essere stato battuto di pochissimo da Nino Farina nel primo campionato del mondo di F1 nel 1950, Fangio ebbe modo di farsi l’anno seguente con tre vittorie e due altri podi che lo portarono al primo Titolo. L’Alfa Romeo – con cui Fangio aveva corso in entrambe le stagioni – si ritirò prima del campionato 1952, ma l’argentino sembrava avere un sedile alla BRM. Ma il destino ci mise lo zampino: Fangio restò ferito in modo grave in una gara non valevole per il campionato a Monza e fu costretto a saltare l’intero calendario di 8 gare. Senza Fangio, il titolo andò al pilota Ferrari Alberto Ascari – ma Fangio sarebbe tornato nel 1953, e avrebbe vinto tutti i Campionati tra il 1954 e il ’57.
Mike Hawthorn (1959 – ritiro)
Mike Hawthorn fu il prino pilota a ritirarsi davvero dopo un Titolo. Il ferrarista era appena diventato il primo campione del mondo britannico nel 1958, battendo il compatriota Stirling Moss per un solo punto – ma era stato colpito dalla perdita del compagno di squadra e amico Peter Collins durante il GP di Germania di quell’anno. Alcuni ai tempi parlarono di problemi di salute, Hawthorn avrebbe avuto un tunore a un rene. Tragicamente, e nonostante la decisione di lasciare i GP, Hawthorn perse la vita in un incidente stradale nel 1959.
Jochen Rindt (1971 – morto)
Di immenso talento e spettacolare in pista, Jochen Rindt aveva spesso un carattere selvaggio e vivace – ma nel 1970 era diventato l’uomo da battere in F1. La vittoria nelle circostanze più drammatiche a Monaco – arrivata all’ultima curva dell’ultimo giro – fu seguita da quelle in Olanda, Francia, Gran Bretagna e Germania, dando a Rindt un netto vantaggio in classifica. Poi arrivò il maledetto giorni di Monza, quando Rindt perse la vita durante le prove del GP d’Italia. Il suo vantaggio era tale che nessuno riuscì a privarlo del Titolo, che resta fortunatamente l’unico postumo nella storia della F1.
All’inizio del 1973 Sir Jackie Stewart era già considerato un grande della F1, avendo vinto due Campionati e conquistato 14 pole, 22 vittorie e 35 podi dal debutto nel 1965. Nella sua ultima stagione sarebbero arrivati altri successi: 5 vittorie portarono il totale a 27, un nuovo record – e arrivò il terzo Titolo. Ma quello fu anche un anno tragico: in quello che sarebbe stato il penumtimo weekend di gara di Stewart, il suo compagno di squadra alla Tyrrell Francois Cevert perse la vita. Lo scozzese si ritirò immediatamente, una gara prima di quanto pianificato. Ma il suo distacco dalla F1 non fu completo: ritornò infatti come team owner nel 1997 – ma come pilota scelse di lasciare quando era al culmine della forma.
Anche ‘Il Leone’, come l’inglese baffuto venne soprannominato nel suo periodo in Ferrari, lasciò al top ma, a differenza di Jackie Stewart, l’uscita di Mansell non fu del tutto una sua scelta. Dopo aver mancato diverse volte il primo Titolo, Mansell divenne campione nel 1992, quando lui e la Williams annientarono i rivali (in quell’anno battè anche il record di Stewart per vittorie di un pilota britannico). Ma la politica ci mise il dito: la Williams, miglior team sulla griglia, aveva deciso di ingaggiare l’ex compagno di Mansell per il 1993, Alain Prost, ma non lo disse all’inglese. La notizia causò una frattura insanabile da entrambe le parti e decisero di separarsi. Ma Mansell avrebbe provato la sua classe altrove, negli USA e nella IndyCar, dove conquistò immediatamente il Titolo, diventando l’unico a detenere contemporaneamente le corone di F1 e IndyCar.
Prost aveva già lasciato lo sport nel 1992, ma solo per un anno sabbatico – per il 1993 firmò infatti con la Williams causando la partenza di Nigel Mansell, come detto sopra. A quel tempo, Prost aveva una clausola di un anno che impediva che Ayrton Senna diventasse suo compagno di squadra. Onore che spettò invece a Damon Hill, che si rivelò una spina nel fianco per Prost – come Senna, che era ancora in McLaren. Ma Prost e Williams erano troppo forti per essere battuti: il francese conquistò 7 vittorie e 13 pole su 16 gare, vincendo il quarto Titolo con due gare d’anticipo, in Portogallo. Il trionfo arrivò pochi giorni dopo l’annuncio del ritiro – per cui, per il secondo anno consecutivo, la F1 non avrebbe avuto un campione in carica. Per il 1994 Senna firmò per la Williams, dopo aver abbracciato il suo acerrimo rivale sull’ultimo podio del francese.
Nico Rosberg (2017 – ritiro)
A differenza di molti altri di cui abbiamo parlato, la decisione di Rosberg di ritirarsi dopo il primo Titolo, al termine di una stagione stressante e snervate, è stata praticamente improvvisa. Solo cinque giorni dopo essere diventato Campione ad Abu Dhabi – e poche ore prima della cerimonia FIA – il tedesco ha scioccato il mondo decidendo di lasciare la F1. “Per 25 anni è stato il mio sogno, il mio unico obiettivo, diventare Campione del Mondo di F1”, ha scritto in un post su Facebook. “Ho scalato la mia montagna, sono sulla cima, quindi sto bene“. La sua decisione ha innescato un incendio per il toto-sostituto in Mercedes, team al top e campione da tre anni. E anche se tutto ormai sembra deporre a favore di Valtteri Bottas come compagno di squadra di Lewis Hamilton quest’anno, finora non sono arrivate conferme da parte del team, che presenterà la monoposto 2017, la W08, a Silverstone il 23 febbraio. Entro allora sicuramente sapremo!
Barbara Premoli